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Contratto bancari, Abi e sindacati in attesa della firma

Da questa mattina le parti discutono gli ultimi ritocchi all’accordo “straordinario” – E’ previsto un aumento di 170 euro a impiegato in tre anni – Per aumentare l’operatività, gli sportelli rimarranno aperti fino alle 20 e si rafforzerà l’e-banking – Infine è stato costituito un fondo per assumere 15mila lavoratori in tre anni.

Contratto bancari, Abi e sindacati in attesa della firma

Bisogna recuperare quel 6% di inflazione prevista in Italia che peserà, nei prossimi tre anni, sui bilanci degli oltre 3.400 impiegati del settore bancario. L’associazione bancaria italiana (Abi) e i sindacati hanno raggiunto un’intesa per fare fronte tempestivamente agli anni di debole crescita economica che attendono il nostro Paese. Se ieri pomeriggio l’accordo sembrava ormai raggiunto, questa mattina le parti si sono nuovamente riunite e stanno ancora discutendo le ultime modifiche. Le misure hanno come oggetto principale: 

Recupero dell’inflazione – Secondo i dati Istat nei prossimi tre anni è prevista un’inflazione di circa il 6%. L’accordo avrà dunque una validità triennale e consisterà in un compenso di 170 euro a regime per la figura contrattuale media: 50 euro verranno corrisposti dal 1° giugno 2012; 50 euro dal 1° giugno 2013 e gli ultimi 70 euro dal 1° giugno del 2014. Nell’insieme dunque si registrerà un aumento del 6,05% diluito in tre fasi.

Aumento dell’operatività – Dai dati dell’Abi risulta che da inizio 2009 a fine 2011 l’operatività allo sportello è diminuita del 35% ed entro la fine di quest’anno è attesa un’ulteriore flessione del 15%. Per ovviare al problema, almeno a breve termine, si è deciso di mantenere aperti gli sportelli dalle 8 alle 20, con un’estensione massima fino alle 22, previo accordo sindacale. Ma a lungo termine i cambiamenti saranno più radicali.

Meno filiali più e-banking – Intesa SanPaolo, Unicredit e Ubi hanno già pianificato la chiusura di molte filiali, per trasformarle in sportelli. Intesa interverrà su almeno mille filiali e chiuderà tra i 300 e i 400 sportelli; Unicredit ridurrà le sue filiali full service al 26% del totale, riducendo di 200 il numero degli sportelli sul territorio; anche Ubi prevede la chiusura di 84 filiali. Ovviamente bisognerà pensare a come riconvertire gli oltre 4 mila sportellisti che si troveranno senza lavoro. Il futuro delle banche sarà tutto da riscrivere con una prevelenza dell’e-banking e una gestione delle relazioni con i clienti porta a porta. E l’Abi immagina già di riconvertirli in gestori per l’offerta di servizi bancari a domicilio. 

Fondo per l’occupazione – Per consentire alle banche di svolgere attività che finora erano svolte da aziende di appoggio e aumentare l’occupazione giovanile, si è costituito un fondo di sostegno all’occupazione. Si introduce un contratto complementare con un orario di lavoro di 40 ore settimanali – invece che di 37,5 – con una riduzione del 18% nelle retribuzioni. Questa misura consentirà di assumere circa 15 mila lavoratori in tre anni. 

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