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Eni: nel 2013 utile +24%, il dividendo sale

Proposto un dividendo da 1,12 euro per azione, di cui 0,55 euro già distribuiti con l’acconto di settembre – Il saldo sarà pagato a partire dal 22 maggio, con stacco cedola il 19 maggio – Scaroni: “Risultati solidi in un mercato particolarmente difficile” – Scoperto nell’offshore congolese “un importante accumulo di gas e di olio leggero”.

Eni: nel 2013 utile +24%, il dividendo sale

Eni ha chiuso il 2013 con un utile netto in crescita del 24% su base annua, a 5,196 miliardi. Il Cda intende proporre all’assemblea degli azionisti la distribuzione di un dividendo da 1,12 euro per azione (da 1,08 euro nel 2012), di cui 0,55 euro già distribuiti con l’acconto di settembre. Il saldo sarà pagato a partire dal 22 maggio, con stacco cedola il 19 maggio. In scia a questi dati, oggi a metà mattina il titolo del cane a sei zampe viaggia in controtendenza sul Ftse Mib, mettendo a segno un rialzo dello 0,65%.

Nel solo quarto trimestre dell’anno scorso, il gruppo ha registrato un utile netto adjusted (senza componenti straordinarie) di 1,3 miliardi di euro, in calo del 14% rispetto allo stesso periodo 2012. Per l’intero 2013 l’utile netto adjusted si è attestato a 4,43 miliardi, in flessione del 35%. L’utile operativo adjusted ha registrato nel quarto trimestre un calo del 29% a 3,52 miliardi, mentre sull’intero 2013 la contrazione è stata del 34%, a 12,62 miliardi. In leggera flessione l’indebitamento finanziario netto del gruppo, pari a 15,428 miliardi di euro a fine 2013, contro i 15,511 miliardi di fine 2012.

“Abbiamo conseguito risultati solidi in un mercato particolarmente difficile – commenta l’ad di Eni, Paolo Scaroni –. La nostra divisione E&P, nonostante i problemi in Libia e in Nigeria ha confermato la sua capacità di generare profitti elevati grazie alla leadership di costo ed agli straordinari successi esplorativi. I business mid e downstream, penalizzati dalla crisi italiana ed europea, hanno rafforzato le azioni di ristrutturazione conseguendo un rilevante miglioramento della generazione di cassa. Infine la razionalizzazione del portafoglio, resa possibile dalle nuove scoperte, ha permesso una monetizzazione anticipata di risultato e di cassa. L’effetto complessivo di quanto realizzato in un anno difficile ci ha consentito di registrare un utile netto in crescita rispetto al 2012, di pagare un dividendo generoso, di lanciare il programma di riacquisto di azioni proprie, mantenendo un indebitamento costante”.

Quanto alla produzione di idrocarburi, si è attestata lo scorso anno a 1,619 milioni di barili giornalieri a livello di media annua, con un calo del 4,8% sul 2012 “principalmente a causa di fattori geopolitici”, scrive Eni. La stima preliminare delle riserve certe a fine anno è di 6,54 miliardi di barili, con un tasso di rimpiazzo organico delle riserve pari a 105%. Per il 2014 il gruppo prevede una produzione di idrocarburi “sostanzialmente in linea” con quella del 2013, al netto della cessione della quota nella joint venture Artic Russia. Attese invece “in leggera flessione” rispetto al 2013 le vendite di gas.

L’outlook 2014, secondo Eni, “è caratterizzato da un moderato rafforzamento della ripresa economica globale sulla quale tuttavia pesano le incertezze dovute alla debole crescita in Europa e ai rischi delle economie emergenti. Il prezzo del petrolio è previsto rimanere su valori sostenuti per effetto dei rischi geopolitici e dei conseguenti problemi produttivi in alcuni importanti Paesi, in un quadro di bilanciamento della domanda e dell`offerta di greggio”.

Lo scenario competitivo “rimarrà sfidante – prosegue la società – a causa del perdurare dei deboli fondamentali nelle industrie europee del gas, della raffinazione e della chimica”. In questi settori, il management di Eni non prevede alcun apprezzabile recupero della domanda, mentre la concorrenza e l’eccesso di offerta/capacità eserciteranno una forte pressione sui margini”. Sulla base di tale outlook, il management “conferma le strategie mirate al progressivo riequilibrio economico e finanziario nei settori G&P, R&M e nella Chimica grazie al contenimento dei costi, la rinegoziazione dei contratti gas di lungo termine, le ristrutturazioni/riconversioni di capacità e l`innovazione commerciale e di prodotto”.

Infine, il gruppo Eni comunica di aver ottenuto “un nuovo successo esplorativo nel blocco Marine XII, di cui la società è operatore, situato nell’offshore congolese a circa 17 chilometri dalla costa”. Il pozzo esplorativo Nene Marine 3, che ha portato all’importante risultato, spiega il comunicato, è stato perforato in 28 metri di profondità d’acqua e ha incontrato “un importante accumulo di gas e di olio leggero nella sequenza geologica clastica pre-salina delineando un’estensione verso ovest del giacimento e provandone la continuità idraulica”. Nene Marine 3 è situato a 2 chilometri dal pozzo di scoperta Nene Marine 1 e a 4 chilometri da Nene Marine 2. Durante la prova di produzione, eseguita nell’intervallo mineralizzato a olio, il pozzo ha erogato oltre 5mila barili di olio al giorno.

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