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Unicredit regina fa volare Milano, Tenaris affonda

Milano chiude con il miglior risultato in Europa, + 1,02%. Londra soffre per la riduzione delle stime di crescita e per l’indebolimento della sterlina – Francoforte cede su Beiersdorf penalizzata da un attacco informatico a fine giugno – Wall Street piatta – Euro sempre forte sul dollaro – A Milano Ferrari in rimonta, nel segmento Star si segnala l’Aeroporto di Bologna entrato nella galassia Atlantia – Bene Ferragamo e Rcs tornata in utile – Cede Telecom Italia

Unicredit regina fa volare Milano, Tenaris affonda

Piazza Affari rinforza nella seconda parte della giornata e chiude in rialzo dell’1,02%, 21.793 punti, migliore in Europa, con Unicredit, +7,34%, regina del Ftse Mib, grazie a risultati trimestrali superiori alle attese. Pesante la seduta di Tenaris – 7,16%. Nel segmento Star si distingue l’Aeroporto Marconi, +9,84%, con le azioni a 15,41 euro, vicine a 15,5 euro, prezzo pagato da Atlantia (+0,61%) per acquisire il 29,38% del capitale dello scalo bolognese. Primo azionista è ancora la Camera di Commercio petroniana con il 37,53%. 

Contrastate le altre piazze europee: Londra +0,89%, spinta anche dal ribasso della sterlina; Parigi +0,55%; Madrid +0,31%. Francoforte cede lo 0,2%, con i titoli di Beiersdorf (Nivea, Eucerin, Labello e Tesa) in calo (-1,7%) dopo la buona trimestrale; pesa un cyber attacco che ha paralizzato le attività del gruppo a fine giugno.

Poco mossa Wall Street. Il Dow è piatto e, per ora, si mantiene oltre la soglia record di 22.000 punti, mentre Nasdaq e S&P si muovono sotto  la parità. I tecnologici prendono fiato a partire da Apple, dopo i nuovi massimi raggiunti ieri. Corre Tesla (al momento guadagna il 6% e oltre), dopo aver presentato ricavi trimestrali più che raddoppiati e buone prospettive per il lancio della nuova Model 3.

L’euro resta forte contro il dollaro e scambia a 1,188 (+0,21%). S’indebolisce la sterlina, (cross euro sterlina 0,9040, +0,81%) con il taglio sulle stime di crescita 2017-18 di Bank of England. Nel rapporto mensile della Bce invece si afferma  che l’espansione economica dell’Eurozona si sta rafforzando e la ripresa potrebbe essere superiore alle attese, nonostante la lenta attuazione delle riforme strutturali. L’istituto centrale resta fiducioso sulla graduale convergenza dell’inflazione verso l’obiettivo del 2%, ma  ribadisce l’impegno, in caso di necessità, ad aumentare l’entità e la durata del Quantitative easing.

Seduta moderatamente positiva per il secondario: il rendimento del Btp 10 anni scende sotto la soglia del 2%, a 1,98%, lo spread con il Bund risulta stabile a 152.80 (-0,07%).

Frazionali guadagni per l’oro, +0,22%, 1269,535 dollari l’oncia, e il petrolio, Brent +0,86%, 52,81 dollari al barile.

Fra le big di Piazza Affari, oggi Unicredit beneficia dei conti e di un ritorno al dividendo cash per l’esercizio 2017 con una proposta di payout del 20%, che resterà tale per tutto l’arco del piano strategico, quindi per il 2018 e il 2019. Fra i bancari brillano anche Ubi +1,69% e Bper +1,85%.

Rimbalza Ferrari, +2,34%, dopo le prese di profitto di ieri. In recupero Ferragamo +0,95%. Performance brillante per Buzzi +1,47%.

In fondo al listino si ferma Tenaris, sulla scia dei risultati e soprattutto delle indicazioni date per il resto dell’anno. Giù Campari, -2,23%, che delude il mercato per una marginalità operativa in ridimensionamento al 19,3% dal 19,7%. In rosso Poste -2,47% e Prysmian -1,5%. Debole Brembo -0,84%. 

Telecom cede lo 0,46%. Mercoledì il ministro dello sviluppo Economico ha chiesto alla presidenza del Consiglio di aprire un’istruttoria “al fine di valutare la sussistenza di obblighi di notifica e, più in generale, l’esercizio di poteri speciali sugli assetti societari di Tim”.

Infine, fra i titoli minori, gli acquisti premiano Rcs, +1,91%, che rivede l’utile semestrale dopo nove anni. Debole il gruppo editoriale Gedi, -0,45%. Secondo quanto emerge da una comunicazione internal dealing, John Elkann, presidente di Exor (+0,78%), ha acquisito 250mila azioni ordinarie del gruppo Gedi, sorto dall’integrazione tra l’Espresso e Itedi, al prezzo unitario di 0,7830 euro per un totale di oltre 195mila euro. L’operazione risale al 31 luglio.

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