Condividi

Bonus bebè, pensioni, Tfr, Iva: le ultime novità nella manovra

Più che dimezzate le risorse per il bonus bebè, ma il Tesoro rassicura – Anticipo Tfr non aumenterà il reddito ai fini fiscali – Nuovo piano per l’Iva e rischio rincari per la benzina.

Bonus bebè, pensioni, Tfr, Iva: le ultime novità nella manovra

Bonus bebè, Tfr in busta paga, controlli sui conti correnti, Iva e benzina. Sono questi i capitoli su cui si concentrano le ultime modifiche alla legge di Stabilità, che ieri ha ricevuto il via libera dalla Ragioneria Generale e dal Quirinale e la settimana prossima inizierà il suo iter alla Camera, dopo l’incontro fra Governo e sindacati in agenda per lunedì. 

1) BONUS BEBE’: RISORSE PIU’ CHE DIMEZZATE

Il capitolo più sorprendente è senz’altro quello dell’aiuto alle neomamme. A copertura della manovra erano stati previsti inizialmente 500 milioni per il 2015 (che poi sarebbero diventati necessariamente un miliardo nel 2016 e 1,5 miliardi dal 2017 in poi), ma dopo le critiche arrivate dalla Ragioneria il finanziamento è stato tagliato di oltre il 50%, scendendo fino a 202 milioni di euro, che saliranno a 607 nel 2016 e a poco più di un miliardo nel 2017.

Confermati gli altri aspetti della norma: il benefit sarà di 80 euro al mese, ne avranno diritto i nuclei familiari in cui il reddito lordo annuo non supera i 90mila euro e per ottenerlo bisognerà farne richiesta all’Inps.   

Calcolatrice alla mano, il nuovo ammontare dei fondi dovrebbe bastare per circa 200mila bambini l’anno, ovvero meno della metà di quelli che nascono in Italia ogni anno. Il Tesoro però chiarisce che nessuno rimarrà fuori, perché i 202 milioni di euro sono una “copertura di previsione non un limite”: tutte le domande saranno accolte, purché rispettino i requisiti fissati. Se necessario, quindi, si attingerà al fondo per la famiglia, in cui per l’anno prossimo rimarranno 298 milioni di euro.

2) TFR IN BUSTA PAGA: SI’ ALIQUOTA IRPEF, MA IL REDDITO NON SALE

Quanto al Tfr in busta paga, arriva finalmente un chiarimento importante: l’anticipo del trattamento di fine rapporto non contribuisce ad alzare il reddito ai fini fiscali, dunque non si corre il rischio di passare al successivo scaglione Irpef, né di superare il limite oltre il quale non si ha più diritto al bonus da 80 euro al mese (circa 26mila euro lordi l’anno). 

D’altra parte, la versione finale del provvedimento conferma che il Tfr sarà tassato con l’aliquota marginale Irpef anziché con quella agevolata fin qui prevista per la liquidazione e la relazione tecnica ammette che l’aggravio fiscale – pur non coinvolgendo tutti i contribuenti – potrebbe disincentivare i lavoratori ad avvalersi di questa possibilità. 

3) PIU’ CONTROLLI SUI CONTI CORRENTI

Il Governo ha previsto maggiori controlli sui conti bancari, per i quali non si farà più riferimento all’autocertificazione, ma al valore medio annuo dei depositi, utilizzando l’anagrafe dei conti correnti bancari. 

4) REVERSE CHARGE E RISCHIO AUMENTO ACCISE BENZINA

Secondo la relazione tecnica alla Legge di stabilità, l’introduzione del sistema del reverse charge per l’Iva frutterà 1,9 miliardi all’Erario. Si tratta di una sorta d’inversione delle regole per il versamento dell’imposta più evasa. Ora a versare è il venditore, che fattura e poi paga al fisco. In futuro, nell’ipotetica ”filiera” per la cessione di un bene, sarà l’acquirente (tranne quello finale), con un’autofattura.

Nel dettaglio, dall’inversione contabile applicata sui settori di costruzioni, pulizia, certificati contabili e gas si attendono 900 milioni, mentre con lo split payment generalizzato sugli acquisti della Pa gravati da Iva l’Amministrazione pensa di recupera 988 milioni. 

Su questa norma è atteso il via libera dell’Unione europea: se non arriverà, è prevista una nuova clausola di salvaguardia che farà scattare entro il 30 giugno l’ennesimo aumento delle accise sui carburanti.

Commenta