Condividi

Berlusconi pensa a Bini Smaghi come nuovo Governatore ma Bankitalia non è la Rai

La scelta del successore di Draghi non è una partita di ordinaria lottizzazione per soddisfare gli appetiti personali e politici ma un passaggio delicatissimo che deve salvaguardare la continuità e l’indipendenza della banca centrale – Un pessimo segnale se Berlusconi premierà i furbetti a scapito dei meritevoli

Berlusconi pensa a Bini Smaghi come nuovo Governatore ma Bankitalia non è la Rai

Silvio Berlusconi promette per oggi la lettera al Consiglio superiore della Banca d’Italia con la proposta di nomina del nuovo Governatore. Non sarebbe la prima volta che le parole del premier si rivelano promesse da marinaio, ma stavolta ci sono buone ragioni per attendere la fumata bianca. Il motivo è semplice: domenica c’è il vertice dei Capi di Stato e di Governo europei e Berlusconi teme di fare brutta figura presentandosi a mani vuote, ma soprattutto teme le rimostranze di Sarkozy a cui ha promesso, tempo addietro, di liberare una poltrona nel board della Bce per far posto a un francese in cambio dell’appoggio, già ricevuto, per l’ascesa di Mario Draghi alla presidenza della banca centrale. Ecco perché i sussurri delle ultime ore segnalano che, per tentare di far quadrare il cerchio, Berlusconi sia orientato a indicare per la Banca d’Italia Lorenzo Bini Smaghi, attuale membro del board della Bce, l’unica candidatura diversa da quella di Vittorio Grilli che il capriccioso ministro Tremonti potrebbe accettare senza doversi dimettere.

Posta in questi termini si intuisce da subito che la nomina del vertice della Banca d’Italia si colloca, dopo quattro mesi di dannosi rinvii, su un piano inclinato, perché la ratio che domina tutta l’operazione non è la scelta del candidato che meglio e più di altri possa servire l’istituto di Via Nazionale ma la sistemazione di partite che nulla hanno a che fare con il futuro della nostra banca centrale. Spiace dirlo ma, con la sua evidente incompetenza e insensibilità in materia, il premier sta trattando la Banca d’Italia come la Rai e sta decidendo una nomina delicatissima come quella del successore di Draghi come una storia di ordinaria lottizzazione tra un Tg e una rete qualunque. Incredibile la sequela di errori di metodo e di merito.

C’è una questione di fondo che il Governo cerca di aggirare ma che, ignorandola o sottovalutandola, rischia di esplodere a breve: perché non premiare la squadra che ha egregiamente collaborato con un Governatore di grande successo come Draghi scegliendo il suo successore all’insegna della continuità e cioè nel team di vertiice già presente in Via Nazionale? Qui non è in gioco il valore dei singoli candidati esterni alla guida di Banca d’Italia, ma la logica della continuità e dell’indipendenza dell’istituto, specie in un momento in cui il futuro numero uno della nostra banca centrale si troverà ad interloquire ogni giorno con Mario Draghi alla testa della Bce. Non capire questo aspetto cruciale vuol dire non comprendere che un’inutile mortificazione della Banca d’Italia rischia di provocare dimissioni a raffica e la fuga dei migliori cervelli di Via Nazionale.

Ma, oltre al metodo, c’è una questione di merito. Nessuno dubita delle capacità individuali di Bini Smaghi anche se non paragonabili alle prove di indipendenza da tutto e da tutti che in tanti anni ha dato Fabrizio Saccomanni, l’attuale direttore generale di Banca d’Italia che sarebbe il successore naturale di Draghi e che non per caso venne emarginato da Antonio Fazio, e ancor meno alla grande credibilità ed esperienza internazionale che lo stesso Saccomanni può vantare. Ma – come Sarkozy per primo certamente ricorda e come ricordano tutti gli italiani che hanno la schiena dritta – Bini Smaghi è anche quel banchiere centrale che prima dell’estate antepose pubblicamente i propri interessi personali a quelli generali del Paese e che minacciò di mandare in fumo gli accordi internazionali pro-Draghi non dimettendosi dal board della Bce se non fosse stato ricompensato con un importante incarico pubblico. Nemmeno la presidenza in scadenza dell’Antitrust gli sembrava adeguata.

Nessuno si sarebbe scandalizzato se il premier avesse per tempo assunto l’iniziativa promuovendo, come è logico che sia, Saccomanni a nuovo Governatore e suggerendo Bini Smaghi come nuovo direttore generale di Banca d’Italia al posto dello stesso Saccomanni. Sarebbe stato un accettabile compromesso. Qual è invece il segnale che il Governo e in primo luogo Berlusconi darebbero al Paese e soprattutto ai giovani proponendo la nomina di Bini Smaghi alla guida di Via Nazionale? Che si vogliono premiare i furbetti alla faccia dell’indipendenza e della meritocrazia. Ma la Banca d’Italia non è la Rai. Se lo ricordi, Cavaliere.

Commenta