Condividi

Unicredit prepara una nuova cessione da 3 miliardi Npl

L’indiscrezione riportata da Bloomberg non viene commentata dal gruppo creditizio. In ballo tre nuovi pacchetti – Narciso, Torino e Milano – da finalizzare entro il prossimo mese

Unicredit prepara una nuova cessione da 3 miliardi Npl

UniCredit si prepara a vendere altri 3 miliardi di Npl. La notizia viene anticipata da Bloomberg secondo il quale il gruppo bancario guidato da Jean Pierre Mustier vorrebbe anche estendere una partnership per gestire i debiti corporate incagliati come parte integrante della strategia di pulizia dei propri asset.

Secondo le indiscrezioni raccolte da Bloomberg, Unicredit starebbe valutando diverse offerte per la cessione di 700 milioni di prestiti non garantiti all’interno di un piano denominato Narciso da finalizzare il prossimo mese. La banca inoltre è alla ricerca di compratori per altri due portafogli npl, Torino e Milano, che congiuntamente ammontano a 1,8 miliardi di euro.
Il pacchetto Milano riguarderebbe prestiti garantiti per 800 milioni da piccole e medie imprese. Il pacchetto Torino, invece, include 1 miliardo di prestit prelevalentemente non garantiti. Le offerte andrebbero presentate il prossimo mese. A queste due operazioni, andrebbero poi aggiunti altri pacchetti minori – per un controvalore complessivo di 500 milioni – attribuibili a prestiti di grandi dimensioni accordati a singole imprese che nel frattempo hanno visto deteriorarsi la propria situazione economica e di solvibilità.
Unicredit, interpellata da Bloomberg, ha però declinato ogni commento sulle indiscrezioni raccolte dall’agenzia americana.
Vale la pena ricordare che l’operazione pulizia è uno dei perni della strategia di Mustier e che all’inizio dell’anno il gruppo ha ceduto il maxi-pachetto di Npl  – 17,7 milioni di euro – realizzando l’operazione più rilevante mai portata a termine in Italia. Unicredit sta portando avanti l’obiettivo di ridurre la propria esposizione su non performing loans a 37,9 miliardi a fine 2019 contro i 44,6 di fine marzo 2018.

 

Commenta