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Banche venete, si decide tutto nel weekend

Ore cruciali per il perfezionamento dell’operazione Intesa su Pop Vicenza e Veneto Banca: Padoan prepara tre provvedimenti (sulla liquidazione coatta amministrativa, sulla nomina dei commissari e sull’utilizzo dei 20 miliardi pubblici per le banche) – Tempesta su Carige e Ubi – Il petrolio risale

Banche venete, si decide tutto nel weekend

Aleggia un certo ottimismo sui cieli della finanza globale. Tokyo (+0,1%) si appresta a chiudere con un modesto rialzo una settimana positiva. Wall Street, piatta, aspetta di capire se Trump riuscirà finalmente a strappare un voto positivo dal Senato sulla riforma sanitaria. L’Europa applaude all’intesa storica tra i partner sulla difesa comune, primo effetto concreto dell’elezione di Macron.

Buone nuove anche per le banche italiane: l’offerta di Intesa sugli istituti veneti potrebbe esser accolta già nel week end. Anche se l’operazione dovrà ottenere l’assenso tutt’altro che scontato di Bruxelles, la prospettiva ha messo di buonumore il mercato. Resta l’incognita del petrolio debole ma, tutto sommato, tutto sembra filare per il verso giusto. O quasi. Il sassolino che minaccia di ingrippare un motore quasi perfetto è l’indagine nelle autorità di Pechino sul “rischio sistemico” rappresentato da di alcuni grandi investitori cinesi.

Le autorità hanno messo sotto la lente lo shopping estero di diversi gruppi peraltro ben ammanicati con la politica che nell’ultimo anno hanno comprato un po’ di tutto, dal Waldorf Astoria al 10% di Deutsche Bank. Nel mirino sono finiti il gigante dell’entertainment Dalian, ; la conglomerata Hna ed il colosso Fosun (Club Med) e Anbang, già in affari con Jareed Kushner, il genero di Donald Trump. Ma anche la Rossoneri Sport, il veicolo creato per l’acquisto del Milan, operazione che già aveva sollevato le perplessità di Pan Gongsheng, il vicegovernatore della People’s bank of China.

LA FED PROMUOVE I BILANCI DELLE GRANDI BANCHE. ORACLE SUPERSTAR

Stamattina la Borsa del Giappone è poco mossa nel finale di seduta, l’indice Nikkei sale dello 0,1%, la settimana si chiude con un guadagno dello 0,9%. Shanghai perde lo 0,5% quando manca circa un’ora dal termine delle contrattazioni, Hong Kong +0,1%. Seul +0,3%, Mumbai +0,2%.

Debole Wall Street. Il Dow Jones (-0,06%) ha chiuso in rosso dopo aver cancellato i guadagni iniziali. Negativo anche l’S& P 500 (-0,05%). Lievi progressi per il Nasdaq (+0,04%). Brilla il settore salute (+1%), in rialzo per la quinta seduta consecutiva in attesa del voto, peraltro incerto, sulla riforma sanitaria messa a punto dai repubblicani al Senato.

Non mancano le novità sul fronte societario. Vola in rialzo Oracle (+9%) sopra quota 50 dollari, un prezzo che non si vedeva dai tempi della bolla Internet nel 2000 sull’onda dei dati del trimestre “il migliore di sempre” secondo il co-Ceo Mark Hurd.

Sale Tesla (+1,6%): il colosso dell’auto elettrica è in trattativa con la municipalità di Shanghai per aprire una fabbrica in Cina.

Debutto con il botto per la filiale americana di Altice, il colosso del francese Patrick Drahi. Il titolo, la prima Ipo nelle tlc da 17 anni, è stato collocato a 30 dollari per una raccolta di 1,4 miliardi di dollari.

Offerta non sollecitata su American Airlines (+3,14%) da parte di Qatar Airways. La compagnia del Golfo ha fatto sapere di avere intenzione di effettuare un investimento significativo nella compagnia aerea americana, ovvero una quota pari a circa il 10%.

Dopo la chiusura dei mercati la Fed ha fatto sapere che i 34 maggiori gruppi bancari Usa hanno superato lo stress test: la finanza Usa è in grado di reggere a nove trimestri consecutivi di recessione con perdite potenziali per 383 miliardi di dollari. L’esito degli stress test, ampiamente positivo, potrebbe dare più forza politica ad un alleggerimento delle norme che limitano le attività più speculative delle banche, uno dei cavalli di battaglia di Donald Trump.

PETROLIO, SI FERMA LA FRANA. IN RIBASSO SAIPEM

Ancora in ribasso il settore energia -0,1%, ma si riduce la pressione delle vendite (-3,1% nelle tre riunioni precedenti). Il greggio è in lieve rialzo a New York dopo aver toccato i minimi da agosto 2016. Il Wti ha chiuso a 42,74 e il Brent a 45,21 dollari al barile.

A Piazza Affari frenano Eni (-0,3%) e Saipem (-0,9%), nonostante Morgan Stanley abbia confermato il giudizio Overweight, tagliando però il target price a 5,50 euro da 6,0 euro. Malgrado il deterioramento del macro scenario, gli analisti americani considerano l’azione sottovalutata a 4,8 volte l’Ev/Ebitda 2018 rispetto a una media storica di 8 volte. Tenaris +0,5%. 

ANCORA IN RIBASSO LO SPREAD. IN ASTA 3,5 MILIARDI DI CTZ E BTPEI

Seduta contrastata anche per le principali borse europee. Milano si ferma in fondo al plotone dei listini con un ribasso dello 0,67%,a 20.952 punti. A fine giornata Madrid perde lo 0,29%; Londra -0,11%; Parigi +0,15%; Francoforte +0,15%.

La crescita dell’Eurozona è più forte del previsto. E si allarga, grazie alla domanda interna, scrive la Banca centrale europea nel suo bollettino mensile. Per questo si escludono nuovi tagli dei tassi di interesse. Ma il programma di acquisto titoli – a un ritmo di 60 miliardi al mese – proseguirà almeno fino a dicembre. Il rispetto del Patto di Stabilità, ammonisce Francoforte, è insufficiente e riforme lente e aggiustamenti di bilancio frenano la crescita.

Il presidente Emmanuel Macron, al suo primo vertice europeo alla guida della Francia, ha annunciato un passo avanti “storico” dei Paesi europei verso una Difesa comune. Prende così corpo l’ipotesi di un risiko delle aziende europee del settore. In prima fila le possibili alleanze di Leonardo (-1,03%).

Ancora positivi i titoli governativi: dopo una discesa a 160 punti base, record dall’11 gennaio, la forbice tra il tasso decennale italiano e l’equivalente Bund è tornato in chiusura a 165 centesimi, un tick oltre ieri sera: l’8 giugno scorso, data dell’ultimo direttivo della Bce sui tassi, lo spread Italia/Germania era tornato a superare i 200 punti base.

Sulla forbice tra i periferici europei e la carta tedesca ha un’influenza l’andamento dei prezzi del greggio, legato a doppio filo alle aspettative di inflazione su cui la Bce calibra la politica monetaria.

In occasione dell’asta di martedì prossimo 27 giugno il ministero dell’Economia metterà a disposizione degli investitori fino a 3,5 miliardi di euro tra Ctz e Btp indicizzati. Sul piatto per 2/2,5 miliardi la terza tranche del Ctz 30 maggio 2019 insieme a un importo tra 500 milioni e un miliardo sulle scadenze indicizzate 15 maggio 2022 e 15 settembre 2026.

BANCHE VENETE, IL D-DAY È ALLE PORTE. AVANZA INTESA

Le prossime ore saranno decisive per la soluzione della crisi delle banche venete. Il governo, chiamato a fornire la “cornice legislativa definitiva” richiesta da Intesa Sanpaolo per procedere con l’offerta, ha solo pochissimi giorni di tempo per mettere a punto almeno tre provvedimenti: la liquidazione coatta amministrativa di Veneto Banca e di Banca Popolare di Vicenza, la nomina dei commissari, l’allargamento delle possibilità di utilizzo dei 20 miliardi di euro stanziati a Natale per gestire la crisi delle banche.

Il costo complessivo dell’operazione, sommando i 9 miliardi di euro di crediti in sofferenza lordi e i crediti dubbi al fondo per i dipendenti in esubero, dovrebbe aggirarsi sui 20 miliardi di euro. Tutto si deve chiudere entro il week end, in modo che il nuovo decreto possa arrivare al Quirinale entro domenica sera.

 Intanto Intesa Sanpaolo +0,7% ha difeso ieri le posizioni in Borsa dopo l’annuncio dell’offerta al prezzo simbolico di 1 euro su Popolare Vicenza e Veneto Banca. Ma non mancano le opposizioni. Forza Italia e Movimento 5 Stelle hanno parlato di un regalo alla banca. Gli analisti invece si chiedono se e in che misura le autorità europee daranno il via libera a un’operazione che richiede un intervento importante da parte del governo.

ANCORA TEMPESTA SU CARIGE, UBI (E BAZOLI) NEL MIRINO DELLA PROCURA

Intanto Ubi (-0,9%) deve prender atto della richiesta di rinvio a giudizio della Procura di Bergamo nei confronti dell’ad Victor Massiah, del presidente e del vicepresidente del consiglio di sorveglianza Andrea Moltrasio e Mario Cera, dell’ex presidente del consiglio di gestione Franco Polotti, dell’ex presidente del Cdg di Banca Lombarda e Piemontese Giovanni Bazoli, e di altre 25 persone. 

Ancora nel mirino Banca Carige, in flessione del 4,63%: pesa l’ipotesi di un aumento di capitale che potrebbe arrivare fino a 800 milioni. Unicredit -1,7%, Banco BPM -2%, Bper Banca -0,2%. Una decisione sulla partecipazione in Arca dovrebbe essere presa nel giro di tre settimane.

Non mancano i segnali positivi in arrivo dagli operatori internazionali. Scott Mather, del colosso Pimco, ha detto ieri che “il piano di salvataggio del sistema bancario italiano funzionerà anche se sta prendendo troppo tempo”. Il manager ha ricordato che altri paesi hanno avuto difficoltà maggiori che hanno però aggredito più velocemente. “Quello degli Npl italiani non è un problema molto grande se lo si confronta con le dimensioni della sua economia”.

Intanto Banor Sim, boutique d’affari molto vicina a grandi case internazionali (compresa Goldman Sachs) è ottimista sulle prospettive del sistema bancario italiano tanto da aver comprato, dopo l’esito positivo dell’aumento Unicredit, bond senior di Mps e Popolare di Vicenza. Per l’ad Massimiliano Cagliero proprio il settore bancario, sarà quello che più verosimilmente attirerà i flussi degli investitori statunitensi.

“Sentiamo dagli investitori americani che la variabile delle banche pesa di più di quella delle elezioni nella percezione del rischio Italia. Se si risolvono le emergenze, proprio quello bancario potrebbe essere il settore in Italia dove gli americani sarebbero interessati a investire perché i multipli sono molto interessanti”, ha sottolineato Cagliero.

STM MAGLIA NERO. ACCELERA L’AUTOMOTIVE

Il titolo peggiore è Stm (-2,2%) che ieri ha lanciato un bond per 1,5 miliardi di euro. Riflettori su Italgas (+0,8%). Oggi si terrà l’asta per Gas Natural. Italgas si è detta interessata agli asset italiani. Positivo l’automotive (indice di settore +0.9%). Rimbalza Fiat Chrysler +2,5%. L’indice Stoxx delle società dell’automotive guadagna lo 0,9%. Ferrari ha guadagnato lo 0,69% a 80,4 euro. Mediobanca Securities ha confermato la raccomandazione outperform e il prezzo obiettivo a 83 euro sul titolo dichiarando che l’interesse di vari soggetti per Ducati e’ un’altra dimostrazione del forte interesse per i brand globali.L’attenzione per la casa bolognese favorisce anche il rialzo di Piaggio +4%.

Brilla Carraro (+3,7%) dopo la firma per una jv in Cina.

LA ROMA HA FATTO GOAL. RIMBALZA LA JUVE

Calcio ancora sotto i riflettori. Riprende quota il titolo Juventus (+3,5%). Sotto i riflettori la Roma. Ieri sera la proprietà ha sottoscritto un contratto di finanziamento da 175 milioni con Goldman Sachs International e UniCredit perfezionando la rinegoziazione dei termini e delle condizioni dell’operazione conclusa il 12 febbraio 2015.

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