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Australia-Nuova Zelanda: i dollari oceanici si indeboliscono

Le monete dei due principali Paesi del continente, storicamente “canarini nella miniera”, negli ultimi giorni si sono indebolite, a causa della riduzione dei prezzi al consumo in Nuova Zelanda e della tendenza negativa nella creazione di posti di lavoro in Australia

Australia-Nuova Zelanda: i dollari oceanici si indeboliscono

Nei due principali paesi dell’Oceania, Australia e Nuova Zelanda, le rispettive monete – il dollaro australiano e quello neo-zelandese – sono da sempre considerati come il ‘canarino nella miniera’, un indicatore avanzato del rischio. Quando c’è ottimismo e crescita e torna l’amore al rischio, quelle monete si rafforzano. I loro tassi di interesse interni, da sempre relativamente alti, fanno premio sul rischio-cambio, mentre la loro struttura produttiva, centrata sulle materie prime – minerali e alimentari – fa anch’essa premio in un’economia mondiale che cresce, tirata da paesi specialmente voraci di materiali di base.

Ma negli ultimi giorni i due dollari ‘oceanici’ si sono indeboliti, smentendo la saggezza convenzionale. Da una parte, ieri i prezzi al consumo in Nuova Zelanda sono scesi, dall’altra parte la creazione di posti di lavoro in Australia si è volta in negativo. In ambedue i casi questi andamenti fanno presagire riduzioni dei tassi-guida su ambedue le rive del Mar di Tasmania. Ma queste tendenze non mutano il giudizio di fondo: gli indebolimenti sono da valutare in relazione al forte rafforzamento degli ultimi mesi, un rafforzamento che ha portato il dollaro australiano a superare quota 0.80 contro euro.

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