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Pioggia di cedole e diluvio di mega-deal sul mercato (At&t, Deutsche Bank, Pfizer, Alstom)

Piazza Affari parte stamani negativa perché arrivano 7 miliardi di cedole – Intanto 4 mega-deal animamo la scena internazionale: At&t acquista Direct, Deutsche Bank ricapitalizza, Pfizer alza l’offerta per Astrazeneca e Siemens svela le sue mosse per Alstom – Attesa per tregua tra Apple e Google – Listini cauti, festeggia solo l’India – Mps, lascia la Mansi

Pioggia di cedole e diluvio di mega-deal sul mercato (At&t, Deutsche Bank, Pfizer, Alstom)

Partenza di fuoco stamane per la finanza globale. Ieri sera At&t ha acquistato Direct per un controvalore, tra titoli e cash, di 95 dollari per azione, pari a oltre 48 miliardi di dollari, con un premio rispetto ai prezzi di venerdì del 10 per cento. Segna così un nuovo passo in avanti l’integrazione tra gestori di tlc e fornitori di contenuti. At&t scommette sul video per compensare la frenata nella crescita nel mercato dei cellulari, Direct tv potrà offrire ai suoi clienti un pacchetto che comprende la connessione a banda larga, come già fanno i concorrenti. Ora la parola passa all’authority Usa, la Fcc, che dovrà autorizzare l’oeprazione, al pari di quella tra Time Warner e Comcast. 

Intanto stamane Deutsche Bank confermerà in via ufficiale l’avvio di un aumento di capitale di almeno 8 miliardi di euro. La notizia è trapelata nel week end, dopo il via libera del fondo Paramount del Qatar,che parteciperà all’operazione per 1,75 miliardi, senza diluire così la sua quota del 17% nella banca simbolo della finanza tedesca.

Altre operazioni meritano titoli di prima pagina: Pfizer ha di nuovo ritoccato verso l’alto la sua proposta per l’acquisto del i controllo di Astra Zeneca a 117 miliardi di dollari.

Siemens, infine, dovrebbe svelare in giornata le sue carte per l’acquisto di Alstom, dopo la frenata del governo di Parigi all’avanzata di General Electric.

Grande attesa anche per la reazione del mercato alla grande pace tra Apple e Google, che hanno deciso di sospendere la guerra legale sui brevetti combattuta in più di 200 (costosi) confronti in tribunale. La tregua consentirà ad Apple di concentrare gli sforzi sul fronte orientale, scatenando una nuova offensiva verso Samsung. 

LISTINI CAUTI IN ASIA, FESTEGGIA SOLO L’INDIA

Questi fuochi d’artificio non hanno emozionato più di tanto i listini asiatici. Tokyo sale dello 0,2%, anche grazie al buon dato sull’export delle macchine utensili. In ribasso le altre piazza: l’indice Asian Pacific scende dello 0,3%. Su Shanghai (-1,09%) pesano i nuovi dati negativi dell’economia cinese: calano i prezzi delle case di nuova costruzione, così come i prezzi dei cereali. 

Gli operatori aspettano indicazioni più precise sulle prossime mosse delle banche centrali. In attesa della svolta della Bce, l’attenzione in settimana sarà concentrata sui verbali dell’ultima riunione della Fed, che saranno resi pubblici mercoledì.

Tornano intanto a correre alcuni Bric. L’india ha festeggiato l’elezione di Modi con un rialzo del 4,4% dell’indice di Mumbai. Ora il nuovo premier, assai amato dalla comunità degli affari, è atteso alla formazione del nuovo governo. Per la terza settimana di fila ha chiuso in terreno positivo il Brasile (+1,2%) .

LO STACCO DEI DEIDIVIDENDI VALE L’1,45% DEL FTSE/MIB

I soldi dei dividendi rientreranno in Piazza Affari? Oppure gli azionisti preferiranno attendere tempi meno agitati per investire i 7 miliardi distribuiti oggi dalle società quotate? Oggi, intanto, la Borsa italiana parte da -1,45%. Tanto vale l’impatto dei dividendi che verranno staccati stamane in Piazza Affari. L’operazione riguarda quasi la metà del paniere Ftse/Mib (19 società su 40), ma sull’intero listino sono coinvolte in tutto 47 quotate. In cifre, i 19 Big distribuiranno stamane 6,4 miliardi ai soci, cifra cui vanno aggiunti la cedola di Tenaris (non conteggiata perché società estera) e il dividendo scrip di Unicredit pagato in azioni. Se si tiene conto delle cedole delle small /medium caps , il monte dividendi oltre i sette miliardi. 

Tra le società che quoteranno ex dividendo figurano: Atlantia (che paga un saldo di 0,391 euro, su un totale dividendo relativo all’esercizio 2013 di 0,746 euro per azione), Azimut (0,7 euro), Buzzi Unicem (0,05 euro su ordinarie e risparmio), Campari (0,08), Eni (0,55 su 1,1), Enel green power (0,032), Generali (0,45), Gtech (0,75), Intesa Sanpaolo (0,05), Luxottica (0,65), Mediolanum (0,15 su 0,25), Salvatore Ferragamo (0,4), Saipem (0,05 sulle risparmio), Snam (0,15 su 0,25), Tenaris (0,218 dollari su 0,43 dollari), Tod’s (2,7), Ubi Banca (0,06), Unicredit (0,1), UnipolSai (0,19559). 

PROVE DI RISCOSSA DOPO LA SETTIMANA NERA

L’indice Eurostoxx si mantiene attorno ai massimi da sei anni, favorito dsall’exploit di Thyssen e di Airbus nonostante la frenata dell’indice della fiducia tedesco e l’esito deludente del primo trimestre del Pil di moti Paesi, Italia compresa, dell’eurozona. A fine settimana chiudono in terreno negativo 10 indici su 18, ma salgono i tre listini principali: Francoforte +0,5%, Londra e Parigi +0,3%. 

A Milano, invece, si riparte dopo una settimana a due velocità tra le più difficili del 2014. Ma non la peggiore: a metà aprile Piazza Affari aveva accusato in 5 sedute un calo del 4,4%. Grazie al recupero di venerdì, invece, stavolta il ribasso è “solo” del 3,5%. Ma, al di là del rilievo statistico, la Borsa riapre i battenti in un clima assai delicato. Sia perché la settimana che precede il voto europeo, con possibili ricadute sulla moneta unica. Secondo, perché la brusca reazione dei mercati ai deludenti dati del pil del primo trimestre fa sospettare che la luna di miele dei grandi investitori internazionali con il governo Renzi volga al termine. 

Sul mercato dei titoli di Stato il Btp ha subìto un forte arretramento, dopo mesi di miglioramento. Il rendimento è salito al 3,05% (oggi migliora dal 3,09% di ieri) e lo spread si è allargato a quota 172. 

MPS, AL VIA L’AUMENTO. MANSI LASCIA

In evidenza l’annuncio che Antonella Mansi, dopo 8 mesi alla guida della Fondazione Monte Paschi, non ripresenterà la sua candidatura per un secondo mandato. Il 9 giugno, dunque, il presidente Mansi lascerà la guida di rocca Salimbeni con un bilancio eccezionale: zero debiti, un patrimonio di 450 milioni, e, ancor più importante, una presenza ancor significativa negli equilibri azionari della banca. 

Mercoledì, infatti, l’assemblea di Mps approverà l’operazione sul capitale che andrà in esecuzione a metà giugno. Solo allora si avrà una misura precisa dei nuovi assetti dell’istituto guidato da Fabrizio Viola: la Fondazione, che conserva il 2,5% (contro il 49,9% del febbraio 2011), fa parte di un patto parasociale attualmente forte del 9% (ma si prevede l’allargamento a nuovi partner ) di cui fanno parte Fintech Advisory (4%) ed i brasiliani di Btg Pactual, al centro delle cronache anche per la trattativa per l’acquisto di Bsi dalle Generali. Il 22,2 % del capitale, secondo quanto è emerso dall’assemblea del 29 aprile, è controllato da fondi ed investitori internazionali, tra cui BlackRock con una quota di poco superiore al 3%. . 

A Piazza Affari venerdì hanno recuperato le banche, fra i titoli più colpiti dalle vendite di giovedì: Intesa sale del 3%, Mediobanca +2%, BancoPopolare +1,6%, mentre Unicredit segna un progresso del 2%. Ma diversi istituti figurano nella lista dei titoli più venduti della settimana: Ubi -8,3%, Banco Popolare -8,1%, Bper -7,3%. Da oggi non saranno più trattati i diritti dell’aumento di capitale della Banca Poolare di Milano. L’operazione terminerà il 23 maggio. 

TELECOM E MEDIASET

Prova d’appello per Telecom Italia (-8,3%) , in forte ribasso dopo la pubblicazione dei conti trimestrali. La caduta è in parte ai forti rialzi da gennaio Ma, a far pensare ad una possibile reazione contribuisco l’avvicinarsi della data di scioglimento della holding Telco e l’aria di fermento nel settore tlc e media, ormai destinati ad una forte integrazione. In Francia si tratta l’acquisto di Sfr Bouygues da parte di Orange, Vodafone è in grande movimento al parti di Telefonica, attiva sia in patria (piattaforma Digi+) ed in Germania. 

In questa turbolenza oltre a Telecom, arretra anche Mediaset (-8,8%), il titolo peggiore della settimana. In questi giorni dovrebbe arrivare la decisione del Biscione sulla strategia da adottare in Spagna, dopo l’acquisto del controllo della piattaforma digitale di Prisa di parte di Telefonica. La società italiana, che ha il 22% ed un diritto di prelazione, può fare una controfferta (almeno un miliardo) oppure tentare la via dell’accordo con il gruppo spagnolo che s’avvia ad essere, dopo lo scioglimento di Telco, il primo azionista singolo di Telecom Italia. 

LUSSO ALLA RISCOSSA, MONCLER RIALZO LA TESTA

Richemont, uno dei colossi mondiali del lusso, fa sapere che le vendite in Cina sono tornate a salire dopo 18 mesi di lenta ma costante discesa. L’aria di ripresa ha favorito la rivincita del made in Italy. In testa alla classifica settimanale delle performances. 

Luxottica ha chiuso in rialzo del 2,3% a 41,59 euro ed è la miglior blue chip:.nelle ultime 5 sedute Luxottica ha guadagnato il 2,8%. Avanza a pari merito anche Moncler, con un balzo del 6,2% nella seduta di venerdì, dopo i risultati. La società ha comunicato di aver chiuso il primo trimestre con un utile netto di 23,5 milioni di euro, in crescita rispetto ai 16,4 milioni dello stesso periodo 2013. Kepler – Cheuvreux ha deciso di promuovere il titolo a Buy da Hold, con un target price confermato a 14 euro.

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