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Visco: recessione nel 2012 e ripresa economica solo nel 2013

L’INTERVENTO DEL GOVERNATORE AL FOREX – A dicembre crollo record dei prestiti delle banche alle imprese – La Bce ha cambiato l’orizzonte – Per l’economia italiana ancora recessione e solo a fine 2012 stagnazione, ma dal 2013 tutto lascia prevedere la ripresa – Bene il Governo Monti: servono liberalizzazioni e riforme – Le banche devono fare di più.

Visco: recessione nel 2012 e ripresa economica solo nel 2013

L’abbondante liquidità messa a disposizione del sistema bancario da parte dell’Eurosistema ha evitato il rischio di un’acuta crisi di funding, ma ora le banche italiane devono fare la loro parte: “svolgendo bene la loro funzione di allocazione del credito, in una gestione sana e prudente, con acuita capacità selettiva. Lo richiede la loro stessa ragion d’essere, è cruciale che l’economia non entri in asfissia creditizia, deperendo e trascinando con sé anche le prospettive del sistema bancario”. È il monito che il Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco esprime oggi a Parma, in occasione della fiera di Assiom Forex.

A dicembre il credito bancario al settore privato ha registrato infatti un record negativo: -20 miliardi, un dato che impensierisce il Governatore. “L’entità della diminuzione è molto elevata nel confronto storico – osserva – si è certo ridimensionata la domanda di finanziamenti, per le sfavorevoli condizioni cicliche, ma le indagini svolte segnalano anche un irrigidimento delle condizioni del credito alle imprese”. Alla base di questa situazione ci sono le difficoltà di raccolta sui mercati (-2,8 nel 2011) e i crescenti rischi di credito. Ma il sostegno della Bce e dell’Eurosistema nel suo complesso (per le banche italiane fondi lordi a tre anni per 116 miliardi, 60 netti e la seconda operazione a tre anni partirà il 29 febbraio) deve consolidare le banche nel loro ruolo. Le prospettive che l’Italia ha davanti infatti sono recessive e per invertire la rotta ci vuole uno sforzo comune. Secondo l’ultimo bollettino economico di Bankitalia il 2012 registrerà un arretramento dell’1,5% del pil. Ma si tratta di “previsione incerta”. E “bisogna guardare avanti, operare perché con la normalizzazione delle condizioni sui mercati finanziari e del credito sia possibile stabilizzare l’attività produttiva in Italia già nella seconda metà del 2012 e tornare a un’espansione del reddito il prossimo anno”.

Ovviamente il credito non è una panacea generale. Quindi sono fondamentali le riforme governative per ridare slancio all’economia, come liberalizzazioni e norme favorevoli allo sviluppo, perché “bisogna garantire a chi investe e crea occasioni di lavoro condizioni favorevoli “. E attenzione al malaffare: no ad “agevolazioni finanziarie”, si ad “adeguate infrastrutture materiali”; no all’economia sommersa, si a combattere “ma con decisione” l’evasione fiscale. Fra gli interventi governativi più recenti Bankitalia apprezza il divieto di incarichi contestuali in imprese concorrenti ed è pronta a contribuire per superare “talune incertezze interpretative”. La governace è inoltre un luogo dove si può risparmiare: perché “interventi incisivi sui costi si potranno conseguire anche dalla semplificazione degli assetti di governo societario”. Mentre “le esigenze di rafforzamento patrimoniale possono essere soddisfatte senza una contrazione dei finanziamenti all’economia. Ci aspettiamo che le prossime decisioni delle banche in tema di politiche dei dividendi e di remunerazione dei manager tengano conto di questa necessità. Al riguardo la Banca d’Italia sta per fornire indicazioni volte a orientare le loro scelte in materia”.

A favore delle banche italiane Visco pone il rapporto “tra il totale delle attività di bilancio e il patrimonio di base inferiore a 20, a fronte di una media di 33 per i principali gruppi europei”. L’ultima raccomandazione dell’Eba d’altra parte mirava a rendere il sistema più resistente a fronte di elevate tensioni sul rischio sovrano e la possibilità di nuovi show. In un’equa distribuzione di responsabilità della fase attuale Visco chiama inevitabilmente anche l’Europa: “Il procedere incerto e poco efficace del programma di assistenza alla Grecia e i tempi lunghi per una soluzione”. E le inquietudini degli investitori sui titoli di stato italiani sono oggi attenuate, ma non dissipate “. Quello che fa oggi l’Italia va bene e su quella strada bisogna continuare, ma bisogna anche aiutare i mercati a capire, perché “gli operatori tendono a rincorrere comportamenti imitativi che alimentano il contagio finanziario”.

In questo campo le agenzie di rating dovrebbero portare corrette informazioni e chiarezza, ma non sempre sono apparse in grado di svolgere adeguatamente il loro lavoro: “andrebbero definiti standard appropriati e sarebbe opportuno che si sviluppassero relazioni trasparenti tra le agenzie e le istituzioni indipendenti nazionali e sovranazionali che svolgono per mandato analoghi compiti di valutazione”.

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