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Dazi, ottimismo sul negoziato. Corsa ai Btp in dollari

Vicino l’accordo Washington-Pechino sulle valute, non sulla tecnologia – Petrolio sull’ottovolante – Brexit: si profila un nuovo rinvio – Negativi anche i Bot greci a breve

Dazi, ottimismo sul negoziato. Corsa ai Btp in dollari

“C’è tanta confusione sotto il cielo: la situazione è eccellente”. Così la pensava il presidente Mao, ma non così i mercati, disorientati dall’assenza di certezze geopolitiche e monetarie. Uno scoop del Financial Times ci informa stamane che la Banca centrale europea lo scorso mese ha deciso di ricominciare il quantitative easing, il programma straordinario di acquisto di titoli, ignorando le obiezioni dei suoi stessi funzionari: la mossa ha riaperto le divisioni nell’istituzione.

Intanto dai verbali dell’ultima riunione del 17 e 18 settembre, in cui la Federal Reserve ha tagliato i tassi di interesse all’1,75-2%, emerge che i rischi per l’economia statunitense “sono aumentati rispetto a luglio”. Si parla anche di “maggior incertezza commerciale, di prospettive sulla crescita economica più deboli e di rischi geopolitici intensificati”.

VICINO L’ACCORDO TRA LE VALUTE, NON SULLA TECNOLOGIA

Ad alimentare l’incertezza sono le notizie contrastanti sul negoziato sui dazi, a poche ore dall’incontro tra le delegazioni Usa e Cina. Ad alimentare l’ottimismo è l’impressione che Pechino intenda offrire un aumento di acquisti di beni agricoli, in cambio della cancellazione almeno dei dazi minacciati, tra cui quelli del 15 ottobre e del 15 dicembre. Ma il South China Morning Post anticipa che il team cinese ripartirà già stasera dagli Usa in risposta alla nuova black list imposta contro le società hi tech cinesi, un’ipotesi però smentita dal Global Times, un giornale molto vicino ai vertici di Pechino.

Stamane, sui listini asiatici, sembra comunque prevalere l’ottimismo.

Sale il Nikkei di Tokyo (+0,3%). Hang Seng di Hong Kong +0,3%, CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzhen +0,4%. Perde l’1% solo la Borsa della Corea del Sud.

Bloomberg ha riportato che Stati Uniti e Cina sarebbe vicinissimi a concordare un vero e proprio patto sull’interscambio di valute, mentre il New York Times ha scritto che la Casa Bianca concederà a breve dei permessi speciali ad alcune aziende statunitensi fornitrici di tecnologia e servizi di Huawei.

Il cambio dollaro yuan scende sui minimi delle ultime due settimane a 7,11. Lo yen giapponese si indebolisce. L’oro tiene le posizioni, a 1.509 dollari l’oncia. 

Ieri sera a Wall Street il Dow Jones ha guadagnato lo 0,70%, risalendo a quota 26.346 punti. L’S&P500 ha chiuso in rialzo dello 0,9%, tornando a quota 2.919 punti. Nasdaq +1,02%.

Il titolo migliore è stato Microsoft. Alla vigilia dell’avvio della campagna delle trimestrali si moltiplicano i segnali di cautela: i titoli del paniere S&P registreranno un calo dei profitti nell’ordine del 3%, come non accade tra tre anni.

PETROLIO SULL’OTTOVOLANTE, POI SI CALMA

Il petrolio Brent si è mosso parecchio nelle ultime ore, prima in su e poi in giù. Pesa l’inasprirsi della crisi curda, ma anche la pubblicazione dei dati sulle scorte e sulla produzione, ma stamattina è poco mosso a 58,2 dollari, ieri sera ha chiuso in lieve rialzo.

MUSTIER: INTERESSI NEGATIVI SUI DEPOSITI PIÙ ALTI

I future sulle borse europee anticipano un avvio in lieve progresso. Tengono banco in Europa le divisioni emerse nel direttorio della Bce, in attesa dei verbali dell’ultima riunione in cui Mario Draghi, spalleggiato dalla maggioranza dei colleghi, ha deciso di far ripartire il Qe, nonostante il no del Comitato interno della banca oltre che dei banchieri centrali, compresa Francia e Germania. Non è stata l’unica volta in cui il banchiere non ha seguito l’indicazione del Comitato: in otto anni è successo quattro volte, ma è senz’altro un altro indizio del pressing che i falchi sono pronti ad esercitare su Christine Lagarde. Ma il disagio emerge anche nella decisione di Jean-Paul Mustier di imporre rendimenti negativi ai depositi oltre i 100 mila euro.

BREXIT, SI PROFILA UN NUOVO RINVIO

A riportare un po’ di sollievo sul fronte della Brexit ha contribuito il probabile rinvio dello strappo, anche se Boris Johnson insiste sulla data del 31 ottobre”. “Boris Johnson -commenta Giuseppe Sersale di Anthilia – è alla ricerca di qualsiasi espediente per ottenere di uscire il 31 ottobre, e quindi, sebbene estensione e nuove elezioni restino lo scenario centrale, non si può escludere a priori che ci riesca”.

PIAZZA AFFARI +0,6%, TUTTI PAZZI PER IL DOLLAR BTP

In questa cornice Piazza Affari ha ritrovato dopo una sola seduta negativa la strada del rialzo: + 0,6%, a 21.533 punti.

Francoforte è al solito la più pronta a rispondere al calo delle tensioni sui dazi: +1,04%; seguono Parigi (+0,78%) e Madrid (+0,55%).

In terreno positivo anche Londra (+0,36%). Secondo il negoziatore europeo per la Brexit Michel Barnier raggiungere un accordo per l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea prima del 31 ottobre sarà “molto difficile”. “Boris Johnson -commenta Giuseppe Sersale di Anthilia -è alla ricerca di qualsiasi espediente per ottenere di uscire il 31 ottobre, e quindi, sebbene estensione e nuove elezioni restino lo scenario centrale, non si può escludere a priori che ci riesca”.

Il ritorno delle emissioni del Tesoro italiano in dollari si è già rivelato un grande successo. Le tre tranche hanno complessivamente raccolto offerte per 20,7 miliardi di dollari: 9,5 miliardi di dollari per il 5 anni, 6,3 miliardi per il 10 anni e 4,9 miliardi per il 30 anni.

Visto l’ammontare delle prenotazioni, “penso che ne emetteranno almeno un miliardo di dollari per tranche”, afferma un operatore del mercato obbligazionario di una sim italiana. La forza della richiesta ha spinto il Tesoro a correggere al ribasso le indicazioni iniziali sullo spread. A book chiuso, il quinquennale è dato a 105 punti base sopra il livello di riferimento (mid swap), il decennale a 150 punti base sul mid swap ed il trentennale a 235 punti base.

Il Btp è disponibile anche sul canale retail, ma la maggior parte degli ordini dovrebbe essere arrivata dagli istituzionali, in quanto il taglio minimo, pari a 200.000 dollari, tiene lontani i risparmiatori di basso, e medio, rango.

L’emissione in dollari ha dominato la scena sui mercati obbligazionari. Sul secondario il rendimento del Btp decennale sale a +0,86%, ma lo spread con il Bund scende a 141 punti base (-1,61%) per la risalita del rendimento di quest’ultimo, da -0,6% a -0,55%. 

IN TERRENO NEGATIVI ANCHE I BOT GRECI A BREVE

Calano ancora i rendimenti dei titoli dell’Europa periferica.

Il Portogallo ha collocato 750 milioni di euro in titoli a 15 anni al tasso di 0,49%, minimo storico.

Dal canto suo la Grecia ha collocato 487,5 milioni in obbligazioni a 3 mesi a tassi negativi per la prima volta nella storia.

Giornata di gloria ieri per Tim (+3,1%). La società potrebbe portare in Borsa le attività dei data center, stimate intorno al miliardo di euro.

TIM SUGLI SCUDI, DEL VECCHIO MANOVRA SU MEDIOBANCA

Titoli bancari in lieve rialzo. I mercati si preparano all’offensiva di Leonardo Del Vecchio in Mediobanca +0,16% all’assemblea del 28 ottobre. Il re degli occhiali, forte del 7% (ma punta almeno al 10%, previa autorizzazione della Bce) ha detto ieri di “aspettarsi un piano industriale che si basi non solo sui risultati di Generali e Compass ma progetti un futuro da banca di investimento”.

Monte Paschi -1,4% nonostante si torni a parlare del possibile spin -off di 10 miliardi di crediti dubbi.

Intesa Sanpaolo +0,8%. Unicredit -0,3%.

Nexi+1,41% grazie al rialzo nel finale. Prepara emissioni da 825 milioni sulla scadenza 2024 e/o 2027; un rendimento interessante potrebbe avere impatto positivo sull’eps, dice un trader.

RIMBALZA MONCLER, BRILLA D’AMICO

Atlantia +2% in attesa del possibile ingresso in Alitalia che potrebbe migliorare i rapporti con il governo.

Tra gli industriali brilla Prysmian (+2,1%) tra le migliori del comparto industriale, in recupero dopo il calo della vigilia.

In ripresa l’auto: Fiat Chrysler +0,5%, Pirelli +1,5%. Avanza anche Brembo (+2,2%) in road show con Equita.

Si rianima il lusso colpito dall’effetto Hong Kong.

Moncler rimbalza del 2% a 33,2 euro nel finale e porta il guadano da inizio anno a +14%, rispetto al +18% del FtseMib. A luglio era arrivata a guadagnare il +43%.

Salvatore Ferragamo rimbalza dell’1% a 16,15 euro, ma il saldo da inizio anno segna -8,5%. La quotazione oscilla sui minimi degli ultimi sette anni.

Fa eccezione Brunello Cucinelli, in calo del -1,6% a 26,86 euro in una giornata di generalizzato rimbalzo del settore. La quotazione scivola sui minimi da fine 2018.

Mondadori sale in rialzo del 5,3%.

D’Amico balza a doppia cifra (+13,73%): Kepler Cheuvreux ha confermato la raccomandazione buy sul titolo.

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