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Banche, venerdì di paura in Borsa

Lo scivolone del settore creditizio ha riaperto il dibattito a Piazza Affari sui meccanismi di stop loss e rafforzato il partito di chi vorrebbe reintrodurre il divieto sulle vendite allo scoperto. Unicredit e Intesa SanPaolo in forte flessione. Balzo in avanti per Tod’s. In terreno positivo Londra, cedono Parigi, Francoforte e Madrid.

Banche, venerdì di paura in Borsa

Dopo la mezz’ora di panico innescata dalla pesante flessione dei bancari attorno a mezzogiorno, Piazza Affari ha fallito l’operazione recupero: la giornata si chiude, perciò con l’indice Ftse/Mib a quota 19.154 (-1,61%) . Mentre già infuria la caccia ai colpevoli dell’imboscata speculativa che ha colpito i valori bancari sull’onda della voce (presto smentita) che S&P’s si accingeva al downgrading delle banche italiane nel weekend. Nella tempesta che questa mattina si è scatenata sui titoli bancari a Piazza Affari, un ruolo importante a vantaggio della speculazione è stato giocato dai meccanismi di stop-loss, che prevedono l’immissione di ordini di vendita automatici dei titoli quando le azioni scendono sotto una determinata soglia di prezzo. Si spiega così l’avvitamento al ribasso di una Blue Chip del calibro di Unicredit, scivolata quasi del 10% nel giro di pochi minuti, trascinando con sé la stessa Intesa Sanpaolo, nonostante l’incasso di 360 milioni appena registrato con la vendita delle azioni Prada. Di qui il faro acceso dalla Consob sulle eventuali anomalie della mattinata. Di sicuro, il “venerdì nero” contribuisce a rafforzare il partito di chi vorrebbe reintrodurre il divieto sulle vendite allo scoperto, proposta contro cui si batte l’Assosim. Dice il presidente Michele Calzolari: “Non è dimostrato che un tale divieto riduca la probabilità di un crash.

Al contrario, il precedente del 2008 dimostra l’inefficacia di un provvedimento del genere ad impedire ribassi accentuati dei corsi”. Un’osservazione tanto più vera se si pensa che, a differenza di quanto avvenuto nel 2008, la tempesta sistemica non sta investendo in egual misura i listini europei, ma imperversa solo sui cieli del Bel Paese e, in misura più ridotta, sulla Spagna. Ieri pomeriggio, dopo un tentativo di correzione seguito alle smentite dei rumors londinesi, le banche italiane hanno continuato a essere travolte dalle vendite in particolare Unicredit, arretrata del 5,4%, e Intesa Sanpaolo (-4,8%), entrambe dopo più sospensioni per eccesso di ribasso. Vedendo i prezzi in caduta senza spiegazioni plausibili, sul mercato ci sono stati momenti di fibrillazione.

Al contrario, naviga in terreno positivo la Borsa di Londra (+0,41%) , mentre seguono Piazza Affari quelle di Parigi (-0,08%), Francoforte (-0,39%) e soprattutto Madrid (-1,31%). A livello di indici settoriali europei, corrono i titoli dell’auto (Stoxx +2,2%), in calo le banche (-1,4%), soprattutto per il contributo negativo delle banche di casa nostra, che hanno vissuto, senza alcuna eccezione, una vera giornata di passione dal MontePaschi (-3%) alla Popolare di Milano (-2,8%) che sabato si accinge a celebrare un’assemblea turbolenta.

Il settore industriale si è parzialmente salvato dalla bufera: Fiat segna comunque un valore negativo (-1%, Industrial -0,9%) mentre Pirelli sale del 2%. La seduta ha offerto motivi di soddisfazione a Diego Della Valle: Tod’s ha messo a segno un rialzo del 2,93% sull’onda delle buone notizie su Prada a Hong Kong. Buone notizie anche per Luca di Montezemolo: Poltrona Frau (+0,34%) festeggia l’apertura dello show room di San Paolo in Brasile con un rialzo Giornata sugli altari anche per Prysmian (+1,06%) sostenuta dall’overweight di Morgan Stanley e per Stm (+0,93%) rimbalzata dopo una serie di sedute negative.

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