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Togni (Anev): “Eolico: è ora di accelerare. Si abbasserà la bolletta”

INTERVISTA a SIMONE TOGNI, Presidente  dell’Associazione Energia del vento. Dalla Strategia energetica del centrosinistra alla bozza di decreto del governo Lega-Cinquestelle: tanti capitoli aperti. Le aziende del settore chiedono semplificazioni autorizzative per facilitare la sostituzione dei vecchi impianti con quelli nuovi e più efficienti. “Benefici per le bollette”

Togni (Anev): “Eolico: è ora di accelerare. Si abbasserà la bolletta”

Con 70 Aziende associate, 10.000 Megawatt di potenza installati, 5 mila soggetti coinvolti e prospettive di sviluppo con il piano Clima ed Energia europeo, l’industria eolica italiana è nel pieno della transizione energetica. “Vogliamo salire a 12.680 Megawatt entro il 2020”, spiega Simone Togni, presidente  Associazione Nazionale Energia del Vento (Anev), in questa intervista a FIRSTonline.

Un buon obiettivo, ma qual è lo scenario nazionale ?

“Negli ultimi anni registriamo un rallentamento nel business, compreso il 2018. Il nuovo decreto ministeriale che regolerà il periodo 2019-2021 non porterà benefici significativi ed evidenti nel 2019, perché i tempi di realizzazione degli impianti non sono compatibili con le tempistiche così a breve scadenza. Il decreto è in bozza, ma i numeri che sono stati inseriti sono importanti. Nel 2020/21/22 dovremmo avere delle installazioni in numero consistente. Se si procederà anche per gli anni successivi ci potrebbe essere un recupero dei ritardi entro il 2030”.

Lega e M5S hanno ereditato una strategia energetica di lungo periodo. Anche loro vogliono le rinnovabili anche se i provvedimenti devono ancora arrivare. Voi che giudizio ne date?

“La Strategia Energetica Nazionale varata dal precedente governo ha individuato in maniera molto positiva degli obiettivi tendenziali e settoriali ambiziosi. Erano e sono in linea con i target europei al 2020. Nel frattempo, però, è mancata la predisposizione degli strumenti necessari a raggiungere quegli obiettivi. Ora entro la fine del 2019 l’Italia è chiamata a inviare a Bruxelles il Piano Clima ed Energia. Si definiranno percorsi e strumenti necessari a sostenere la crescita delle energie rinnovabili in linea gli obiettivi al 2030 e al 2050. Quello che per ora ha fatto il governo in carica è di aver predisposto un decreto che dovrebbe consentire di arrivare al 2021 con una crescita delle rinnovabili importante. Vedremo”.

Cosa chiedete?

“L’Anev sta dialogando con il governo per le tematiche di particolare interesse. Stiamo appunto definendo gli obiettivi al 2030, quando il nostro impegno potrebbe contribuire con un raddoppiamento dell’attuale potenza e un aumento significativo della produzione elettrica. La nostra industria in questi anni, grazie al gran numero di operatori industriali, è riuscita a diventare esportatrice di tecnologia. Andiamo bene, sia nella realizzazione di aerogeneratori che nella realizzazione di componentistica elettromeccanica. Un alto livello industriale che con gli aerogeneratori di nuova produzione garantisce un costo al kilowattora inferiore al costo del kilowattora che si forma nel mercato”.

Ci sono effetti sulla bolletta elettrica?

“Si. Sostenere la crescita dei nostri impianti significa una riduzione complessiva del costo della bolletta elettrica. Il raggiungimento della market parity per l’eolico italiano deve essere un driver di accelerazione nella realizzazione delle nuove iniziative. Ne beneficerebbe l’industria, l’occupazione nazionale, l’ambiente e anche le tasche dei consumatori”.

Ma dovete fare investimenti.  I parchi eolici sono ormai obsoleti .

“I 10.000 Megawatt installati sono figli di un percorso nato a metà degli anni ’90. Abbiamo un parco composito, ma ancora efficiente. E’ formato per un terzo da impianti molto vecchi, per una parte da impianti ancora efficienti e per un’altra parte composta da impianti di ultima generazione. Per gli obiettivi al 2030 e al 2050 il settore, per forza di cose, dovrà avere una accelerazione rispetto alle nuove installazioni. Sarà necessario da un lato avviare una importante opera di semplificazione autorizzativa per consentire l’ammodernamento del Parco obsoleto. Dall’altro bisognerà procedere alla sostituzione di impianti di vecchia generazione con macchine moderne. L’ammodernamento del Parco garantirebbe una riduzione anche dell’impatto paesaggistico. Ogni aerogeneratore di nuova generazione, infatti, sostituisce da 3 a 5 macchine obsolete a parità di potenza. Un piano generale di semplificazione ci consentirà di raggiungere gli obiettivi con maggiore efficienza e con tempistiche compatibili con l’obiettivo di riduzione delle emissioni climalteranti”. 

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