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Tassa di soggiorno, gli albergatori dicono stop: “Ai turisti meglio far pagare una city tax”

La proposta di Federalberghi: sostituire l’imposta e assegnare ai Comuni una quota del gettito Iva prodotto da tutte le attività turistiche. “Perché chi pernotta nelle strutture ricettive già concorre in misura cospicua a coprire la Tari”

Tassa di soggiorno, gli albergatori dicono stop: “Ai turisti meglio far pagare una city tax”

Sostituire l’imposta di soggiorno con una “city tax” da far gestire ai Comuni. . È la proposta degli albergatori per i quali “individuare l’esercizio ricettivo come unico punto di prelievo nei confronti dei turisti è profondamente iniqua”. Lo ha sostenuto  il direttore generale di Federalberghi, Alessandro Nucara,  in audizione alla commissione Finanze del Senato.

Tassa di soggiorno, la proposta di Federalberghi    

Nucara ha puntualizzato che  “l’imposta di soggiorno non è pagata dagli escursionisti, che invadono le città senza pernottare, né da coloro che pernottano in alloggi semiclandestini”.  Viceversa, “chi soggiorna nelle strutture ricettive già concorre in misura cospicua al pagamento delle imposte locali, in primis la Tari. Perché oggi il prelievo grava su una sola delle attività che traggono beneficio dai flussi turistici”.

Tassa di soggiorno: “Meglio una city tax”

Ed ecco perciò il suggerimento: “Proponiamo pertanto di sostituire la tassa di soggiorno assegnando ai Comuni una quota del gettito Iva prodotto da tutte le attività turistiche ovvero istituendo una city tax”.

Tassa di soggiorno: quando è nata e perché

L’imposta di soggiorno è stata introdotta con la riforma del 2009 che ha dato il via al federalismo fiscale. La stragrande maggioranza dei Comuni ha immediatamente aderito alla riforma, altri si sono aggiunti via via nel tempo, altri dopo aver varato l’imposta  l’hanno nel frattempo sospesa, alcuni hanno deciso di applicarla solo dall’anno scorso (ad esempio Bari, Taranto, Caserta). L’anno scorso gli incassi dell’imposta hanno quasi sfiorato i 700 milioni, con un incremento del 9,5% sull’anno precedente.    

In ogni caso – ha aggiunto il direttore generale di Federalberghi – è necessaria una regolamentazione-quadro che disciplini in maniera uniforme l’imposta di soggiorno su tutto il territorio nazionale.

Tassa di soggiorno: “Ecco perché serve una revisione”

Una revisione che dovrebbe avvenire seguendo 4 princìpi cardine: 1) la trasparenza (ogni Comune deve dar conto di quanto incassa, di come spende tali risorse e dei risultati delle misure adottate); 2) la neutralità (l’imposta deve essere applicata in tutti gli alloggi turistici, dal grande albergo al piccolo appartamento); 3) la ragionevolezza (confermando il tetto massimo di cinque euro per persona, “che già oggi costituisce una sovrattassa cospicua, mediamente pari a circa l’8% del prezzo”); 4) il coinvolgimento (le decisioni concernenti l’istituzione della tassa e la destinazione del gettito devono essere prese con la partecipazione degli operatori).

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