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Pensioni 2017: novità e guida in 8 punti per i lavoratori precoci

L’ultima legge di Bilancio prevede uno sconto sul requisito contributivo unico per alcuni lavoratori precoci, che quindi potranno andare in pensione d’anzianità prima del previsto – Ecco una guida in 8 punti.

Pensioni 2017: novità e guida in 8 punti per i lavoratori precoci

Dal 2017 i lavoratori precoci potranno accedere alla pensione di anzianità con diversi mesi di anticipo. La novità, introdotta con l’ultima legge di Bilancio, non riguarda molte persone e avvantaggia gli uomini più delle donne. Vediamo nel dettaglio cosa prevedono le nuove regole.

1. CHI SONO I LAVORATORI PRECOCI?

I lavoratori precoci sono quelli che hanno iniziato a lavorare molto giovani, a 18 anni se non prima. In particolare, per rientrare nella categoria è necessario aver versato almeno 12 mesi di contributi, anche non consecutivi, prima di aver compiuto 19 anni.

2. QUALI PRECOCI SONO INTERESSATI DALLE NOVITÀ SULLE PENSIONI?

Per avere diritto alla pensione anticipata, però, non basta essere classificabili come lavoratori precoci. Lo sconto sui requisiti previdenziali è previsto solo per chi rientra anche in una delle seguenti categorie svantaggiate:

– Disoccupati che hanno concluso la Naspi.

– Invalidi (in particolare i soggetti che hanno una riduzione accertata della capacità lavorativa di almeno il 74%).

– Lavoratori impegnati da almeno sei anni consecutivi in attività usuranti (professioni infermieristiche e ostetriche; insegnanti d’asilo; badanti; facchini; addetti allo spostamento delle merci; operatori ecologici, raccoglitori e separatori di rifiuti, personale non qualificato addetto ai servizi di pulizia; operai dell’industria estrattiva, dell’edilizia e della manutenzione degli edifici; conduttori di gru e di macchinari mobili per la perforazione delle costruzioni; autisti di camion e mezzi pesanti; conduttori di treni e personale viaggiante; conciatori di pelli e pellicce).

– Persone che da almeno 6 mesi beneficiano dei permessi previsti dalla legge 104 per assistere il coniuge o un parente di primo grado convivente con handicap.

3. QUALE ANTICIPO È PREVISTO PER LE PENSIONI DEI PRECOCI?

La manovra riduce a 41 anni il requisito contributivo unico. Significa che tutti i lavoratori precoci appartenenti alle categorie svantaggiate di cui al punto 2 potranno andare in pensione di anzianità con 41 anni di contributi versati, a prescindere dall’età. La misura non prevede distinzioni di genere, di conseguenza l’anticipo massimo sarà di un anno e 10 mesi per gli uomini e di soli 10 mesi per le donne (queste ultime, infatti, beneficiano già oggi di un requisito contributivo unico inferiore di un anno a quello degli uomini: 41 anni e 10 mesi contro 42 anni e 10 mesi).

Ma come tutti i requisiti pensionistici, in futuro anche il nuovo requisito contributivo unico per i precoci sarà adeguato al mutamento della speranza di vita. Si tratta di un aggiornamento biennale e, secondo le stime, comporterà un aumento di 4 mesi nel 2019 e di altri tre mesi nel 2021.

4. DA QUANDO SARÀ OPERATIVA LA NOVITÀ SULLE PENSIONI DEI PRECOCI?

Attenzione: a differenza della legge di Bilancio in sé, che è entrata in vigore il primo gennaio, le novità sulle pensioni per i lavoratori precoci diventeranno operative soltanto dal primo maggio 2017.

5. SI PUÒ LAVORARE UNA VOLTA IN PENSIONE?

I precoci che sfrutteranno il nuovo requisito per accedere alla pensione di anzianità non potranno incassare redditi da lavoro (dipendente o autonomo) nel periodo di tempo corrispondente all’anticipo ottenuto. Esempio: se un uomo ottiene uno sconto di un anno e 10 mesi, per quello stesso intervallo di tempo non può cumulare la pensione con redditi da lavoro.

6. SI OTTIENE ANCHE LA BUONUSCITA IN ANTICIPO?

I lavoratori pubblici no. Per loro la riduzione del requisito contributivo unico non comporta un analogo anticipo del trattamento di fine rapporto (Tfr) o di fine servizio (Tfs). In altri termini, dal primo maggio i lavoratori pubblici precoci e appartenenti a una categoria svantaggiata potranno andare in pensione di anzianità con 41 anni di contributi, a prescindere dall’età, ma riceveranno la buonuscita dopo un anno e 10 mesi se uomini e dopo 10 mesi se donne.

7. CHE SUCCEDE SE I SOLDI STANZIATI DALLO STATO NON BASTANO?

L’anticipo delle pensioni ai precoci in condizioni di difficoltà è concesso dallo Stato entro i limiti di spesa previsti nella manovra: 360 milioni per il 2017, 550 milioni per il 2018, 570 milioni per il 2019 e 590 milioni a partire dal 2020. Se le risorse stanziate si riveleranno insufficienti, la decorrenza delle pensioni slitterà in avanti fino a far rientrare i costi nel budget. L’obiettivo è concedere il beneficio al maggior numero di persone possibile.

8. QUALE PROCEDURA DEVONO SEGUIRE I PRECOCI PER CHIEDERE L’ANTICIPO DELLA PENSIONE?

Per le istruzioni pratiche bisognerà attendere ancora qualche mese: arriveranno con un decreto che la Presidenza del Consiglio emanerà entro 60 giorni dall’entrata in vigore della legge di Bilancio, ossia entro i primi giorni di marzo.

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