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Il saluto di Napolitano: un messaggio di fiducia agli italiani

Il presidente: “Lascio, la mia età porta crescenti limitazioni” – Un quadro di luci e ombre: dalla disoccupazione alla corruzione, ma anche di passi avanti compiuti e di italiani di cui essere orgogliosi – L’appello alle riforme e un’esortazione a non lasciarsi andare: “Mettiamocela tutta”

Il saluto di Napolitano: un messaggio di fiducia agli italiani

Un messaggio di fiducia, un appello farsi coraggio per affrontare la parte finale del  percorso che ancora rimane da fare per uscire definitivamente dalla crisi economica più lunga del dopoguerra e completare le riforme che sono comunque state avviate. “A tutti gli italiani” Giorgio Napolitano ha inviato il suo stasera il suo saluto di fine anno.

 Un saluto “speciale e un po’ diverso dal passato” perché,  è lui stesso a dirlo, “sto per lasciare l’incarico”. Il presidente non indica una data per le sue ormai imminenti dimissioni (dopo il 13 gennaio quando l’Italia conclude il semestre alla guida dell’Europa), ma dice con chiarezza ritengo di non potere più proseguire”. E così il suo saluto di fine anno diventa un commiato dopo quasi due anni da quando fu costretto, dal sostanziale blocco uscito dalle elezioni, ad accettare un secondo incarico che aveva fino ad allora respinto con decisione.

Da allora molte cose sono cambiate e il presidente dà conto, come ha già fatto più volte negli ultimi tempi, dei miglioramenti realizzati dall’Italia sia sul piano economico che su quello della stabilità politica e delle riforme. Riforme sulle quali, ha ricordato proprio prima di Natale, è lecito “discutere ma non stravolgerle”. Il bilancio è positivo per molti aspetti, dice Napolitano dando conto del risanamento dell’economia seriamente avviato e con molte meno fibrillazioni politiche rispetto al recente passato. L’Italia è in condizioni migliori rispetto a due anni fa ma non tutti i problemi sono stati ancora completamente risolti: le “patologie” da affrontare sono innazitutto la disoccupazione e la corruzione. “Bisogna bonificare il marcio corrosivo della nostra società” afferma il presidente.

Ed è qui che Napolitano inviata a “non cedere allo sgomento , alla trentazione della sfiducia”. E per dare concretezza a questo invito ricorda “alcuni italiani di cui essere orgogliosi” come Fabiola Gianotti chiamata a dirigere il Cerne o Samantha Cristoforetti o come Fabrizio, il medico contagiato dall’ebola in Sierra Leone. Tutti esempi “di cui essere orgogliosi”. “Mettiamocela tutta” è l’appello che rivolge il presidente agli italiani. Facendo leva sui punti di forza: i giovani, la ricerca, l’imprenditoria innovativa. Un mix che supportato da riforme adeguate può davvere rilanciare l’Italia e farle conquistare lo scatto necessario. “Il tema delle riforme necessarie per determinare condizioni idonee allo sviluppo degli investimenti, alla creazione di nuovo lavoro, alla maggior produttività e competitività delle nostre economie – ha detto pochi giorni fa nel suo saluto alle istituzioni –  ma ha oramai assunto dei contorni precisi, un’ampia articolazione concreta. E in questo senso bisogna considerare il programma di riforme messo a fuoco dal Presidente Renzi e dal suo governo. Riforme su cui ogni forza politica potesse misurarsi, senza pregiudiziali e in termini di confronto tra visioni e approcci seriamente sostenibili. Si tratta di un programma vasto, da scaglionare nel tempo complessivo che lo stesso governo ha voluto assegnarsi: ma che ha dato il senso di quale cambiamento fosse divenuto indispensabile, e non più eludibile o rinviabile”.

E’ il momento dei saluti, dopo 9 anni al Quirinale e dei ringraziamenti a tutti quegli italiani da cui ho ricevuto sostegno e personale affetto”.

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