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Meteoborsa: Monti fa volare Piazza Affari

L’ipotesi di un rapido incarico di governo a Mario Monti fa sognare i mercati – Asta Bot: rendimenti oltre il 6% – Piazza Affari ieri ha contagiato tutti i listini ma stamani Milano, poco dopo l’apertura, guadagnava già lo 0,6% – Solo Pirelli ieri era sfuggita alla mattanza – Cda di Finmeccanica ad alta tensione

Meteoborsa: Monti fa volare Piazza Affari

Mattinata positiva per Piazza Affari, che dopo un’apertura incerta è arrivata a guadagnare fino al 2,5%. Intorno alle 12 il margine si era ridotto però all’1,4%. Lo spread è calato intorno ai 530 punti base e i rendimenti sui Btp decennali al 7%, dopo esser tornati per pochi minuti fin sotto questa soglia. A trascinare al rialzo il listino di Milano è soprattutto l’inattesa accelerazione sul fronte politico, che con ogni probabilità portetà l’economista Mario Monti alla guida di un nuovo esecutivo tecnico fra domenica e lunedì prossimo. 

L’ITALIA ALLUVIONATA DALLA PIENA DEI BTP  SI AFFIDA A MONTI
L’ASTA DEL TESORO STAMANE SFIDA LA FURIA DEI MERCATI 

Gli esperti di meteoborsa scrutano i cieli dei mercati con la paura dell’ennesima “bomba” d’acqua che può scatenarsi sul fronte dei Btp. Ma s’intravvede una frattura nel fronte delle nuvole: il probabile incarico a Mario Monti, dopo la nomina del presidente della Bocconi a senatore a vita da parte del presidente Giorgio Napolitano. L’Italia si affida a Monti (in nomen omen) per sfuggire alla furia delle vendite.

Ieri la piena ha investito il mercato fin da quando, poco prima delle dieci italiane, è stato reso noto che Clearstream aveva (come previsto dai tecnici) aumentato i margini di garanzia sui titoli italiani. Si è così scatenata la bagarre che ha presto portato lo spread Btp/Bund oltre la barriera dei 554 Bp mentre i rendimenti chiudevano al 7,27%. Per la prima volta dall’introduzione dell’euro, il Btp a due anni rende più del decennale. Pessimo segnale, a detta degli esperti, che stanno a guardare: a comprare, ieri, c’era solo la Bce: almeno 2,5 miliardi di euro, troppo pcco per fermare la piena di futures sui Btp.   

La miccia londinese è stata solo una delle micce accese nella polveriera politica italiana. La promessa di dimissioni a termine  da parte di Silvio Berlusconi è stata considerata assolutamente insoddisfacente. Il presidente Giorgio Napolitano ne ha preso atto e in serata ha impresso un’accelerazione alla crisi.  

PREVISIONE. Giornata pazza, in cui non sono escluse escursioni di temperatura nell’ordine di 100-150 Bp nei rendimenti dei Btp. Non meno incerta la sorte di Piazza Affari: la volatilità rischia di superare i massimi storici. Meglio indossare un pesante maglione da montagna, in vista di possibili discese da brivido (guai a ritardi nella tempistica del voto sul patto di stabilità) piuttosto che la tuta da surf per cavalcare il su e giù delle onde. Ma la notizia dell’incarico all’unico potenziale premier che può godere della fiducia dei mercati può innescare un ciclo virtuoso in un tessuto che resta fragile, esposto a smottamenti rovinosi.

AVVISO AI NAVIGANTI. Meglio rischiare la tempesta che restare in porto, confessando le proprie paure ai lupi di mare. Il ministero del Tesoro, che ha in magazzino fondi per 35 miliardi cash, ha fatto sapere che l’asta di Bot indetta 


PIAZZA AFFARI (-3,7%)  CONTAGIA  TUTTI I LISTINI
WALL STREET PRECIPITA, HONG KONG FA PEGGIO

La drammatica impennata dei rendimenti dei titoli di Stato italiani (Btp decennali  al 7,20%) ha fatto scattare forti vendite anche  sulle banche Usa. JP Morgan  ha perso il 4%, Bank of America -3,3%, Morgan Stanley -8,2%, Citigroup  -4,9%. Goldman Sachs  perde l’8,2%. Per tutte le istituzioni finanziarie che hanno in portafoglio titoli del debito pubblico italiano si prospetta il rischio di dovere riportare nei prossimi bilanci forti perdite per il deprezzamento dei bond italiani. Sull’onda di queste vendite Wall Street è stata la fotocopia di Piazza Affari: l’indice S&P’s 500 lascia sul terreno il 3,67%, meno del Nasdaq -3,88%.  

Fra i titoli industriali, in caduta General Motors -11%, dopo risultati inferiori alle attese della controllata europea Opel.
Anche in Asia la paura l’ha fatta da padrona: l’Hang Seng di Hong Kong è sotto del 4,48%,; le azioni del colosso bancario Icbc perdono quasi l’8%, dopo la notizia che Goldman Sachs sarà costretta a vendere la sua quota nell’istituto per far cassa. Anche a Tokyo (Nikkei 225 -2,3%) i titoli finanziari guidano il ribasso: Sumitomo perde  il 2,3%, Nomura il 5,5%:  

TEST ANSALDO BREDA PER FINMECCANICA
BERLINO RAFFORZA LA SUA PRESA SU EADS

Non era facile scegliere un giorno più drammatico per un cda Finmeccanica, comunque storico. La società guidata da Giuseppe Orsi affronterà, oltre ai conti del terzo trimestre, il dossier spinoso di Ansaldo Breda, da cedere assieme al 40% di Ansaldo Sts e alla quota Avio per poter consentire alla holding della difesa di concentrarsi, senza la spada di Damocle dei debiti, sul core business della Difesa. Un’operazione finora impossibile per le resistenze sindacali ma anche perché, tutto sommato, Ansaldo Breda potrebbe recuperare terreno rispetto alla concorrenza come è già riuscito ad Ansaldo Sts, con un’accorta politica pubblico-privato.

Ma, soprattutto di questi tempi,non è il caso di nutrire in merito troppe speranze. Al contrario di quel che avviene oltre Reno.
 
Nei giorni della grande crisi, Berlino non rinuncia a fare politica industriale. Con un pizzico di protezionismo economico che non guasta. Il governo della signora Angela Merkel, infatti, ha ieri deliberato l’acquisto di metà quota in Eads controllato dalla Daimler. Il colosso di Stoccarda scende così dal 15 al 7,5% ed incassa 1,2 miliardi di euro. La percentuale tedesca nel colosso della difesa europea non cambia mentre Daimler può aumentare il suo “focus” sulle quattro ruote. L’operazione è stata condotta attraverso la Kfw, la Cdp di Berlino, e consentirà ai tedeschi di continuare a disporre di una quota simile a quella detenuta dallo stato francese e dal gruppo Lagardère. Si allontana, semmai, la prospettiva di una nuova ondata di privatizzazioni attraverso la vendita delle azioni di Deutsche Telekom e Deutsche Post, nonostante le assicurazioni del ministro delle Finanze Wolfgang Schaueble.

SOLO PIRELLI SFUGGE ALLA MATTANZA
MEDIASET AFFONDA SOTTO LE VENDITE

La vera vittima di Piazza Affari è Pirelli & C. – 0,08%. La società ha presenatto ieri a Londra conti eccellenti e un ambizioso business plan. Ma la voragine del mercato ha impedito di apprezzare la scommessa di generare (per i nove decimi  fuori Italia, beninteso) cassa da qui al 2015 per  3,2 miliardi di euro.  

Per il resto, Piazza Affari si è trasformata in una valle di lacrime:  Mediaset è scivolata sul fondo del paniere principale con un tonfo del 12% a 2,206.  Giornata da dimenticare anche per Lottomatica (-7,62% a 12 euro) dopo l’annuncio di tasse  al 6% sulle vincite superiori ai 500 euro, come non era avvenuto nemmeno dopo Caporetto.

Il comparto bancario, dopo un avvio di seduta promettente, è stato sommerso dalle vendite: Unicredit ha ceduto il 6,81% a 0,753 euro, Ubi Banca il 5,86% a 2,506 euro, Banco Popolare il 5,31% a 0,953 euro, Intesa SanPaolo il 4,25% a 1,149 euro, Popolare di Milano il 6,11% a 0,342 euro, Monte dei Paschi il 4,92% a 0,28 euro.

Ribasso del 5% per Fiat  e Fiat Industrial.

NIENTE TRIMESTRALE PER LA NUOVA DEXIA
NEI PRIMI NOVE MESI PERSI 10 MILIARDI

Dexia  rinvia i conti dopo lo tsunami. La banca prevede di perdere circa 10 miliardi di euro nei primi 9 mesi del 2011, di cui due terzi per l’esposizione sulla Grecia e la cessione del ramo belga. Lo ha indicato l’amministratore delegato Pierre Mariani, sottolineando che si tratta di una prima stima pro-forma. Il gruppo, oggetto di una ristrutturazione da inizio ottobre, per questo motivo non pubblica i dati trimestrali. Pesano, sui conti chiusi a settembre, la cessione di Dexia Belgio e gli accantonamenti legati alla Grecia.

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