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Fisco: Imu in tre rate e via libera alla delega, ma niente fondo taglia-tasse

L’Imu si pagherà in tre rate, ma dalla delega fiscale approvata ieri in Consiglio dei ministri salta il fondo taglia-tasse – Ecco tutte le novità in arrivo – Revisione delle rendite catastali – L’Iri prende il posto dell’Ires – Arriva la carbon tax per finanziare le rinnovabili – Bocciata l’abolizione dell’Irap – Nuova tassa sugli aereo-taxi.

Fisco: Imu in tre rate e via libera alla delega, ma niente fondo taglia-tasse

Imu in tre rate, revisione delle rendite catastali, trasformazione dell’Ires in Iri, tasse salva-ambiente e semplificazione della giungla di deduzioni e detrazioni. Ma niente fondo taglia-tasse con i proventi della lotta all’evasione: la coperta è troppo corta. Sono questi i punti fondamentali della delega fiscale varata ieri in tarda serata dal Consiglio dei ministri. La riforma è stata concepita a parità di gettito e dunque non prevede alcun ulteriore aggravio della pressione fiscale. L’obiettivo è “dare maggiore certezza al sistema tributario, migliorare i rapporti con i contribuenti e proseguire nel contrasto all’evasione”, si legge nel comunicato di Palazzo Chigi. 

Vediamo nel dettaglio quali sono le novità in arrivo: 

IMU IN TRE RATE

Accogliendo un emendamento presentato in Parlamento, il Consiglio dei ministri approvato la divisione della nuova Imu in tre rate. L’acconto (un terzo dell’importo, calcolato con le vecchie detrazioni e aliquote di base) si pagherà il 16 giugno, la seconda tranche (un altro 33%, calcolato allo stesso modo) arriverà il 16 settembre, e la parte finale (comprensiva di conguaglio sulle precedenti rate dopo la determinazione delle nuove aliquote) dovrà essere versata il 16 dicembre. In caso di coppie separate, il pagamento è a carico di chi vive nella casa, anche se non è proprietario dell’immobile. Le detrazioni saranno calcolate una sola volta per ogni nucleo familiare, anche se i coniugi  “stabilito la dimora abituale e la residenza anagrafica in immobili diversi”. 

REVISIONE DELLE RENDITE CATASTALI

Il Governo punta ad avvicinare “le singole rendite catastali ai valori effettivi di mercato”, ma “alla revisione delle rendite si accompagnerà, contestualmente, quella delle aliquote, in modo da mantenere invariato il carico fiscale complessivo sui fabbricati”. La cifra fondamentale per il calcolo delle rendite non sarà più il numero dei vani in cui è diviso l’immobile, ma quello dei metri quadri su cui si estende la sua superficie. Altri criteri meno oggettivi che saranno tenuti in considerazione sono la qualità dell’abitazione e del luogo in cui sorge.  

DALL’IRES ALL’IRI

L’imposta sul reddito delle società sarà sostituita dalla nuova imposta sul reddito imprenditoriale. Sui redditi prodotti da piccole imprese e da lavoratori autonomi si dovrà pagare un’unica imposta, ma dalla base imponibile della nuova tassa si potranno dedurre le somme prelevate come remunerazione, che faranno parte dei redditi personali e quindi rientreranno sotto la sfera dell’Irpef. 

L’IRAP NON SI TOCCA

Il governo Berlusconi aveva previsto l’abolizione dell’Irap, ma la squadra del Professore cancella con la penna rossa questo proposito. “La precedente delega – si legge nel testo – conteneva l’indicazione, nel medio-lungo periodo, della soppressione dell’Irap. Questa indicazione, oltre ad apparire contraddittoria con le esigenze di risanamento delle finanze pubbliche e con la politica di rigore finanziario impostata dall’attuale governo, aprirebbe un problema molto serio di reperimento delle entrate alternative (il gettito dell’Irap è dell’ordine dei 35 miliardi di euro) e di finanziamento delle Regioni (cui compete il tributo)”.

CARBON TAX PER LE RINNOVABILI

Il gettito prodotto dalla nuova tassa, che comporterà una revisione delle accise senza aumento dell’imposizione complessiva, sarà destinato “al finanziamento del sistema di incentivazione delle rinnovabili e degli interventi per la tutela dell’ambiente, in particolare alla diffusione delle tecnologie a basso contenuto di carbonio”.

TASSA SUGLI AEREO-TAXI

A pagare questa tassa sul lusso saranno i clienti stessi del servizio. I passeggeri dovranno sborsare 100 euro per le tratte fino a 1.500 km e 200 euro su quelle più lunghe. 

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