Condividi

Migranti: l’accordo Italia-Libia in breve

Dopo aver incontrato il Premier Fayez Al Serraj, Gentiloni è intervenuto nella riunione del gruppo di contatto Europa e Nord Africa – La Libia ha presentato un elenco di richieste per rendere operativo l’accordo firmato il2 febbraio – Ecco i dettagli dell’intesa in breve.

Migranti: l’accordo Italia-Libia in breve

“Una riunione del gruppo di contatto Europa e Nord Africa: solo l’impegno comune può consentire di regolare i flussi migratori nel Mediterraneo”. Queste le parole del premier Paolo Gentiloni che ha partecipato all’incontro del gruppo di contatto tra Paesi europei e nordafricani e che ha ricevuto oggi a Palazzo Chigi il Premier del Governo di accordo nazionale della Libia, Fayez Al Serraj.

Il fenomeno dei flussi migratori dall’Africa all’Europa “non si esaurirà d’incanto dall’oggi al domani, chi promette miracoli rischia di confondere la nostra opinione pubblica”, ha detto il Presidente del Consiglio chiedendo “un lavoro di lungo periodo” e un impegno comune dell’Ue. “L’Ue deve insieme farsi carico dell’impegno sia dell’accoglienza di chi ha diritto sia del rimpatrio per chi non ha diritto, non solo la geografia decide chi si impegna su un terreno comune”.

Per questo motivo, il meeting di oggi mira a raggiungere un’accordo con lo stato africano che preveda “azioni comuni, rapide e decisive per evitare che migliaia di persone rischino la vita per raggiungere il Nord Africa e l’Europa”.

Un passo avanti importante in questo contesto è arrivato nel corso della riunione dei ministri dell’Interno della rotta del Mediterraneo (Europa, Africa, con la presenza della Svizzera) presieduta da Marco Minniti nel corso della quale si è discusso della lista delle “necessità” che il Governo libico ha presentato al nostro Paese per rendere operativa l’intesa firmata il 2 febbraio.

L’elenco contiene richieste precise, volte a controllare i flussi migratori e a fermare le partenze. Tra esse ci sono navi, elicotteri, fuoristrada, macchine, ambulanze, sale operative, apparecchiature per una spesa stimata in 800 milioni di euro che si aggiungono ai 200 già stanziati da Bruxelles. Nonostante ciò l’importo non è ancora sufficiente e servirà il contributo del fondo per l’Africa già previsto dall’accordo del 2 febbraio.

Per arrivare ad una soluzione sarà imprescindibile ottenere la garanzia di una cooperazione internazionale, ma anche  cercare di rafforzare il governo Serraj, attualmente alle prese con pesantissime difficoltà.

Tornando ai dettagli pratici dell’accordo, si prevede anche “l’addestramento, l’equipaggiamento ed il sostegno alla guardia costiera libica”. Serviranno 10 navi per la ricerca e il soccorso e 10 motovedette da utilizzare per effettuare i controlli sotto costa ed evitare la partenza delle alpi. In base alle prime indiscrezioni le prime tre imbarcazioni saranno consegnate a giugno.

E ancora, tra le richieste figurano 4 elicotteri che effettueranno operazioni contro le organizzazioni che gestiscono i viaggi, 24 gommoni, 10 ambulanze, 30 jeep, 15 automobili, 30 telefoni satellitari Turaya, mute da sub, bombole per l’ossigeno, binocoli diurni e notturni. Le forze dell’ordine italiane si occuperanno dell’addestramento dei poliziotti locali e de degli uomini della Guardia costiera.

Commenta