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Borse aperte a dispetto dei Santi

Fino a qualche anno fa gli operatori avevano molti più giorni di vacanza – Oggi, invece, dopo gli accordi fra i vari listini europei per garantire la continuità degli scambi, il calendario è stato rivisto e dalla colonnina delle festività sono scomparse diverse ricorrenze – Dopo crolli come quello di oggi verrebbe voglia di tornare alla giornata di riposo

Borse aperte a dispetto dei Santi

Altro che ponte. Mentre pochi privilegiati vacanzieri partiti venerdì sono ancora in giro a godersela, milioni di italiani non si sono mai mossi da casa. Lunedì si lavora. E anche martedì, in certi casi, a dispetto dei Santi. Fra questi stakanovisti delle festività figura anche una categoria particolare, quella degli operatori di Borsa: domani, primo novembre, Piazza Affari rimarrà aperta. Eroicamente, visto il periodo non proprio roseo. Eppure non è stato sempre così. Fino a qualche anno fa i traders godevano di molte più vacanze e anche fra di loro l’idea di andare al lavoro il giorno di Ognissanti era considerato un sacrilegio.

Poi le cose sono cambiate con lo sviluppo dei mercati e delle tecnologie. Dalla fine degli anni Novanta le maggiori Borse europee (riunite nella Federation of european securities exchanges) hanno imboccato la strada dell’integrazione e del coordinamento, per cercare di rendere sempre più agevoli le operazioni degli investitori. Uno dei vari accordi è quello che ha portato all’elaborazione di un calendario concordato: inevitabilmente molte ricorrenze tradizionali sono state sacrificate.

Fatte salve alcune pietre miliari del calendario occidentale, Natale in primis, hanno dovuto soccombere praticamente tutte le festività locali, accompagnate nell’oblio da quelle che non godono di sufficiente seguito a livello paneuropeo, come l’Epifania. Insomma, in Borsa non è più come una volta: oggi si lavora di più. L’unica consolazione per gli operatori è che in questi giorni di ponte potranno risparmiarsi il mercato after hour, chiuso come sempre quando i volumi degli scambi sono particolarmente bassi (ad esempio nelle due settimane a cavallo di Ferragosto) e i trader hanno di meglio da fare piuttosto che indugiare al lavoro.

Lo scopo fondamentale di questo nuovo efficientismo è di rispondere alla vocazione originaria di qualsiasi Stock Exchange: permettere a chi ha in mano uno strumento finanziario di negoziare con la maggiore continuità possibile. E’ questa la missione delle Borse. D’altra parte si potrebbe trovare anche una ragione pratica, quasi di costume. Oggi la vita in Borsa è ben diversa da quella della generazione scorsa: non si urla più, pensa a (quasi) tutto il computer (la Borsa italiana è stata completamente informatizzata nel 1994). Naturale quindi che lo stress, almeno quello fisico, sia inferiore. E con il venir meno del fattore umano, era abbastanza inevitabile che venissero meno anche le vacanze.

In ogni caso, a vivere giornate come quella di oggi, in cui tutti i listini europei crollano e Milano si ritrova maglia nera, viene da pensare che forse non avrebbe fatto male chiudere i battenti per 24 ore. Forse, in certi periodi, sarebbe ancora il caso di santificare le feste.

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