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La Juve vince il derby, ma perde Tevez

Ancora una volta alla Juventus basta il minimo sforzo per portare a casa il massimo risultato e sconfiggere 1 a 0 il Toro nel derby – Tevez a rischio per la Champions a causa di un intervento scriteriato di Immobile, che meritava l’espulsione – Polemiche sul gol di Pogba.

La Juve vince il derby, ma perde Tevez

Si tinge di bianconero il derby di Torino. Ma anche di giallo, perché a deciderlo è un gol di Pogba viziato da un fuorigioco (attivo) di Tevez. E così, come a Verona, la Juventus si porta a casa tre punti pesantissimi senza aver brillato particolarmente, e proprio come al Bentegodi lo fa suscitando parecchie polemiche. “I miei giocatori protestavano ma non sapevo perché – il commento amaro di Ventura. – Si tratta di un’altra decisione difficile da commentare…”

Ma la direzione di gara di Mazzoleni non ha scontentato solo il Torino: a pesare c’è anche la mancata espulsione di Immobile (36° del primo tempo) dopo un fallaccio da dietro su Tevez. Episodio che non è sfuggito all’occhio attento di Antonio Conte: “Mi hanno detto che sul gol c’era Tevez in fuorigioco. Bisogna anche dire che prima eravamo stati sfortunati perché c’era l’espulsione di Immobile su Tevez, che ha rischiato una caviglia, ha un taglio profondo, non so se bisognerà suturarla. Speriamo di averlo mercoledì in Champions. A volte le decisioni sono a favore, a volte a sfavore. Se ci fosse stata quella comminata con l’espulsione, il Torino avrebbe giocato per tutto il tempo in dieci e non so come sarebbe finita la partita”.

Arbitro a parte, non è stato certo un derby indimenticabile. Sarà per la tensione, per la stanchezza, o forse per l’orario mattutino, ma le squadre hanno offerto un match molto tattico e poco spettacolare. Nel primo tempo l’unico brivido (si fa per dire) lo ha provocato una punizione di Cerci, uscita di un metro abbondante rispetto alla porta di Buffon. Più che l’atteggiamento rinunciatario del Toro, a deludere è stata la Juve. Priva di Pirlo e con l’inedita coppia d’attacco Tevez – Giovinco, la Vecchia Signora voleva mettere in difficoltà i granata sulla velocità. Invece, complici le linee strette schierate da Ventura, gli uomini di Conte hanno cercato i propri attaccanti con lanci lunghi e poco precisi. E siccome Tevez e Giovinco non hanno certo il gioco aereo come dote principale, il risultato è stato a dir poco deludente. Meglio nella ripresa, quando la Juve, come spesso le capita, ha cambiato marcia. Prima una conclusione di Tevez alta di poco, poi una di Giovinco salvata dall’ottimo Padelli, infine il gol di Pogba. L’azione è nata da un calcio d’angolo battuto dalla destra, sul quale si è avventato Bonucci. Il suo colpo di testa è finito su quella di Tevez, posizionato però oltre la linea dei difensori granata. Sulla carambola con la traversa è arrivato il tap in del francese, che si è tolto la soddisfazione di marchiare la stracittadina. Per il resto poco da segnalare, con la Juve a gestire il risultato (magari già pensando al Galatasaray) e il Toro troppo imballato per tentare di ribaltarlo. Antonio Conte però preferisce pensare ai lati positivi, la vittoria ma non solo: “Siamo stati molto attenti e precisi in fase difensiva, senza lasciare spazi al Torino, nonostante loro abbiano giocatori molto forti nelle ripartenze, tipo Cerci, primo fra tutti, e Immobile. Anche nelle prime gare abbiamo fatto bene, ma ci siamo concessi qualche distrazione”. Sotto accusa invece Ventura, criticato dal popolo granata per l’atteggiamento rinunciatario. “C’erano due squadre con valenze diverse in campo – l’analisi del tecnico. – Dal punto di vista tattico, l’anno scorso potevamo fare la partita con una certa aggressività. Quest’anno, invece, era difficile perché siamo strutturati in modo diverso. Sono soddisfatto della fase difensiva, abbiamo concesso obiettivamente poco limitando bene la Juventus, che ha tirato pochissimo. Dove potevamo fare meglio era in fase di possesso…”.

Archiviato il derby, è tempo di pensare al Galatasaray. Contro i turchi (ancora senza allenatore, ma Mancini è in pole) sarà già notte da dentro o fuori. Servirà una Juve diversa, altrettanto cinica ma più affamata. Perché il banchetto europeo è ancora tutto da esplorare.

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