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Bankitalia: il caos sui mercati taglia la ricchezza degli italiani

Nel rapporto sulla stabilità finanziaria via Nazionale sottolinea come “il calo dei prezzi delle attività ha determinato una riduzione della ricchezza finanziaria delle famiglie che alla fine di giugno era inferiore del 2 per cento (poco meno di 85 miliardi) – “Lo spread potrebbe costare oltre 5 miliardi nel 2019” – Alert su banche e assicurazioni

Bankitalia: il caos sui mercati taglia la ricchezza degli italiani

È un quadro a tinte fosche quello dipinto da Bankitalia sull’economia italiana, dominata da un clima d’incertezza che oltre a far male a banche ed assicurazioni comincia a colpire anche le famiglie.

LA RICCHEZZA DELLE FAMIGLIE

“La situazione finanziaria complessiva delle famiglie italiane rimane solida. La ricchezza è elevata nel confronto internazionale, il grado di indebitamento è tra i più bassi nell’area dell’euro e concentrato presso i nuclei con maggiori capacità di sostenerne l’onere”. Come tutte le storie che si rispettano però, arriva un ma: “il calo dei prezzi delle attività ha determinato una riduzione del valore della ricchezza finanziaria delle famiglie che alla fine di giugno era inferiore del 2 per cento (poco meno di 85 miliardi) rispetto alla fine del 2017, nonostante i significativi investimenti netti (oltre 24 miliardi)”.

Nonostante in molti continuino a pensare che il rialzo dello spread e dei rendimenti sui titoli di stato non rappresenti un problema per l’economia reale, Bankitalia lancia l’allarme per famiglie e risparmiatori:“negli ultimi mesi il peggioramento dei corsi azionari e obbligazionari si sarebbe riflesso in un’ulteriore perdita di valore di circa l’1,5 per cento. Il risparmio finanziario è infatti investito per la metà in attività esposte alle tensioni sui mercati (obbligazioni pubbliche e private, azioni, fondi comuni, fondi pensione e alcuni prodotti assicurativi). Gli investimenti in queste attività”, sottolinea Bankitalia “sono più elevati per le famiglie con redditi superiori alla mediana; incidono tuttavia per una frazione non trascurabile (circa il 25 per cento) anche sulla ricchezza dei nuclei con redditi più bassi”.

SALE LA SPESA PER INTERESSI

Non solo, “l’incremento dei tassi all’emissione dei titoli di Stato ha determinato negli ultimi sei mesi un’espansione della spesa per interessi di quasi 1,5 miliardi rispetto a quella che si sarebbe avuta con i tassi che i mercati si aspettavano in aprile; costerebbe oltre 5 miliardi nel 2019 e circa 9 nel 2020 se i tassi dovessero restare coerenti con le attuali aspettative dei mercati”. Un ulteriore e duraturo rialzo dei rendimenti tra l’altro “aumenta il rischio che la dinamica del debito si collochi su una traiettoria crescente”, afferma Palazzo Koch

Rimanendo sui Btp, Bankitalia evidenzia che “da maggio i rendimenti dei titoli di Stato italiani hanno subito un marcato e persistente rialzo e il valore medio di mercato dei titoli in circolazione si è ridotto di circa il 9 per cento”. Una tendenza che rischia anche di vanificare l’impulso espansivo che il governo si attende dalla Manovra.

INVESTITORI STRANIERI IN FUGA

In questo contesto i tecnici di via Nazionale parlano anche di “ingenti vendite da parte degli investitori esteri” dei titoli di Stato italiani. La quota degli esteri si è quindi ridotta di circa tre punti percentuali, al 24%, nel secondo trimestre, “la variazione negativa più alta dal secondo trimestre 2012”, proseguendo nel terzo trimestre “sebbene a un ritmo più moderato”.

I PROBLEMI PER BANCHE E ASSICURAZIONI

“Il processo di rafforzamento dei bilanci delle banche risente negativamente delle tensioni sul mercato del debito sovrano, che hanno determinato un peggioramento degli indicatori di liquidità e di patrimonializzazione e un aumento dei rischi di mercato”, sottolinea Bankitalia nel rapporto sulla stabilità finanziaria aggiungendo che “il capitale delle banche meno significative risentirebbe di eventuali ulteriori perdite di valore dei titoli pubblici in misura maggiore rispetto a quello dei gruppi significativi”.

Pur in questo contesto, dice via Nazionale, il settore bancario prosegue sulla strada di un “miglioramento della qualità del credito e il recupero della redditività e lo stock di prestiti deteriorati continua a ridursi a ritmi sostenuti”.

Anche il settore assicurativo è “particolarmente esposto al rischio sovrano” e anche se “gli indici di solvibilità delle compagnie sono in media ampiamente al di sopra dei minimi regolamentari questi “hanno registrato una consistente riduzione” e eventuali ulteriori forti svalutazioni dei titoli avrebbero effetti rilevanti sulla posizione di solvibilità delle assicurazioni”.

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