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Roveda (Aedes): “Gli outlet non hanno paura di Amazon e dell’e-commerce”

INTERVISTA a GIUSEPPE ROVEDA, ad di Aedes Siiq, storica società immobiliare quotata in Borsa – Il pioniere degli outlet, che nel 2000 realizzò il grande centro di Serravalle Scrivia e che ora partecipa al progetto di nuovo outlet di San Marino, spiega perchè Amazon e l’e-commerce non spiazzeranno gli outlet, che da centri commerciali si stanno trasformando in centri turistici.

Roveda (Aedes): “Gli outlet non hanno paura di Amazon e dell’e-commerce”

“Il mercato immobiliare è in ripresa e il tempo degli outlet non è finito: ci vorrà tempo, soprattutto in Italia, prima che l’e-commerce modifichi i paradigmi del commercio”. L’opinione è quella di Giuseppe Roveda, amministratore delegato di Aedes Siiq, storica società immobiliare quotata in Borsa (circuito MTA) e attiva nel segmento office e retail. In particolare sugli outlet, la società milanese è pioniera: ha partecipato nel 2000 al progetto del primo outlet italiano, quello di Serravalle Scrivia, tra Milano e Genova, e ha appena chiuso un’operazione da 5,6 milioni di euro per una quota del 40% di The Market, il nuovo outlet di San Marino realizzato in partnership con gruppo Borletti, Dea Real Estate e VLG Capital: “Un bacino più piccolo di quello di Serravalle, ma vicino alla riviera romagnola. E solo a San Marino transitano ogni anno 2 milioni di turisti”.

Il turismo è una delle principali leve in un momento in cui, nonostante i segnali di ripresa economica, i consumi faticano a ripartire?

“Sì, ed è stato così proprio per Serravalle. Quell’outlet ha avuto un successo straordinario, quasi inaspettato: è vero che contavamo su un bacino di 9 milioni di residenti sull’asse Milano-Torino-Genova, collegati da ben due autostrade, ma è stata decisiva l’evoluzione da prodotto solo commerciale a prodotto turistico. Ormai i turisti organizzano veri e propri viaggi a Serravalle, fermandosi anche una notte: questo ha permesso anche all’indotto, a ristoranti ed alberghi, di crescere parecchio”.

Che cosa vi aspettate invece dal progetto sanmarinese?

“Abbiamo una quota del 40% e la nostra intenzione è quella di un investimento sul lungo periodo. Il bacino è più piccolo, e infatti le dimensioni dell’area sono la metà rispetto al centro di Serravalle (25mila mq contro 50mila), ma possiamo contare sul turismo della riviera romagnola e anche sui visitatori della sola San Marino. Non tutti lo sanno ma per vari motivi almeno due milioni di persone passano di lì ogni anno”.

Che cosa avete in agenda per il 2018?

“Puntare sempre forte sul retail: amplieremo Serravalle con la fase 7 entro la primavera 2018 e poi abbiamo in serbo una grande iniziativa in provincia di Torino, nei pressi dell’aeroporto di Caselle, con un progetto da circa 113mila metri quadrati. Sarebbe il più grande shopping center in costruzione dopo quello di Segrate, alle porte di Milano. Se tutto va bene i cantieri partiranno l’anno prossimo”.

Dunque il retail è ancora vivo, nell’era di Amazon.

“Assolutamente sì. Innanzitutto i dati economici ci dicono che c’è un clima più positivo, anche se come dicevamo i consumi interni stentano a decollare. Bisogna poi certamente seguire i cambiamenti del commercio, che è in continua evoluzione: vent’anni fa gli outlet non esistevano, ora esistono, in futuro chissà. L’e-commerce è una realtà ma è presto per parlare di declino dei centri commerciali: è vero che negli Usa molti malls hanno chiuso, ma so che altri vanno molto bene. E ricordiamoci che le tendenze in Italia cambiano sempre più lentamente che altrove, qui da noi i tempi sono meno maturi per il cambiamento”.

A luglio avete approvato un nuovo piano industriale: quali sono le principali novità e i principali obiettivi?

“Al momento siamo una Siiq, società di investimento immobiliare quotata, di piccole dimensioni, vorremmo diventare di medie dimensioni raggiungendo entro il 2023 gli 1,6 miliardi di euro di immobili di proprietà, sia attraverso lo sviluppo di centri commerciali, sia tramite acquisizioni di portafogli “Retail e Office” che stiamo valutando”.

Da un punto di vista più generale, che vada oltre il segmento del ramo commerciale, qual è oggi lo stato di salute del mercato immobiliare? Nel residenziale si registra una ripresa delle compravendite e, almeno nelle principali città, un primo segnale di ripresa dei prezzi: è così anche negli altri rami dell’immobiliare, come quello in cui opera Aedes?

“Sì, la ripresa c’è anche se non è generalizzata. Non mi occupo di residenziale, per quanto riguarda il commerciale posso dire che a Milano i prezzi sono risaliti su valori mai visti nemmeno nel 2006, ma in provincia non è così ad esempio. Sicuramente c’è il segnale di un aumento dei volumi delle transazioni, che di solito significa risalita dei prezzi, e qualche dato interessante lo abbiamo rilevato anche a Roma. Ma mi sento di dire che il traino arrivi da Milano”.

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