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Astaldi vara manovra da 2 miliardi, IHI entra col 18%

Ok all’aumento di capitale da 300 milioni che partirà entro il terzo trimestre del 2018 – Approvato anche il piano strategico 2018-2022 – Il gruppo nipponico IHI parteciperà alla ricapitalizzazione con 112 milioni di euro, ma la Finast della famiglia Astaldi manterrà il controllo della società con il 35% del capitale e il 50,2% dei diritti di voto.

Astaldi vara manovra da 2 miliardi, IHI entra col 18%

Rivoluzione in casa Astaldi. Il consiglio di amministrazione della società ha approvato una manovra di rifinanziamento di oltre 2 miliardi di euro all’interno della quale si prevede come primo passo un aumento di capitale da 300 milioni di euro entro il terzo trimestre del 2018. Lo scopo è quello di attuare «una revisione completa della sua struttura patrimoniale e finanziaria».

E’ su queste basi che si fonda il piano strategico 2018-2022 che nella tarda serata di ieri, 15 maggio, ha ricevuto l’ok del cda.

Nel dettaglio, al fine di ridurre il carico del debito e assicurarsi più flessibilità finanziaria, il piano prevede l’allungamento delle scadenze delle linee di finanziamento in essere per oltre 350 milioni e il rifinanziamento del bond da 750 milioni in scadenza nel 2020. A queste mosse si aggiungono la cessione di asset in concessione per un ammontare pari a circa 790 milioni di euro, la riduzione dell’indebitamento finanziario netto dai circa 800-900 milioni indicati nella guidance 2018 a meno di 200 milioni a fine piano e, infine, la diminuzione del debito lordo da 2,29 miliardi di euro a meno di un miliardo di euro.

I GIAPPONESI DI IHI ENTRANO NEL CAPITALE

Ma le novità in casa Astaldi non finiscono qui. L’azienda ha annunciato l’avvio di una partnership strategica industriale con il gruppo giapponese IHI – quotato sulla borsa di Tokyo e attivo nel settore delle infrastrutture – che diventerà socio con una quota del 18% del capitale. L’azienda nipponica parteciperà anche alla ricapitalizzazione con 112,5 milioni di euro. A fine aumento, la Finast della famiglia Astaldi manterrà comunque il controllo della società, con il 35% del capitale (in parte attraverso una controllata lussemburghese) e circa il 50,2% dei diritti di voto.

Astaldi ha sottoscritto un accordo con JP Morgan che agirà nella ricapitalizzazione come Sole Global Coordinator. Il colosso Usa “si è impegnato a stipulare, unitamente ad altre istituzioni finanziarie da individuarsi prima dell’avvio di sottoscrizione dell’aumento, un contratto di garanzia relativo alla sottoscrizione delle azioni di nuova emissione eventualmente residuate. Le principali banche di relazione del gruppo hanno manifestato la disponibilità, a determinate condizioni, ad accompagnare la società nell’aumento”. L’assemblea chiamata a deliberare l’aumento si riunirà a giugno.

Il mercato sembra aver ben accolto le novità presentate da Astaldi. Dopo un avvio debole, alle 10.40 il titolo sale del 5,42% a 2,878 euro.

In ultimo si segnala che Astaldi, ha approvato anche i risultati del primo trimestre 2018, chiuso con ricavi in calo del 7% a 603 milioni di euro e un utile netto in contrazione del 31,1% a 17,3 milioni di euro. Giù anche l’Ebitda, sceso a 74,7 milioni, e l’Ebitda margine, in ribasso al 12,4.

L’indebitamento finanziario netto ai assesta a 1.668,8 milioni, in aumento da 1.267 milioni a dicembre.

 

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