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Borsa, Eni e Intesa al galoppo. Bene l’Europa

Listini in rialzo in tutto il Vecchio Continente – La corsa è partita dall’Asia, spinta dal Pmi cinese – A Milano brilla il Cane a sei zampe che ha presentato conti e piano industriale – Avanzano le banche con l’eccezione di Carige, sale Generali. In forte ascesa Moncler che ha presentato conti migliori del previsto.

Borsa, Eni e Intesa al galoppo. Bene l’Europa

Parte alla grandissima la primavera in Piazza Affari. L’indice Ftse Mib avanza di slancio oltre l’1,8%, balzando sopra quota 19.200. In forte rialzo anche gli altri listini del Vecchio Continente, su dell’1,4% abbondante con l’eccezione di Londra (+0,9%).

La corsa del Toro è cominciata stamane in Asia sotto la spinta dei dati positivi in arrivo dalla Cina: l’indice Pmi mostra una lieve accelerazione del ritmo di crescita a 51,6 da 51,3 in gennaio, a fronte di un consensus che si attestava a 51,1. Il rally è stato poi alimentato dagli indici Pmi europei che segnalano l’accelerazione dell’attività manifatturiera, ai massimi da 70 mesi a febbraio grazie all’impulso della domanda estera.

Chris Williamson, il capo economista di Ihs Markit (la società che cura le rilevazioni) è convinto che il trend proseguirà nei prossimi mesi. In Italia il Pmi segna 55 punti, picco da dicembre 2015.

Poche novità in arrivo dal discorso alle Camere riunite del presidente Donald Trump, che non ha aggiunto dettagli significativi né sui tempi e sulle modalità di realizzazione del programma. Nel frattempo, diversi esponenti della Fed, tra cui Bill Dudley di New York, si sono schierati per un prossimo aumento dei tassi.

Il dollaro si rafforza nei confronti dell’euro, a 1,054, da 1,057 della chiusura di ieri.

Oggi sono attesi negli Usa dati sui redditi e sui consumi degli americani a gennaio, gli indici Pmi e Ism sull’industria e il dato sulla spesa per edilizia di gennaio. 

In Germania l’appuntamento è per il primo pomeriggio con il dato sull’inflazione di febbraio. 

Sul mercato obbligazionario si attenua la tensione: rendimento del Bund decennale in crescita a +0,23%, Btp al 2,08% con lo spread a 185 punti base. Si chiude di 2 punti base a quota 64 lo spread Francia/Germania.

Il ritorno della propensione al rischio frena lo slancio dell’oro, che scivola a 1.247 dollari. Febbraio si è chiuso con un guadagno del 3%.

Il Pil italiano (dati grezzi) ha mostrato un aumento dello 0,9% a fronte del +0,8% (rivisto) registrato nel 2015. Il governo puntava a chiudere a +0,8%. L’Italia chiude il 2016 con un indebitamento netto pari al 2,4% del Pil in linea con le stime del governo, a fronte del 2,7% (rivisto) registrato nel 2015.

A trainare il listino milanese è Eni, che guadagna il 3% dopo avere annunciato risultati migliori delle attese. Il gruppo petrolifero è tornato al profitto nel quarto trimestre 2016, dopo cinque trimestri in rosso, grazie alla ripresa del settore Estrazione&Produzione e alle azioni di efficienza e ottimizzazione, registrando un utile netto rettificato dalle componenti straordinarie di 0,46 miliardi di euro. 

In forte ascesa anche Moncler (+3,7%) che ieri sera ha annunciato risultati migliori del previsto. Mediobanca ha alzato il target price a 24,7 euro da 22,5 euro. 

Bene anche le banche, ad eccezione di Carige, in calo del 4,5% dopo l’annuncio del nuovo piano strategico che prevede la pulizia del bilancio dalle sofferenze e un aumento di capitale da 450 milioni.

Intesa balza in rialzo del 4,1%, Unicredit +1,8%, Bper Banca +1,6%, Banco Bpm +1,6%. Generali avanza dell’1,7%. 

Guadagnano anche Enel (+0,7%), Snam (+1,6%) e Telecom Italia (+1,3%).

Parte in rosso Fiat Chrysler (-0,2%), ma poi recupera e si porta sopra la parità. Sul titolo pesano le accuse mosse dall’Epa su presunte manipolazioni delle emissioni diesel. Fca sta “studiando questi problemi e ha intenzione di collaborare con tutte le richieste governative valide”. È quanto si legge nella relazione al bilancio 2016 depositata presso la Sec.

Intanto, sono stati resi noti gli emolumenti di Sergio Marchionne: 10,6 milioni di euro grazie ad un salario base di 3.613.369 euro, bonus per 6.135.481 euro e altri benefit per 917.670. Il manager risulta titolare di 14,62 milioni di azioni Fca, pari all’1,13% del capitale, e allo 0,86% dei diritti di voto.

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