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Pensioni e professioni: la classifica di chi rischia di più

Secondo il rapporto 2015 di Itinerari Previdenziali (allegato in PDF), le gestioni minori dei dipendenti privati sono quasi tutte in difficoltà – Ecco una graduatoria con i numeri delle diverse categorie (ferrovieri, postali, Inpgi ed ex Enpals): chi è in rosso e chi in attivo.

Pensioni e professioni: la classifica di chi rischia di più

Ferrovieri, postali e giornalisti, ma anche lavoratori dello spettacolo e clero secolare. Che facciano riferimento all’Inps o a casse autonome, le gestioni minori dei dipendenti privati hanno una caratteristica comune: lo squilibrio fra contributi incassati e pensioni pagate. Ma quali categorie producono i disavanzi più gravi? A cosa è legata la distorsione, oltre al vecchio sistema retributivo? Esistono casi in cui le entrate superano le uscite? Ecco una breve classifica basata sui dati del rapporto 2015 di Itinerari Previdenziali (documento integrale allegato in PDF). 

FONDO DIPENDENTI FERROVIE: DISAVANZO DI 4.225 MILIONI

In testa alla graduatoria, e per distacco, troviamo i dipendenti ferroviari, confluiti da più di vent’anni nell’Inps (pur rimanendo una controllata pubblica, Ferrovie dello Stato è una società di diritto privato dal 1992, quando fu trasformata in Spa). La principale caratteristica della loro gestione è l’enorme sbilanciamento fra il numero dei contribuenti (50.533 nel 2013, in calo dai 53.608 del 2012 e dai 57.133 del 2011) e quello delle pensioni che vengono erogate (228.590 nel 2013, contro le 232mila del 2012 e le 234.400 del 2011). Il disavanzo è quindi particolarmente ampio: ben 4.225 milioni di euro nel 2013, a fronte di uscite per 4.896 milioni ed entrate per 671 milioni.

FONDO DIPENDENTI POSTE E TELEFONI (EX IPOST): DISAVANZO DI 316 MILIONI

Anche i postali fanno riferimento alla gestione separata Inps (il passaggio di Poste Italiane da Ente di Stato a Spa risale al 1998). In questo caso, nel 2013 le entrate contributive hanno toccato i 1.381 milioni di euro, mentre le uscite sono arrivate a quota 1.697 milioni, producendo un disavanzo di 316 milioni, di poco superiore a quello del 2012 (che era stato di 306 milioni, con 1.324 milioni di entrate e 1.630 milioni di uscite).

Quanto alla telefonica, dall’Operazione Porte Aperte dell’Inps emerge che il 99% delle pensioni erogate quest’anno a chi ha lavorato nel settore sarebbe più basso se i calcoli fossero svolti con il metodo contributivo: il 32% degli importi scenderebbe di oltre il 30%, mentre il 55% degli assegni si ridurrebbe del 20-30% e un altro 30% delle prestazioni calerebbe di una quota compresa fra uno e due terzi. Non solo: un dirigente andato in pensione a 61 anni nel 2013 che a gennaio 2015 ha incassato 6.500 euro lordi “percepisce una prestazione di 1.900 euro più alta di quella che avrebbe ottenuto con il metodo contributivo”.

FONDO CLERO: DISAVANZO DA 70 MILIONI

Il Fondo Clero gestisce la previdenza del clero secolare (composto da vescovi, sacerdoti e diaconi che vivono nel mondo civile, non essendo vincolati ad alcuna regola religiosa particolare) e dei ministri di culto delle confessioni religiose diverse dalla cattolica. Nel rapporto di Itinerari Previdenziali si legge che il Fondo “presenta una situazione di squilibrio strutturale, anche se con un peso in termini economico-finanziari assai contenuto nel quadro dell’intero ‘comparto’. Il Fondo è caratterizzato da un basso livello di copertura da parte delle entrate contributive, pari al 32% della spesa per pensioni al netto Gias”, ovvero la Gestione degli interventi assistenziali dell’Inps, che non riguarda le pensioni. Nel 2013 il Fondo ha avuto entrate per 33 milioni, contro 103 milioni di uscite per le pensioni. Il disavanzo è stato quindi di 70 milioni.

INPGI (GIORNALISTI): DISAVANZO DI 43,1 MILIONI

Quanto ai giornalisti, la loro cassa previdenziale autonoma presentava nel 2013 un disavanzo di 43,1 milioni, a fronte di uscite per 426,6 milioni e di entrate pari a 383,5 milioni. La situazione è leggermente peggiorata rispetto al 2012, quando le entrate erano state di 383,1 milioni e le uscite di 408,6 milioni.

LAVORATORI DELLO SPETTACOLO (EX ENPALS): ATTIVO DA 312 MILIONI

Molto diversi i conti dell’ex Ente nazionale di previdenza e assistenza per i lavoratori dello spettacolo (Enpals), che dal 2012 è confluito nell’Inps e gestisce due fondi separati (il Fondo pensioni lavoratori dello spettacolo e il Fondo pensioni sportivi professionisti). In questo caso il saldo del 2013 ha registrato un attivo di 320 milioni di euro, con entrate per 1.178milioni (in crescita rispetto ai 1.165 milioni del 2012) e uscite per 858 milioni (dagli 847 del 2012).


Allegati: Rapporto 2015 Itinerari Previdenziali.pdf

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