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Agenzia delle Entrate: stretta su evasori ed esercenti di slot machine

Il Fisco è pronto a spedire 210 mila lettere ai contribuenti che non sono in regola con il fisco perchè paghino il dovuto onde evitare ulteriori accertamenti – Nel mirino del fisco gli esercenti delle slot machine, i contribuenti soggetti a studi di settore, i professionisti e le partite Iva – Sotto tiro anche chi ha portato capitali all’estero

Agenzia delle Entrate: stretta su evasori ed esercenti di slot machine

Nel mirino del fisco c’è soprattutto chi ha portato capitali all’estero e che ha l’occasione di mettersi in regola con la voluntary disclosure. Ma non solo. La direttrice dell’Agenzia delle Entrate, Rossella Orlandi, ha annunciato al “Corriere della Sera” una stretta del fisco contro l’evasione fiscale che a breve comporterà l’invio di 210 mila lettere a contribuenti che non sono in regola e che dovranno farlo prima che scattino ulteriori accertamenti ed eventuali sanzioni.

Sotto tiro il fisco tiene in particolare 5mila esercenti di slot machine “che non hanno dichiarato tutte le somme incassate” ma anche “200 persone fisiche con appartamenti all’estero non denunciati”.

Nella platea dei contribuenti che stanno per ricevere l’invito dell’ Agenzia delle Entrate a mettersi in regola col fisco al più presto ci sono 190 mila soggetti a studi di settore, commercianti in testa.

Poi ci sono 20 mila contribuenti di tre categorie su cui il fisco vuol vedere chiaro e cioè: 1) coloro che non hanno dichiarato tutte le plusvalenze incassate da attività finanziarie; 2) i professionisti che non hanno denunciato tutti i compensi; 3) i soggetti Iva con un volume d’affari inferiore alle fatture comunicate al fisco dai clienti con lo spesoemetro.

In tutto si tratta di un imponibile non dichiarato  di 1,3 miliardi di euro. Ora però il fisco presenta il conto. Ma ai pesci grossi o a quelli piccoli? Spiega la Orlandi: “I grandi contribuenti, con un fatturato sopra i 100 milioni, sono ormai tutti controllati almeno una volta ogni due anni. Dei medi, tra i 5 e i 10 milioni, ne controlliamo il 15-20% ogni anno, mentre per i piccoli non riusciamo ad andare oltre il 2,5% perché sono troppi, ma stiamo cercando di costruire con loro un rapporto trasparente e collaborativo per indurli a una maggiore compliance”.

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