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Cinema, boom in Borsa per Amc: +2.000% nel 2021

Dopo il fenomeno di GameStop, ecco un altro exploit a Wall Street: quello di Amc, la catena di cinema sull’orlo del fallimento che ha raccolto 3 milioni e 200 mila milioni di dollari da investitori individuali ed è schizzata in Borsa – Materie prime a razzo: +41% da gennaio per il mais

Cinema, boom in Borsa per Amc: +2.000% nel 2021

Al box office di Wall Street esplode la febbre per Amc, la catena di cinema già sull’orlo del fallimento ma che, sotto la spinta di 3 milioni e 200 mila (sic!) investitori individuali, è salita del 2.000% circa da gennaio. Un fenomeno simile a quello già vissuto con GameStop, ma con una caratteristica in più. Il ceo Adam Aron, lungi dall’usare l’improvvisa fortuna per ripagare parte dei debiti, si è autonominato “re delle scimmie” (come vengono definiti per spregio i piccoli speculatori) e ha avviato una campagna di acquisti di nuove sale. Ieri, giorno in cui il titolo è salito del 95%, Aron ha fondato l’associazione degli azionisti: chi si registra riceve pop corn a volontà al cinema. Gli sceriffi di Wall Street, già sotto stress per le sortite di Elon Musk, fanno fatica a sostenere l’onda d’urto dell’“anarco-azionismo”.

Sempre ieri è volata in orbita Dogecoin, la criptovaluta prediletta dal fondatore di Tesla, che d’ora in poi sarà scambiata su Coinbase, la piattaforma quotata al Nasdaq. E tra pochi giorni Robinhood, il sito a commissioni zero preferito dai “meme traders” (i “fai da te”, nel gergo di Borsa) sarà quotata a Wall Street.

INDICI POCO MOSSI IN ATTESA DEL LAVORO USA

In questa atmosfera alla Helzapopping impallidisce la cronaca finanziaria seria: i listini, sostenuti dalla ripresa dell’economia reale (confermata dal Beige Book), prendono ogni giorno sempre più coscienza della corsa dei prezzi, a partire dalle materie prime. Il presidente della Fed di Philadelphia, Patrick Harker, ha evocato la possibilità di interventi della Banca centrale già entro l’anno. Molto importanti al proposito i dati sul mercato del lavoro in uscita tra oggi (occupazione dell’industria privata) e soprattutto domani.

Stamattina, in Asia Pacifico, il Nikkei di Tokyo è in rialzo dello 0,5%, il CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzen dello 0,2%, il Kospi di Seul dello 0,9% e il BSE Sensex di Mumbai dello 0,7%.

LA CINA ESPORTA ANCHE INFLAZIONE

Le Borse indugiano sui massimi, ma ormai si interrogano su un nuovo fattore. La Cina, che dal Duemila in poi è stata una formidabile alleata della deflazione, abbattendo i costi di produzione, è oggi uno dei principali agenti dell’inflazione. Gli acquisti di materie prime da parte di Pechino spingono all’insù i prezzi. Incide anche la crescita dei consumi interni, favorita dal maggior benessere. Ad esempio, il prezzo del latte vola perché la Cina, pur essendo il terzo produttore mondiale, deve importare il 30% del suo fabbisogno.

YELLEN ALL’ATTACCO SUL FISCO

Sono piatti i future di Wall Street, all’indomani di una seduta di variazioni modeste dei principali indici: Dow Jones +0,07%, S&P e Nasdaq +0,14%.

Janet Yellen, responsabile del Tesoro, lancerà al G7 del fine settimana l’offensiva per strappare il consenso alle nuove regole fiscali per le multinazionali, da sottoporre ovunque a una minimum tax del 15%.

MATERIE PRIME A RAZZO: MAIS +41% DA GENNAIO

Continua la corsa delle commodity. L’indice Bloomberg Commodity è tornato a salire come un razzo, più forte anche dei tentativi della Cina di ridimensionarne la spinta all’insù: stamattina è stato toccato il nuovo massimo degli ultimi sei anni a 94,9. Il future di riferimento del mais guadagna l’1%, un passo in avanti che porta il rialzo da inizio anno al 41%.

Il Treasury Note a dieci anni è poco mosso a 1,59%.

Si muove in modo impercettibile l’euro dollaro, anche stamattina intorno a 1,220.

Il petrolio WTI è al terzo giorno consecutivo di rialzo, a 69,3 dollari il barile, prezzo che non si vedeva da due anni e mezzo. Il Brent tratta a 71,59 dollari al barile.

PIAZZA AFFARI AVANZA A PICCOLI PASSI (+0,23%)

Banche chiuse, investitori al mare o al bar. Ma la Festa della Repubblica non ferma Piazza Affari (+0,23%), che consolida i massimi dal 2008 a quota 25.379 punti. E, in attesa che prendano concretamente il via gli aiuti del Recovery Fund, si prepara senza timori alla riunione della Bce della prossima settimana. Intanto, la Ue ha confermato che il Patto di Stabilità rimarrà sospeso per tutto il 2022.

INFLAZIONE, A BERLINO PER ORA NON FA PAURA

Lo spauracchio dell’inflazione non spaventa nemmeno le altre piazze dell’Eurozona, in attesa del prossimo direttorio della Bce. Anche la Germania, al pari delle banche centrali, considera l’aumento dei prezzi “un fenomeno transitorio”. È quanto ha detto il ministro delle Finanze, Olav Scholz: “Controlliamo sempre attentamente l’inflazione, ma per il momento molti elementi sembrano suggerire che la valutazione delle Banche Centrali sia corretta”.

I listini europei chiudono così vicino ai massimi storici: Francoforte +0,2%, Parigi +0,5%, Amsterdam +0,42%, Londra +0,41%. In controtendenza Madrid (-0,15%).

VOLA VOLVO, PROSIEBEN DICE NO A MEDIASET

Balzo in avanti di Volvo (+3,5%) dopo che il board ha proposto di distribuire agli azionisti i proventi della cessione di UD Trucks.

La danese Bang & Olufsen è salita del 9,6% sull’onda delle previsioni sugli utili dell’intero esercizio.

L’emittente tedesca Prosiebensat.1 arretra del 4,1% dopo che il Ceo Rainer Beaujean ha detto che il gruppo “non ha bisogno di alcun aiuto dall’esterno”, in risposta all’appello di Mediaset, tra l’altro grande azionista, per il consolidamento del settore media europeo.

Stabile l’obbligazionario: lo spread ha chiuso a 102 punti base (-0,39%), con il tasso del Btp decennale a +0,82%.

INTERPUMP, PIAZZA AFFARI PREMIA IL QUARTO CAPITALISMO

Merita il titolo di copertina a Piazza Affari Interpump: +6,31% dopo il coro di consensi degli analisti per l’acquisto di della business unit White Drive Motors and Steering da Danfoss, l’operazione più impegnativa nella storia di uno dei uno dei principali produttori mondiale di pompe a pistoni professionali ad alta pressione. La business Unit acquisita comprende tre stabilimenti, situati in Usa, Germania e Polonia. In aggiunta, è prevista l’acquisizione di tre linee di produzione, di cui due negli Usa e una in Cina. I prodotti sono complementari al portafoglio della multinazionale italiana. Il fatturato atteso per quest’anno dovrebbe risultare di poco superiore a 200 milioni di euro.

H-FARM SBANCA WALL STREET. DEPOP CEDUTA PER 1,26 MILIARDI

A confermare il ritorno in campo degli Animal Spirits del capitalismo nostrano (del resto mai venuti meno) contribuisce una notizia in arrivo dall’Aim: l’incubatore veneto di start up digitali H Farm ha preso il volo (+12%) dopo che Depop, una delle App “covate” dal laboratorio di Roncadel nel 2011, è stata acquistata a da Etsy, il marketplace americano quotato al Nasdaq, per 1,625 miliardi di dollari.

L’operazione sulla App per vendere prodotti fashion, grazie alla clausola di earn out prevista negli accordi iniziali, genererà per H-Farm un incasso di circa 6 milioni di euro, con un ritorno di 15,5 volte rispetto all’investimento iniziale (792 mila euro). Non solo. È il biglietto da visita ideale delle potenzialità del digitale così come s’intende sviluppare con i fondi del piano Pnrr.

BUZZI CAVALCA IL CICLO USA, SU IL PETROLIO

Aria di ripresa anche in Buzzi Unicem (+1,78%; in un mese +7%). Ubs ha alzato il prezzo obiettivo da 28 a 31 euro, confermando la raccomandazione buy. “Pensiamo che le azioni offrano un valore interessante a un multiplo di 5 volte l’ev/ebitda (valore d’impresa/reddito operativo lordo), in vista di un potenziale ‘super’ ciclo delle infrastrutture negli Stati Uniti”. In ascesa anche Astaldi (+11,17%) e Webuild (+6,93%).

L’ascesa dei prezzi del petrolio ha favorito il rally dei petroliferi; Tenaris avanza dell’1,66%, davanti a Saipem (+0,98%) e a Eni (+0,78%).

VENDITE BOOM PER PIAGGIO, FINCANTIERI FA SHOPPING

In terreno positivo buona parte del settore industriale: Cnh +1,08%; Stellantis +1%; Pirelli +1%; Leonardo +1%. Tonica Piaggio (+1,28%) dopo i dati sulle vendite (+28% rispetto al maggio 2020).

Fincantieri (+5,11%) ha perfezionato l’acquisizione del principale ramo d’azienda che fa capo a Inso – Sistemi per le Infrastrutture Sociali, e della sua controllata Sof, già parte del gruppo Condotte.

FRENANO ATLANTIA E IL GESTITO. DIASORIN IN ROSSO

In controtendenza i titoli anticiclici: Diasorin -2,15%, Enel -1,03%. Ritraccia Atlantia (-1,63%). Pausa nel moto al rialzo dei titoli bancari (i più interessati dalla chiusura delle filiali). Cattolica (+1,14%, a 7,08 euro per azione) resta sopra il prezzo dell’Opa di Generali (+0,12% a 6,75 euro). Tendenzialmente negativo il risparmio gestito: Banca Generali lascia per strada lo 0,48%, Azimut lo 0,64%, Banca Mediolanum lo 0,25%.

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