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Opere pubbliche: in Italia servono 4,5 anni

RAPPORTO SVIMEZ – Il dato è la media tra i 7 anni della Sicilia e i 3,8 dell’Emilia Romagna – I tempi nelle fasi di progettazione e affidamento dei lavori, pesano per il 61% sulla durata complessiva dell’opera – Particolarmente critica la situazione della progettazione preliminare, dove, nella media nazionale, il peso arriva a sfiorare il 75%.

Opere pubbliche: in Italia servono 4,5 anni

Per realizzare un’opera pubblica in Italia con i finanziamenti delle politiche di coesione servono quattro anni e mezzo, ovvero la media tra i 7 della Sicilia e i 3,8 dell’Emilia Romagna. Lo ha scritto Svimez nello studio “I tempi di attuazione e di spesa degli interventi infrastrutturali delle politiche di coesione” pubblicato sulla “Rivista economica del Mezzogiorno”, edita da Il Mulino.

Nell’analisi si precisa che, contrariamente a quanto si possa pensare, la Calabria, con 4,2 anni, è più rapida di diverse regioni del Nord, tra cui Liguria (5 anni), Veneto (4,6) e Friuli (4,7). 

Dallo studio emerge inoltre che, in media, i tempi nelle fasi di progettazione e affidamento dei lavori, pesano per il 61% sulla durata complessiva dell’opera, con forbici comprese tra il 51% del Centro e il 65% del Sud. Particolarmente critica la situazione della progettazione preliminare, dove, nella media nazionale, il peso arriva a sfiorare il 75%. 

Da segnalare in particolare che il peso dei ritardi cresce al diminuire del costo dell’opera: nelle opere di importo superiore a 100 milioni di euro i tempi di attraversamento pesano per il 45% del tempo totale, mentre per le opere che costano meno di 100mila euro arriva a pesare il 72%.

A livello nazionale, le opere di importo inferiore ai 100mila euro impiegano in media quasi tre anni per essere completate, mentre all’estremo opposto quelle di importo superiore ai 100 milioni di euro superano in media i 14 anni e mezzo.

Quanto all’andamento delle opere fase per fase, dallo studio dello Svimez emerge che molte differenze Nord-Sud tendono a compensarsi. Nella sola progettazione ad esempio, se la Sicilia sfora i tempi rispetto alla media nazionale addirittura del 97%, impiegando oltre 5 anni rispetto ai 2,6 medi italiani, la Calabria fa segnare una riduzione dei tempi del 12% rispetto alla media, e l’Abruzzo, come l’Emilia Romagna, del 16%. Accusano invece ritardi compresi tra l’11 e il 16% rispetto alla media Friuli-Venezia-Giulia, Liguria, Umbria, Basilicata e Molise.

Decisamente più critica per il Sud la fase di affidamento dei lavori. Se Molise e Sardegna sono in linea con la media nazionale, sforano invece i tempi, e non di poco, la Calabria (+15%), la Puglia (+21%), la Basilicata (+31%). Quasi raddoppiano nelle tempistiche Sicilia e Campania (+48%). Al Nord, accelerano decisamente sui tempi Friuli Venezia Giulia (-18%), Emilia Romagna (-31%) e Trentino (-40%). Sfora invece i tempi del 10% il Veneto.

Guardando invece alla fase di esecuzione dei lavori, Puglia, Molise, Marche, Umbria e Friuli Venezia Giulia registrano performance in linea con la media nazionale. Più veloci in questa fase Piemonte e Valle d’Aosta (-10%), Veneto (-11,6%), Emilia Romagna (-12%) e Trentino (-16%). Tra le regioni del Sud, la Sardegna accelera rispetto alla media nazionale (-15,7%), e ancora di più fa la Sicilia (-25,5%), che però aveva rallentato moltissimo nelle fasi precedenti. Sforano invece decisamente i tempi la Campania (+12,6%), il Lazio (+18%) e l’Abruzzo (+24%). Raddoppia i tempi in questa fase la Basilicata (+51%), mentre la Calabria accelera (-4,8%).

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