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Le Borse non credono all’aumento dei tassi Usa e chiamano il Toro

I futures segnalano un possibile avvio in forte rialzo dei listini europei nella convinzione che la Fed non aumenterà subito i tassi – Sale anche il greggio – Il caso Pimco – A Piazza Affari Fca sugli scudi in vista della quotazione della Ferrari – Bene anche banche e risparmio gestito – Unicredit difende Palenzona – Scott Jovane se ne va da Rcs

Le Borse non credono all’aumento dei tassi Usa e chiamano il Toro

La pubblicazione dei verbali della Fed non ha riservato sorprese: i tassi potrebbero salire entro l’anno, purché i dati dal’economia lo consentano. Ma i segnali, per ora, sono contraddittori: cala ai minimi storici la richiesta di posti di lavoro, ma l’avvio della campagna delle trimestrali conferma il calo dei profitti. 

Alcoa, il colosso dell’alluminio che per tradizione apre la parata dei conti, ha dimezzato i profitti (0,07 cents contro i previsti 0,14) su ricavi in lieve calo. A confermare la congiuntura difficile delle materie prime arriva la notizia che Glencore taglierà di un terzo la produzione di zinco. 

La sensazione che la stretta sui tassi sia tutt’altro che scontata ha favorito il rialzo finale di Wall Street che stamane si è diffuso nelle Borse asiatiche.

Tokyo avanza dell’ 1,1%, Hong Kong +1,8%. Più modesti i guadagni di Shanghai +0,7%. Positive le Borse americane: S&P +0,9%, Dow Jones +0,8% e Nasdaq +0,4%. 

Wall Street si accinge ad assistere alle baruffe degli ex amici. Bill Gross, il re del reddito fisso, ha citato in giudizio Pimco, già suo datore di lavoro, per 200 milioni di dollari: il suo licenziamento, è l’accusa, è stato ingiusto e dettato solo “dall’avidità dei colleghi”.

IL PETROLIO RIALZA LA TESTA

L’intervento russo in Siria ha spinto al rialzo le quotazioni del greggio: Brent a 53,05 dollari al barile e Wti a 49,43, con un massimo oltre quota 50, per la prima volta da luglio. 

E’ prevista una partenza in robusto rialzo anche sui listini europei. I futures segnalano +51 punti per Londra, 47 pb Parigi e 111 a Francoforte. Tra i dati macro della giornata spicca la produzione industriale italiana di settembre. Più ancora si attende con curiosità il dato sulla congiuntura greca.

La seduta di ieri si è chiusa in terreno positivo sia a Milano che nelle altre Borse europee. L’indice Ftse Mib (+0,66%) si è confermato sopra quota 22 mila (22.156) davanti a Francoforte (+0,23%), Parigi (+0,18%) e Madrid (+0,1%). Londra +0,68%.

FCA GUIDA IL RALLY. IPO FERRARI IN VISTA

In grande evidenza l’automotive. Fiat-Chrysler (+3,9%), in rialzo da sette sedute, è stata la migliore blue chip della giornata. Due le novità positive: l’accordo con il sindacato Usa United Auto Workers (Uaw) che eviterà il rischio di sciopero e, tra l’altro, di forniture a singhiozzo di alcuni componenti di Ferrari. 

L’ormai vicina Ipo della stessa Ferrari già sottoscritta con adesioni pari a 4 volte l’offerta. Secondo le ultime indiscrezioni, la valutazione dell’azienda oscilla in un range tra 1 e 1,1 miliardi di euro per il 10% del Cavallino, una cifra che valuterebbe l’intera società fino a 11 miliardi di euro.

Nuova seduta positiva anche per Volkswagen (+1,1%).

POPOLARI E GESTITO AVANTI TUTTA. UNICREDIT SI SCHIERA CON PALENZONA

Altro propellente del rialzo è stato ieri il comparto finanziario, spinto da due motori: le Popolari ed il risparmio gestito. Gli acquisti sulle popolari sono ripartiti dopo che ieri la riforma del settore ha superato un primo scoglio con il no del Tar del Lazio alla richiesta di sospensiva cautelare, per andare direttamente alla discussione di merito a febbraio. Viene così meno un elemento di incertezza. Il Banco Popolare avanza dell’1%, Pop.Milano +1,2%. Arretra invece Ubi (-0,5%).

Unicredit (+0,2%). La banca “preso atto di notizie di stampa in merito a indagini che coinvolgono esponenti della banca, dichiara di avere piena fiducia nel loro operato”. Così la reazione alla notizia che il vicepresidente Fabrizio Palenzona sarebbe indagato dalla Direzione distrettuale antimafia di Firenze con l’accusa di reati finanziari aggravati dall’articolo 7, che riguarda il favoreggiamento a Cosa Nostra, assieme ad alcuni funzionari UniCredit oltre a imprenditori.

Intesa +0,4%, MontePaschi +1,5%. Tonico il risparmio gestito: Mediolanum che balza del 4,5% dopo i dati sulla raccolta di settembre e Azimut +2,5%. Bene anche Banca Generali +1,95%.

TONFO RCS. SCOTT JOVANE SE NE VA CON 750.000 EURO DI LIQUIDAZIONE 

Nuovo tonfo di Rcs (-6,5%) dopo le dimissioni dell’ad Pietro Scott Jovane, che ha rimesso ieri il suo mandato nel corso del consiglio d’amministrazione. Jovane ha definito come ultimo giorno lavorativo il prossimo 15 ottobre. Il Cda ha deciso di affidare ‘temporaneamente’ le deleghe per l’ordinaria amministrazione al presidente Maurizio Costa. 

Sempre nel corso della riunione, il Cda di Rcs ha deliberato che venga corrisposta a Jovane la somma lorda di 150 mila euro, a cui si aggiunge un compenso lordo pari a 600 mila euro relativo a un patto di non concorrenza. Una buonuscita di 750 mila euro complessive che si confronta con i circa 4 milioni incassati dal precedente ad. Antonello Perricone, i 7,8 milioni circa di Vittorio Colao e la cifra fra i 15 e 17 milioni versata a suo tempo a Maurizio Romiti.

Per quanto riguarda la trattativa con le banche creditrici, il direttore finanziario Riccardo Taranto ha parlato di “un incontro positivo. Abbiamo rappresentato la situazione a seguito della firma del contratto per la cessione della Libri e presentato le richieste che formalizzeremo in giornata”.

TONFO DI PRYSMIAN, SI FERMA SAIPEM

Bene Finmeccanica (+1,6%) e StM (+1,2%). Netto ribasso di Prysmian (-3%) in seguito alla bocciatura di JP Morgan. Telecom Italia ha chiuso con un lieve progresso dello 0,1%.Enel è scesa dello 0,7%, A2A +2,2%. Buoni rialzi per i petroliferi: Eni +1,2%, Tenaris +2,7%,Saipem piatta. Nel lusso avanza Moncler (+2,4%). Ferragamo +0,3%.

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