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Grecia e petrolio nuovi driver dei mercati: consensi al piano greco sul debito

Il piano di Atene per l’allungamento dl debito trova consensi sui mercati e piace anche al ministro Padoan – Netto recupero del prezzo del greggio che fa bene a Eni, Enel, Tenaris, Saipem – Le vendite italiane spingono Fca – Sulle Popolari è sempre duello e Renzi è pronto a porre la fiducia sul decreto: “Basta con i signorotti locali”

Grecia e petrolio nuovi driver dei mercati: consensi al piano greco sul debito

Petrolio e Grecia: il binomio sta segnando, in positivo, la cronaca finanziaria. L’indice Nikkei della Borsa di Tokyo guadagna 2,2%. Positive le altre piazze, compresa Shanghai (+03,%). L’economia cinese lancia segnali di sofferenza (ieri ha deluso il Pmi servizi), ma il mercato è convinto che Pechino reagirà con nuovi incentivi.

Tendenza positiva a Wall Street: il recupero del petrolio e l’ottimismo sulla Grecia hanno compensato i dati deludenti degli ordini delle imprese (-3,4%). L’indice Dow Jones è salito dell’1,73%, l’S&P 500 circa dell’1,3% e il Nasdaq dell’1,09%.

Standard & Poor’s ha accettato di pagare una sanzione storica: 1,5 miliardi di multa per chiudere la vertenza innescata dai rating, troppo ottimisti, che hanno tratto in inganno risparmiatori e società del risparmio. 

CONSENSI AL PIANO GRECO: LA BORSA +11,2% ESALTA ROMA E MADRID

La riscossa di Atene, assieme al nuovo rialzo del greggio ha dato la carica ai listini mediterranei. La Borsa di Atene ha chiuso in rialzo dell’11,27%, a 840,57 punti, annullando i ribassi accumulati dopo le elezioni politiche dello scorso 25 gennaio.

L’indice Ftse Mib sale del 2,6% e si porta oltre la soglia dei 21mila per la prima volta dal 19 settembre scorso. Stessa variazione per Madrid. Parigi guadagna l’1,2% e Zurigo è invariata. Euro in recupero a 1,15 sul dollaro.

Avvio trionfale della missione europea di Yannis Varoufakis, che ha presentato a cento banchieri della City di Londra un piano di ristrutturazione del debito greco. Agli operatori è piaciuto il fatto che non sia previsto alcun ulteriore taglio ai creditori privati. Si è così registrato un consistente calo dei rendimenti dei bechmark greci (il costo di finanziamento a 2 anni è sceso sotto il 17%, quello a 5 anni al 13,11% e quello a 10 anni al 9,90%), mentre per la prima volta il tasso del Bund a 10 anni è sceso nell’intraday sotto quello del governativo giapponese, allo 0,3%, chiudendo poi allo 0,35%. 

Il piano ellenico prevede che alcuni detentori, tra cui la Banca centrale europea ed il fondo Efsf, dovrebbero accettare di scambiare le loro obbligazioni con altri titoli. Favorevole la reazione italiana: il ministro dell’Economia Piercarlo Padoan ha commentato ieri in un twitter che in questo modo: “Il debito della Grecia sarà sostenibile”. 

Lo spread tra Btp e Bund si è attestato a 125 punti base e il rendimento del decennale domestico all’1,60%.

OIL: CALANO GLI INVESTIMENTI, RISALE IL GREGGIO

Prosegue senza soste il recupero del petrolio. A New York il greggio Wti si è spinto sopra 54 dollari mentre il l Brent ha guadagnato 3,18 dollari a quota 57,93, dopo aver toccato un massimo di 59 dollari. A spingere i prezzi verso l’alto contribuisce la frenata dell’attività dello shale oil negli Usa e il taglio degli investimenti da parte di Shell.  Eni ha guadagnato ieri il 3,7%, Tenaris +5,5% e Saipem +3,5%. Enel avanza del 2,7% ed Enel Green Power +3,9%.

INDUSTRIA TONICA, FCA A PIENO REGIME 

Fiat Chrysler è salita del 2,7% grazie ai buoni risultati di vendita in Italia: a gennaio le immatricolazioni di auto del gruppo sono cresciute dell’11,4%, a fronte di un mercato cresciuto del 10,9%. Pirelli guadagna l’1,5%. Fra gli altri titoli industriali,Finmeccanica +1,2%, StM +0,8%, Prysmian+3,6%. Forti acquisti sui cementieri: Buzzi +3,6%, Italcementi +7,3%.

BANCHE , DUELLO SULLE POPOLARI. SANTANDER ALLE STELLE

Vigilia mossa per le banche in vista dei risultati trimestrali in agenda per la prossima settimana (le pubblicazioni si concentreranno soprattutto nelle giornate del 10-11 e 12 febbraio). La spinta è arrivata dal Banco de Santander, che ha annunciato per il quarto trimestre un aumento dell’utile del 70%, trainato dall’attività creditizia, mentre sono calate le sofferenze.

In grande evidenza Unicredit (+5%), seguito da Intesa (+3%). Respira anche Monte Paschi (+1,8%). Infuria lo scontro sulla riforma delle Popolari. Il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha detto che non intende tornare indietro rispetto alla decisione di eliminare il voto capitario per le prime dieci banche popolari italiane e di essere pronto a mettere la fiducia sul decreto. E sulle ipotesi di insider trading il premier è deciso: “La Consob indaghi. Se qualcuno ha sbagliato, pagherà”.

Intanto Assopopolari dovrebbe approvare oggi il progetto di riforma messo a punto da Alberto Quadrio Curzio e Angelo Tantazzi che prevede un ventaglio di soluzioni sul limite delle azioni per singolo socio (non più del 5%) e un premio sui diritti di voto per gli azionisti di più lunga data. 

I titoli del settore nel frattempo tornano a volare: Ubi Banca +6%, Banco Popolare +5,5%, Banca Popolare di Milano +6%. Bene anche gestito e assicurazioni: Azimut è in rialzo del 4,1%, UnipolSai +2,4%. Generali +1%. Tra le blue chip chiudono in rosso solo Luxottica (-1,2%) e Moncler (-0,8%).

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