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Indagine Bankitalia: povero un italiano su 6, reddito famiglie inferiore agli anni ’90

Pubblicata l’indagine di Banca d’Italia sui bilanci delle famiglie italiane nel 2010 – Aumentano la concentrazione della ricchezza e la quota di individui poveri, il reddito medio cresce rispetto al 2008, ma è più basso di quello del 1991

Indagine Bankitalia: povero un italiano su 6, reddito famiglie inferiore agli anni ’90

L’indagine campionaria di Bankitalia sui bilanci delle famiglie italiane nel 2010, pubblicata stamani, disegna il quadro sfaccettato e complesso dell’Italia e dei suoi nuclei familiari al tempo della crisi. Ne emerge il ritratto di un paese in cui il reddito medio è inferiore, in termini reali (cioè di disponibilità effettiva di reddito spendibile) a quello dei primissimi anni Novanta, e in cui aumentano la concentrazione della ricchezza e la quota di individui poveri.

Nel 2010 il reddito familiare medio annuo, al netto delle imposte sul reddito e dei contributi sociali, è risultato pari a 32.714 euro. In termini reali questo dato segna un lieve aumento rispetto a quello del 2008, dopo la forte contrazione (3,4%) dei due anni precedenti, ma è inferiore del 2,4% rispetto a quello riscontrato nel 1991.

Il reddito equivalente medio, cioè il reddito che servirebbe a ciascun individuo, qualore vivesse da solo, per avere lo stesso tenore di vita che ha nella famiglia in cui vive, si è attestato sui 18.914 mila euro per individuo, un valore inferiore, in termini reali, dello 0,6 per cento a quello osservato con l’indagine sul 2008.

Sale invece di un punto netto rispetto al 2008 la quota di individui poveri in Italia, a 14,4%, la quota, cioè, di coloro che hanno un reddito equivalente inferiore alla metà della mediana. Questo significa che che quasi un individuo su sei, in Italia, giace sotto questa soglia, percentuale che schizza fino al 40% se parliamo dei cittadini stranieri.

La ricchezza netta delle famiglie italiane, data dalla somma delle attività reali e delle attività finanziarie al netto di mutui e altri debiti, ha un valore mediano nel 2010 di 163.875 euro, in virtù anche del fatto che il 68,4% delle famiglie italiane risulta essere proprietario delle case in cui vive (dato in calo dello 0,3% rispetto al 2008, così come quello delle case in affito e a riscatto, calo compensato dall’aumento del numero di famiglie a usufrutto o a titolo gratuito, ma in netto aumento negli ultimi 30 anni e superiore rispetto alle medie europee). Questa ricchezza è però altamente concentrata, visto che risulta posseduta per il 45,9% (rispetto al 44,3% del 2008) dal 10% delle famiglie più ricche.

Addentrandosi ulteriormente in questi dati e andando a stendere una mappatura interna delle famiglie italiane scopriamo che il reddito familiare medio risulta più alto nelle famiglie il cui capofamiglia è laureato, lavoratore indipendente o dirigente, di età compresa tra i 45 e i 64 anni, e che esso risulta superiore nelle famiglie residenti al Nord rispetto a quelle residenti al Sud e nelle Isole. Il reddito delle famiglie il cui capofamiglia è cittadino straniero è invece inferiore in media del 45% circa rispetto a quello delle famiglie italiane.

Cresce inoltre la negatività delle famiglie, il 30% delle quali si dichiara in difficoltà a coprire le spese con le proprie entrate, rimpinguando il numero dei nuclei indebitati, salito al 27%.

 

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