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Cdp, le condizioni delle Fondazioni

Il ministero dell’Economia starebbe sondando la disponibilità degli enti a modificare lo statuto sul punto in cui viene riconosciuto loro l’indicazione del presidente – In cambio, sul tavolo della trattativa c’è un possibile ampliamento del Cda per dare maggiore rappresentanza alle Fondazioni ma soprattutto la richiesta di garanzie sulle redditività futura

Cdp, le condizioni delle Fondazioni

Il negoziato fra gli azionisti della Cdp entra in una fase cruciale: il Tesoro, azionista di maggioranza con l’80% del capitale della Cassa, ha ricevuto una lettera dalle Fondazioni, soci di minoranza con il 18,4% della società. Nel testo vengono definite le condizioni e i chiarimenti chiesti dagli enti bancari per permettere al Governo di realizzare il ribaltone al vertice, dopo che il premier Matteo Renzi ha espresso la volontà di rendere Cdp “più forte”. 

In particolare, le Fondazioni chiedono garanzie per tutelare l’investimento da un miliardo che hanno fatto nella Cdp 10 anni fa, peraltro già ripagato grazie alla redditività della Cassa. 

Il presidente della Cdp, Franco Bassanini, appena arrivato nella sede del congresso dell’Acri a Lucca, è entrato in una riunione a parte chiuse con molti dei 64 azionisti di minoranza di Cassa, dove si è cercato di mettere a punto un nuovo documento da inviare al Tesoro. 

Il ministero dell’Economia starebbe sondando la disponibilità degli enti a modificare lo statuto sul punto in cui viene riconosciuto loro l’indicazione del presidente, che diventerebbe invece una scelta condivisa tra le due compagini sociali. 

In cambio, sul tavolo della trattativa c’è un possibile ampliamento del Cda per dare maggiore rappresentanza alle Fondazioni ma soprattutto la richiesta di garanzie sulle redditività futura come precondizione per concedere le modifiche statutarie necessarie a trasformare la Cassa, nelle intenzioni del Governo, in uno strumento più interventista di politica industriale. 

Il presidente di Cdp Bassanini ha ribadito nel corso dell’incontro a porte chiuse con gli enti la sua disponibilità a fare un passo indietro dalla presidenza non appena l’accordo tra Tesoro e fondazioni sarà stato raggiunto.

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