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Racconto della domenica: “Cleopatra era stata una bambina curiosa” di Celenia Ciampa

C’era una volta, tempo fa, una bambina così coraggiosa da desiderare di provare grandi paure. Perché, dopo essere cresciuta «in una casa vecchia e scricchiolante, dove ogni cassetto poteva nascondere un mistero e ogni stanza era un antro ombroso», non le bastavano più le storie raccontate dagli altri. La vita, pensava, andava vissuta davvero, e anche i misteri della morte. Così, dopo una notte trascorsa nella solitudine di un cimitero, tornerà al mondo delle cose tangibili totalmente cambiata, «tremante dal freddo e dal terrore». Con un racconto che si maschera dietro l’insospettabile innocenza di una fiaba gotica, Celenia Ciampa mostra che, a volte, il vero orrore abita i luoghi meno sospetti.

Racconto della domenica: “Cleopatra era stata una bambina curiosa” di Celenia Ciampa

Cleopatra era stata una bambina curiosa, vivace e temeraria. Era cresciuta in una casa vecchia e scricchiolante, dove ogni cassetto poteva nascondere un mistero e ogni stanza era un antro ombroso, custode di chissà quali creature. La sua fantasia era cresciuta insieme a lei. Immaginava – o sentiva? – passi scricchiolanti nella soffitta ingombra di ricordi e fantasmi, avvertiva sospiri, strascichi di pensieri antiquati che non erano riusciti a evaporare da quelle antiche mura. Bramosa di avventura, attendeva il momento in cui queste misteriose oscurità le si sarebbero palesate e,chissà, magari sarebbe stata in pericolo e avrebbe dovuto sconfiggerle. Quante promesse di gloria le riservava la vita!

Una volta alla settimana la portavano in visita da una zia così grassa che raramente la vedeva alzarsi dalla poltrona. Lei le raccontava meravigliose storie di fantasmi, speciali in quanto le aveva vissute nella sua giovinezza. Sembrava che a quei tempi ci fosse una grande ricchezza di spaventosi incontri e Cleo si chiedeva come mai, col passare delle generazioni, gli spettri si fossero abbandonati al vero riposo eterno.

Diventata ragazza, all’età di sedici anni, Cleo decise di dare una svolta alla sua vita: era davvero stufa di aspettare, quindi sarebbe andata a cercare i fantasmi di persona, visto che loro proprio non volevano trovare lei. Organizzò la spedizione con la massima cura e scelse la notte di Halloween, festa pagana che attraverso il tempo era arrivata fino ad allora. Scoperta, festeggiata, esaltata, cambiata. Sì, cambiata, perché Cleo ne era sicura: Halloween era davvero la notte delle streghe e tutto quel divertimento che le vorticava attorno non c’entrava niente con l’antico spirito della festa. Per Halloween era necessario avere paura. Per Cleo sarebbe stato così.

Si recò nel cimitero più grande della sua città, e non le fu difficile rimanere nascosta dopo l’orario di chiusura. Quando l’altoparlante, dopo il tramonto, invitò i visitatori a guadagnare l’uscita nei seguenti dieci minuti, Cleo vagava come un’anima fra i corridoi dell’ala più distante dal grande cancello, che venne chiuso poco dopo. Nessuno se ne accorse.

Rimasta sola, alla luce di una candela che aveva portato con sé, si diresse alla cappella prescelta. Era la dimora finale di una famiglia davvero poco comune, per la sua triste storia. Un centinaio di anni prima, il padre aveva accoltellato nottetempo la madre e le due giovani figlie. Il mattino seguente era stato ritrovato morto anche lui vicino ai tre cadaveri, ma senza nemmeno un graffio, un cappio o del veleno. La sua morte era rimasta un mistero e sull’episodio era nata la leggenda che il Diavolo in persona, attratto da tanta malvagità, l’avesse seduta stante portato via con sé.

Forzare il lucchetto della cappella fu facile: era tremendamente arrugginito, nessuno mai aveva fatto visita a quei tristi loculi.

Si accomodò a sedere in terra, sotto un lumino spento da sempre, col volto rivolto alle sbarre ferrose, lo sguardo ansioso e pronto alla sfida, avido e buono, verso le altre tombe del cortile ormai scuro.

Un vento freddo soffiava meditabondo fra le lapidi pulite e rinfrescate per l’imminente festa dei morti, presto seguì la pioggia, mentre si udiva l’eco di un qualche burrascoso temporale.

La mattina giunse e trovò Cleo tremante dal freddo e dal terrore. Alle nove in punto si avviò verso i battenti cigolanti del cancello che si aprivano sulla nuova giornata di visite e preghiere.

Procedeva triste e vuota verso una nuova vita spenta e apatica. Il terrore più grande vissuto quella notte era stato constatare che non ci fosse proprio niente ad aspettarla.

Avrebbe vissuto in un mondo

Davvero ben poco giocondo.

Al di là di ogni possibile fede,

Non c’è niente più di quel che si vede.

. . .

Celenia Ciampa è nata nel 1984 in una grande e vecchia casa, nella quale si sono avvicendate generazioni di storie. Fin da piccola, ha desiderato essere una maestra e lo è diventata per davvero. Lettrice avventurosa, l’amore per i libri l’ha spinta ad aprire un gruppo su Anobii, il Giardino segreto (letteratura per l’infanzia e creatività). Vive in Toscana con il marito e i loro cani. È autrice diversi racconti e libri per bambini. Per goWare, nel 2015, è uscito Il figlio dell’Orco e della Strega.

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