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Parigi tiene le Borse in tensione e Piazza Affari scivola

Le elezioni e l’attentato in Francia costringono i mercati sulla difensiva ma Borsa italiana scivola e perde lo 0,54% per i ribassi della moda e le prese di beneficio su Unicredit e Banca Generali – Bene invece Generali, Leonardo, Intesa, Azimut e Tenaris.

Parigi tiene le Borse in tensione e Piazza Affari scivola

Borse in ordine sparso, ma tendenzialmente improntate alla prudenza nell’ultima seduta prima del voto francese. Milano cede lo 0,54%, 19.741 punti, con la moda che si tinge di rosso. Perdita frazionale a Parigi, -0,37%, che pure tiene i nervi saldi all’indomani di un nuovo attentato dell’Isis. Piatte Londra -0,06% e Madrid +0,04%. Positiva Francoforte +0,18%. Lo stesso clima tiepido ispira l’apertura di Wall Street. I tre listini a metà seduta viaggiano in ordine sparso con il petrolio in deciso calo: Brent -2,04%, 51,91 dollari al barile. Fra i titoli, da segnalare il crollo di Mattel, che in avvio lascia sul campo l’11,26% dopo la trimestrale deludente pubblicata ieri. L’euro cede lo 0,14% sul dollaro e scambia a 1,070. L’oro recupera lo 0,14%, 1283,62 dollari l’oncia.

Positivo, in giornata, il quadro macro dell’Eurozona: in crescita oltre le attese i dati preliminari dell’economia in aprile. Bene anche l’Italia, con fatturato e ordinativi dell’industria in crescita a febbraio. Fra poco, Fitch si pronuncerà sul rating del Belpaese (BBB+, outlook negativo). L’agenzia, che ha tagliato l’outlook lo scorso ottobre, dopo il referendum costituzionale del 4 dicembre si è astenuta da azioni immediate, sottolineando però i rischi di una potenziale instabilità. L’elevato livello del debito lascia infatti l’Italia esposta a possibili shock negativi e limita gli spazi per politiche fiscali anti-cicliche. 

Il buon andamento non vuol dire essere fuori dai guai. Osserva infatti Mario Draghi che l’Eurozona “ha ancora bisogno di un livello molto consistente di accomodamento monetario così che le pressioni inflattive possano aumentare e sostengano l’inflazione complessiva nel medio termine”.  Un tale elevato livello di accomodamento monetario, “è ancora necessario per garantire un ritorno sostenibile dei tassi di inflazione a livelli inferiori ma vicini al 2%, in linea con il mandato della Bce”.

Sul fronte obbligazionario cala lo spread fra decennale italiano e tedesco, ma risale dai minimi della mattinata. La chiusura è a 202.50 punti, -0,78%, rendimento 2,28%. La situazione è attendista e lunedì, alla luce del primo turno dei cugini d’Oltralpe, si saprà di più. L’ultimo sondaggio disponibile, quello di Opinionway diffuso oggi, vede al primo turno il candidato centrista Emmanuel Macron fermo al 23%, Marine Le Pen stabile al 22%, Francois Fillon in lieve rimonta al 21% e Jean-Luc Melenchon in lieve calo al 18%. Secondo la rilevazione, al secondo turno Macron batterebbe Le Pen 64% a 36%. 

In Piazza Affari la seduta è caratterizzata da molti alti e bassi. Contrastati i finanziari: Unicredit cede l‘1,73%; Banca Generali il 2,24%, Fineco -1,24%. Bene Intesa +0,96%; Banco Bpm +0,64%. Sul fronte assicurativo bene Generali +0,99%. Vendite in area moda e dintorni, dopo l’exploit di ieri: Ferragamo -2,01%, che non ha diffuso i dati trimestrali; Moncler -1,19%; Ynap -0,72%. 

Petroliferi a due velocità: positiva Tenaris +0,6%; negative Eni -0,34% e Saipem -0,89%, quest’ultima in altalena in giornata, dopo una trimestrale inferiore alle attese. Deboli Mediaset -0,27%  Telecom -0,32%, con Vivendi che ha ribadito il suo impegno a lungo termine nella compagni telefonica, in vista dell’assemblea del prossimo 4 maggio. Ancora in perdita Atlantia, -2,04%, mentre l’ad Giovanni Castellucci apre a un’operazione amichevole con Abertis e annuncia che nel prossimo Cda verranno esaminate le offerte per Aspi. Prevalgono le vendite su Recordati -1,98% e gli acquisti su Leonardo +1,15%. In rosso le utilities: Terna -1,42%; Snam -1,39%; Enel -1,23%; Italgas -1,5%, con l’eccezione di A2a +0,98%. In calo Fiat, -1,57%. 

Fuori dal listino principale resta piatta Ima, dopo l’assemblea di bilancio che ha confermato un dividendo di 1,6 euro per azione. L’ad Albero Vacchi è ottimista anche per il 2017. “Il buon andamento del portafoglio ordini consolidato – dice – e il trend positivo dei primi tre mesi con un’acquisizione ordini superiore rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, ci consentono di guardare con fiducia all’esercizio in corso”.

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