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Bankitalia taglia le stime sul Pil 2015 (+0,4%)

Secondo l’ultimo bollettino della Banca d’Italia, i consumi sono in crescita, ma gli investimenti non ripartono – Migliora l’offerta del credito, ma non per le piccole imprese – Occupati in aumento dopo gli interventi sul cuneo fiscale – Nel 2015 Italia in deflazione

Bankitalia taglia le stime sul Pil 2015 (+0,4%)

La Banca d’Italia taglia le stime sul Pil italiano 2015, ora visto in crescita solo dello 0,4%, contro il +1,3% previsto a luglio. Più sostenuto l’incremento atteso per il 2016, pari al +1,2%, che comunque manterrebbe il nostro Paese “ancora oltre 7 punti percentuali sotto il livello del 2007”. Nel suo ultimo bollettino economico, Palazzo Koch segnala inoltre che “resta ampia l’incertezza attorno a questi valori” e che “sarà cruciale l’intensità della ripresa della spesa per investimenti: un rapido miglioramento delle prospettive di domanda e delle condizioni finanziarie potrebbe accrescerla, nonostante l’elevato grado di capacità produttiva inutilizzata. Un andamento più favorevole dell’attività si avrebbe se il prezzo del petrolio si mantenesse sui valori degli ultimi giorni”.

CONSUMI IN CRESCITA, MA GLI INVESTIMENTI NON RIPARTONO

Secondo Bankitalia, “negli ultimi trimestri i consumi hanno ripreso a crescere in misura contenuta, in linea con l’andamento del reddito disponibile sostenuto dalle misure adottate dal Governo”, ma “il loro contributo alla crescita dell’economia è stato controbilanciato dalla flessione degli investimenti, frenati dagli ampi margini di capacità inutilizzata, dall’elevata incertezza sulle prospettive della domanda e dalle difficoltà dell’edilizia”.

MIGLIORA OFFERTA CREDITO, MA NON PER PICCOLE IMPRESE

Quanto alle condizioni di offerta di credito alle imprese, “secondo le rilevazioni più recenti sono migliorate – scrive ancora la Banca d’Italia –, ma restano più stringenti per quelle di minore dimensione. I tassi d’interesse medi sui nuovi prestiti sono scesi gradualmente, pur mantenendosi superiori a quelli dell’area euro (di circa 30 punti base per imprese e famiglie). Fattori di domanda legati alla debolezza degli investimenti, unitamente alla percezione di un alto rischio di credito per alcune categorie di imprese, frenano ancora la dinamica dei finanziamenti”.

OCCUPATI IN AUMENTO DOPO TAGLIO CUNEO FISCALE

Sul versante dell’occupazione, invece, Palazzo Koch sottolinea che il dato dovrebbe espandersi “complessivamente di poco meno dell’1% nel biennio 2015-16. Circa un terzo dell’aumento deriverebbe dalle misure di riduzione del cuneo fiscale contenute nella legge di stabilità: in particolare, il taglio dell’Irap e la decontribuzione per i lavoratori assunti nel 2015 con contratti a tempo indeterminato”.

DEFLAZIONE NEL 2015: PREZZI -0,2%

Per quel che concerne l’andamento dei prezzi, infine, la Banca d’Italia prevede che il 2015 italiano si chiuderà in deflazione, seppur di una percentuale marginale (-0,2%), “risentendo in larga misura del forte calo delle quotazioni del petrolio. Al netto delle componenti energetica e alimentare l’aumento dei prezzi sarebbe comunque basso, pari allo 0,6%”. L’inflazione, aggiunge Via Nazionale, dovrebbe poi rimanere al di sotto dell’1% anche nel 2016 (allo 0,7%).

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