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Rappresentanza, storico accordo tra Confindustria e sindacati

Intesa tra le parti sulla rappresentanza per certificare gli iscritti e il voto dei lavoratori: soglia del 5% per sedersi al tavolo della contrattazione nazionale e se un contratto è sottoscritto dal 50% più uno dei lavoratori deve essere rispettato da tutti – I commenti di Squinzi, Camusso e Epifani.

Rappresentanza, storico accordo tra Confindustria e sindacati

Cgil, Cisl e Uil e Confindustria hanno raggiunto l’accordo sulla rappresentanza e la democrazia sindacale. I leader dei sindacati Susanna Camusso, Raffaele Bonanni, Luigi Angeletti ed il presidente degli industriali, Giorgio Squinzi, hanno siglato l’intesa dopo 4 ore di confronto.

L’intesa era attesa da decenni e segna la fine degli accordi separati tra sindacati e Confindustria. Con la firma infatti si stabiliscono nuove regole per misurare la rappresentatività delle varie organizzazioni sindacali e per dare certezza agli accordi.

Quanto alla misurazione della rappresentanza, ai fini della determinazione del peso di ogni organizzazione sindacale, che determina la possibilità di sedere ai tavoli dei rinnovi contrattuali, valgono in primo luogo le deleghe sindacali (trattenuta operata dal datore di lavoro su esplicito mandato del lavoratore) comunicate dal datore di lavoro all’Inps e certificate dall’Istituto medesimo; i voti raccolti da ogni singola organizzazione sindacale nell’elezione delle Rappresentanze Sindacali Unitarie (RSU) in carica (validità 36 mesi; il numero degli iscritti e il voto per le RSU peseranno ognuna per il 50%; questi due dati, iscritti e voto, verranno comunicati ad un ente esterno certificatore che procederà, per ogni CCNL, a determinare il calcolo della rappresentanza di ogni organizzazione sindacale; le RSU saranno elette con voto proporzionale ai voti ottenuti, superando così 1/3 destinato alle Organizzazioni Sindacali firmatarie di contratti nazionali, e vi è l’impegno a rinnovare quelle scadute nei successivi sei mesi. Nell’accordo ècontenuto anche un paragrafo sulla validità ed esigibilità dei contratti nazionali. Con l’accordo si stabiliscono infatti regole che determinano le modalità con cui rendere esigibili, per entrambe le parti contraenti, il contratto nazionale. Si tratta, per la prima volta nella storia delle relazioni sindacali nel nostro Paese, di una procedura formalizzata e condivisa da entrambe le parti.

«Un accordo storico, che mette fine ad una lunga stagione di divisioni»: così Susanna Camusso, definisce l’intesa sulla rappresentanza. «Sono molto soddisfatto. È un accordo storico perchè dopo sessantanni c’è un’intesa che regola i rapporti con cui avere contratti nazionali pienamente esigibili» sottolinea il leader di Confindustria, Giorgio Squinzi. «In un momento di crisi questo è un segno tangibile della coesione tra le parti sociali per ritovare la crescita che per noi è un imperativo assoluto» conclude Squinzi.

«L’accordo tra la Confindustria ed i sindacati chiude in modo positivo il problema della certificazione della rappresentanza e della rappresentatività dei sindacati e apre una prospettiva di lavoro unitario sulle regole democratiche mentre in Parlamento si è aperta una stagione di riforme. È un bel segnale per tutti»: così il segretario nazionale del Pd, Guglielmo Epifani.

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