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Ritorna la Lega “fai da te”

Calderoli annuncia: legge popolare per portare i ministeri al Nord, a Pontida la raccolta delle firme.
Per la Polverini quella del ministro del Carroccio è una proposta “inaccettabile e scellerata”. Bersani parla di accattonaggio. Improvviso vertice notturno tra Berlusconi, Bossi e Tremonti. L’Europa avalla la linea del responsabile dell’Economia.

Non è certo un caso che, proprio il giorno dopo il vertice di Arcore (quello nel quale sarebbe stato deciso che il patto di ferro tra Bossi e Berlusconi andrà avanti fino alla conclusione della Legislatura), il ministro leghista Roberto Calderoli abbia annunciato la presentazione in Cassazione di una proposta di legge popolare per portare i ministeri al Nord. Come dire che quello che Berlusconi non concede nei vertici, la Lega può riprenderselo da sola, raccogliendo le firme tra i suoi iscritti.

L’iniziativa di Calderoli segnala così quanto grande sia (politicamente, non geograficamente) la distanza che separa Arcore da Pontida. Già, perché è nel grande prato di quella località, sacro al Carroccio, che, il prossimo 19 giugno, Umberto Bossi dovrà parlare al suo popolo, che certamente resterebbe deluso se tutto dovesse ridursi all’annuncio che l’alleanza con il Pdl è solida e andrà avanti almeno altri due anni. Ecco allora che a Pontida (dove si raccoglieranno le firme sull’iniziativa legislativa di Calderoli), potrebbe spuntare una Lega vecchia maniera, una Lega “fai da te”, che ormai conta più sulla sua gente che sul governo per realizzare i suoi disegni. Visto che persino un ministro è costretto ad affidarsi ad un’iniziativa di legge popolare.

L’annuncio del ministro leghista ha suscitato forti reazioni non soltanto nell’opposizione: “E’ accattonaggio”, ha tagliato corto Bersani. Ma è andata oltre il presidente della regione Lazio, Renata Polverini, che ha parlato di “proposta inaccettabile e scellerata”. E non è certo un caso che in nottata ci sia stato un improvviso e inaspettato vertice tra Berlusconi, Bossi, e il ministro dell’economia Tremonti. Quest’ultimo, alla fine, sembra essere stato l’unico vincitore del summit del lunedì ad Arcore. Visto che la sua linea di rigore e difesa dei conti pubblici ha ricevuto l’autorevole avallo della Ue, che ci ha mandato a dire, ancora una volta, che con gli impegni che abbiamo per ridurre il debito, non è certo tempo di abbassare le tasse.

Sul fronte referendum con la decisione della Corte costituzionale, che all’unanimità ha difeso le decisioni della Cassazione, è caduto anche l’ultimo tentativo del governo di bloccare il quesito sul nucleare. Così il Pdl conferma la libertà di voto per i propri sostenitori. E qualche segnale di partecipazione al voto viene proprio dalla Lega: con il governatore del Veneto che preannuncia i suoi due sì ai quesiti sull’acqua e con Roberto Maroni, che, secondo quanto scritto dal “Riformista” e non smentito, si recherà alle urne. In fondo è lui il ministro dell’Interno.

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