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Telecom Italia, per Flavio Cattaneo un divorzio da 25 milioni

Il Cda del colosso nazionale delle Tlc ha definito tempi e modalità dell’addio all’amministratore delegato, tra stipendio, premi, patto di non concorrenza. Parere non favorevole, ma non vincolante, del Collegio dei sindaci. Ecco tutti i dettagli. Giovedì la decisione sulla successione.

Telecom Italia, per Flavio Cattaneo un divorzio da 25 milioni

Il divorzio consensuale tra Flavio Cattaneo e Telecom Italia avverrà il 28 luglio, dopo l’approvazione dei conti del secondo trimestre 2017 e dopo l’approvazione della semestrale nel Cda di giovedì prossimo. Il giorno successivo Cattaneo illustrerà i risultati, tutti in crescita secondo le anticipazioni che lui stesso ha dato nelle ultime settimane. Il 31 decadrà anche dall’incarico di direttore generale. Poi, le strade del manager e quelle del gruppo di Tlc nazionale si separeranno definitivamente. Con un’intesa economica del valore di 25 milioni di euro dopo 16 mesi di lavoro sulla plancia di comando di Telecom Italia.

L’accordo economico è stato approvato dal Cda, dopo la riunione del Comitato nomine e con il parere non favorevole ma non vincolante del collegio sindacale. Intorno alle 20 di lunedì, il comunicato ufficiale: “L’accordo prevede l’erogazione al Dott. Cattaneo, alla cessazione del rapporto, dell’ammontare lordo di 22.9 milioni di euro a titolo di transazione riferiti ai compensi dovuti al Dott. Cattaneo sulla base del suo contratto con la Società, considerati in particolare il cosiddetto Special Award e l’MBO, in relazione all’attività già resa come Amministratore e al valore che risulta creato sulla base dei dati oggi disponibili. L’accordo, inoltre, prevede l’erogazione al Dott. Cattaneo dell’importo lordo di 2.1 milioni di euro a titolo di corrispettivo di un patto di non concorrenza, di non sollecitazione e non storno della durata di un anno nei confronti dei principali concorrenti di TIM in Italia e in Brasile, soggetto a claw-back in caso di violazione di tali obblighi (nonché il trasferimento di alcuni strumenti aziendali)”. 

La nota di Telecom Italia ricorda che l’Ad “detiene oggi n. 1.500.000 azioni ordinarie della Società”. E precisa che il Cd “ha dato avvio al piano di successione dell’Amministratore Delegato che, con il presidio del Comitato Nomine e Remunerazione, sarà oggetto di ulteriori determinazioni nella riunione già convocata per il 27 luglio”.

Ancora pochi giorni e Vivendi, socio di riferimento con il 23,9% del capitale, svelerà definitivamente il nuovo assetto di vertice. Dopo il divorzio, i francesi sono decisi a voltare pagina con due mosse: la creazione di un triumvirato, che si spartirà le deleghe dell’ad uscente e che sarà composto dal presidente Arnaud de Puyfontaine, dal vicepresidente Giuseppe Recchi e dal nuovo direttore generale, l’israeliano Amos Gemish, e la ripresa del dialogo con il Governo, sancito da un recente incontro tra il premier Paolo Gentiloni e il patron di Vivendi, Vincent Bolloré che ha promesso di non intralciare i programmi di Open Fiber sulla fibra. Proprio dal piano del governo sulla realizzazione della rete in fibra ottica, in grado di assicurare connessioni Internet in banda ultralarga, anche nelle zone poco commerciali, sono nate le tensioni tra Telecom e l’esecutivo. Cattaneo ha cambiato a sorpresa i programmi del gruppo, pronto a scendere in campo e contrastare i piani di Infratel e di Open Fiber (50% Enel e 50% Cdp) e ha lanciato il contro-piano Cassiopea che ora “è stato congelato“, sostengono fonti citate da Reuters. Un ulteriore segnale di distensione lanciato da Vivendi al governo italiano.

La vicenda Telecom, dopo 20 anni di traversie in seguito alla privatizzazione, ribaltoni, cambi di assetti proprietari e di vertice, non è finita. Si riaprono i temi di sempre: scorporo della rete (sì o no?), convergenza con Mediaset, accordi con i grandi gruppi europei (dalla francese Orange alla tedesca Deutsche Telekom). C’è molta carne al fuoco, non tutta si trasformerà in arrosto. Work in progress: prossimo appuntamento il 27 luglio.

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