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Bankitalia: Pil in ripresa nel 2013, +0,8%

Meglio del previsto l’ultima stima fornita oggi dal direttore generale di Palazzo Koch, Fabrizio Saccomanni, sulla futura crescita del Paese – Dal 2013 si registrerà inoltre una “riduzione dell’incidenza del debito sul Pil anche in scenari non favorevoli”.

Bankitalia: Pil in ripresa nel 2013, +0,8%

Dopo un 2012 in recessione, l’Italia crescerà dello 0,8% nel 2013. La nuova previsione è della Banca d’Italia ed è stata illustrata dal direttore generale dell’istituto, Fabrizio Saccomanni, nel corso di un incontro a Brasilia organizzato dall’Associazione Guido Carli.

Il dato contrasta fortemente con le stime del centro studi Prometeia, secondo cui nel 2012 il Pil calerà dell’1,7%, mentre l’anno successivo assisteremo a una crescita molto lieve, vicina alla stagnazione (+0,2%), e la vera ripresa arriverà solo nel 2014.

Saccomanni ha anche confermato la previsione di via Nazionale sull’avanzo primario dell’anno prossimo, che dovrebbe essere intorno al 5% del Pil. Dal 2013 si registrerà inoltre una “riduzione dell’incidenza del debito sul Pil anche in scenari non favorevoli“, ha specificato il direttore generale di Palazzo Koch.

Per l’anno in corso, invece, a presentare l’ultima stima di Bankitalia era stato il governatore, Ignazio Visco, che nel corso dell’ultima fiera di Assiom Forex aveva parlato di una contrazione del Pil pari all’1,5%.

Saccomanni oggi si è espresso anche sul tema del lavoro – nel pomeriggio si terrà un altro vertice fra il ministro Fornero e le parti sociali – sostenendo la necessità di una riforma che riduca “l’attuale assetto duale e rivedere la flessibilità in entrata e in uscita”.

Ma non basta. Il cammino delle riforme per riavviare la crescita “non è finito – ha aggiunto – servono altre riforme per migliorare la qualità dei servizi pubblici (istruzione, giustizia, eccetera), specialmente nel Mezzogiorno, e per realizzare ulteriori progressi nella lotta all’evasione, così da ridurre il carico fiscale sulle attività economiche regolari”. Nuovi provvedimenti – ha concluso Saccomanni – saranno necessari “per accrescere la competizione tra le università e per ridurre gli ostacoli alla crescita dimensionale delle imprese”.

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