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Arbitro bancario: boom di ricorsi, 3 volte su 4 vince il cliente

Nel 2016 l’incremento rispetto all’anno precedente è stato del 59%, per un totale di 21mila ricorsi – L’impennata è legata soprattutto ai ricorsi sui finanziamenti contro cessione del quinto di stipendio o pensione (+106%).

Arbitro bancario: boom di ricorsi, 3 volte su 4 vince il cliente

Nel 2016 i ricorsi dei clienti di banche e finanziarie all’Arbitro Bancario finanziario sono stati il 59% in più del 2015. Lo rivela la relazione annuale dell’Abf, il sistema stragiudiziale di risoluzione delle controversie istituito dalla Banca d’Italia nel 2009, precisando che l’anno scorso sono arrivati in tutto 21.600 nuovi ricorsi. Il boom è legato soprattutto ai ricorsi sui finanziamenti contro cessione del quinto di stipendio o pensione (+106%).

Le pronunce dell’Abf, che non sono vincolanti per le parti, mostrano che tre decisioni su quattro (75%) hanno dato sostanzialmente ragione al cliente. Nella classifica dei primi dieci gruppi per numero di ricorsi decisi nel 2016, si legge che il maggior tasso di soccombenza ha riguardato Ibl Banca (95%), seguita da Ubi (89%) e Santander Consumer Bank (87%). Tra i primi dieci gruppi per numero di ricorsi decisi dai collegi dell’Abf, i tassi di soccombenza più bassi li registrano Bnl (53%) e UniCredit (55%).

Le decisioni dell’Abf vengono rispettate dagli intermediari nel 99% dei casi. L’Arbitro Bancario finanziario era operativo lo scorso anno con tre collegi a Milano, Roma e Napoli. Dal dicembre scorso sono stati attivati i quattro nuovi collegi di Torino, Bologna, Bari e Palermo. La relazione annuale indica che i ricorsi sono presentati nella quasi totalità da clienti consumatori (96%).

Questi ultimi hanno fatto registrare un boom di ricorsi lo scorso anno (+65%) soprattutto, come già detto per i ricorsi contro la cessione del quinto. Al netto di questi (71% del totale) il numero dei ricorsi sarebbe aumentato solo del 3 per cento.

La relazione aggiunge che l’Abf ha registrato un calo dei ricorsi su carte di credito, bancomat e carte di debito, depositi a risparmio e SIC. Stabili, invece, quelli sui conti correnti e in aumento quelli riguardanti la Centrale dei rischi, il mutuo, il credito ai consumatori e gli altri tipi di finanziamenti.

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