Condividi

Borsa in rosso tra dazi e lettera Ue

Le tensioni sul commercio internazionale penalizzano i listini europei – Spread supera 280, poi tenta il recupero – Solo Mediaset in rialzo – Prese di beneficio su Fca

Borsa in rosso tra dazi e lettera Ue

Le Borse pagano l’incertezza sia sul fronte dei dazi che di Eurolandia. L’indice EuroStoxx 50 perde l’1,5% a 3.300 punti, minimo da marzo. Il Ftse Mib di Milano, -1,1%, scivola ad un passo dalla diga dei 20.000 a 20.023 punti, sui minimi da febbraio. Giù anche gli altri listini europei: Francoforte e Madrid sotto dell’1,2%, fa peggio Parigi (-1,6%). Londra -1,3%. In terreno negativo anche i futures sulle Borse Usa, ipoteca per un avvio in profondo rosso.

Si fanno sentire sui mercati gli effetti dello stallo nella trattativa tra Stati Uniti e Cina sui commerci. Non c’è ancora una data per la ripartenza del negoziato e si profila una lunga fase di guerra a bassa intensità tra i due contendenti. Gli Stati Uniti hanno inserito la Cina nella lista dei nove paesi sospettati di manipolare la valuta e stanno aumentando la pressione sui clienti di Huawei. I cinesi minacciano di usare le terre rare, sostanze basilari per l’elettronica e tutte le nuove tecnologie informatiche, come arma nello scontro con gli Stati Uniti. Il Quotidiano del Popolo, in un editoriale molto duro (nel giorno dell’anniversario di Tien An Men), ripubblica lo stesso titolo usato prima dello scoppio delle ostilità con il Vietnam.

In questo clima spunta curiosamente il miglioramento a maggio dell’indice sulla fiducia dei consumatori italiani passato a 111,8, da 110,6 di aprile. Anche l’indice sulle aspettative delle aziende manifatturiere migliora da 100,8 di aprile a 102 di maggio: attesa 100,4.

Il Tesoro ha collocato stamane 6,5 miliardi di Bot a 6 mesi scadenza 29/11/2019 spuntando un rendimento pari a -0,048%, in flessione di 2 centesimi rispetto all’asta del mese precedente. Buona la domanda, che si è attestata a 10,7 miliardi di euro. Dopo l’asta lo spread è in calo a 282 punti base. Il Btp decennale scambia al 2,65%. Il Bund decennale è ai minimi degli ultimi tre anni a -0,164%. Gli analisti di Citigroup sono convinti che lo spread Btp/Bund possa superare i 300 punti base nei prossimi mesi, ma la pressione del mercato dovrebbe evitare che la situazione “degeneri in una crisi totale del debito italiano.

L’euro si indebolisce sul dollaro a 1,115. Il Tesoro degli Stati Uniti ha inserito nove nazioni, tra cui l’Italia, l’Irlanda e la Germania, in una lista di osservati speciali, sospettati di essere manipolatori di valute.

Il petrolio Brent è in calo del 2% a 68,7 dollari il barile.
La Russia sta valutando la possibilità di estendere fino alla fine dell’anno gli impegni sulla riduzione della produzione in scadenza alla fine del mese prossimo.

A Piazza Affari perdono colpi i petroliferi: Eni -1,5%, Saipem -1,7%, Tenaris -1,7%. 

La notizia di giornata è lo sbarco di Mediaset (+0,27%) nell’emittente televisivo tedesco ProSiebenSat 1, circa 330 milioni di euro per acquistare il 9,6% del capitale, diventando così il primo socio. Nel comunicato, la società afferma che l’operazione non avrà impatti sul dividendo. L’operazione viene definita “amichevole”.

In rosso le altre società del paniere principale. Arretrano le banche, zavorrate dallo spread. Banco Bpm -1,4%. Moody’s ha alzato il rating a Baa3 sui depositi, avendo apprezzato la discesa dei crediti in sofferenza. La banca ha varato un nuovo organigramma. Unicredit -1,5%. Bper -1,3%, Intesa e Ubi sotto dell’1%.

Sotto tiro anche le utilities, nonostante la natura difensiva del settore.

Italgas -1%. Berenberg alza il target price a 6,40 euro da 6,0 euro. Enel -1,2%.

Prese di beneficio su Fiat Chrysler (-1,7%).  Moody’s ha detto che l’aggregazione con Renault potrebbe essere “credit positive”, ma non considerando “i rischi di esecuzione”. Pirelli -1,5%. Cnh Industrial -1%.

Stm subisce l’impatto negativo dei timori sullo scontro commerciale Usa-Cina e lascia sul terreno l’1,9%.

Giù Salvatore Ferragamo (-2,07%) dopo che il presidente della società, Ferruccio Ferragamo, ha ribadito che la famiglia non intende vendere.

Commenta