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Accordo Ue a 26, fuori solo la Gran Bretagna: nasce l’Europa a due velocità. Ecco le nuove regole

I 17 Paesi dell’eurozona più altri 9 volontari trovano l’intesa nel vertice di Bruxelles su unione fiscale e fondo salva-Stati, che da luglio 2012 sarà gestito dalla Bce e si chiamerà Esm – La Gran Bretagna resta isolata, Sarkozy accusa Cameron – Soddisfatta Christine Lagarde – Monti: “L’Italia ha fatto la sua parte” – ECCO LE NUOVE REGOLE PUNTO PER PUNTO.

Accordo Ue a 26, fuori solo la Gran Bretagna: nasce l’Europa a due velocità. Ecco le nuove regole

Alla fine di un estenuante vertice notturno, questo è stato il verdetto: vista l’impossibilità di coinvolgere nell’accordo (che verte in particolare su fondo salva-Stati e unione fiscale) tutti i 27 Paesi membri, in particolare la Gran Bretagna fortemente contraria, l’Europa va avanti a 26: I 17 Paesi dell’eurozona più altri nove volontari (Bulgaria, Lettonia, Lituania, Polonia, Romania, Ungheria, Danimarca, Svezia e Repubblica Ceca). Restano fuori solo gli inglesi.

Insormontabili dunque le differenze di vedute tra Cameron, da una parte, e Francia e Germania, dall’altra. E Sarkozy lancia l’accusa “”Se oggi è nata un’Europa a due velocità è colpa della Gran Bretagna. Non abbiamo trovato un accordo sulla modifica dei trattati a 27 a causa delle condizioni inaccettabili poste dal premier inglese David Cameron”. Il presidente della Repubblica francese si riferisce a un protocollo che avrebbe esonerato il Regno Unito dall’applicazione delle regole sui servizi finanziari.

Il premier inglese ha così replicato: “Noi non vogliamo aderire all’euro, siamo contenti di esserne fuori, come lo siamo di non fare parte della zona Schengen. Noi non vogliamo rinunciare alla nostra sovranità come stanno facendo questi Paesi. Noi vogliamo i nostri tassi di interesse, la nostra politica monetaria: quello che ci veniva offerto non era buono per la Gran Bretagna, quindi meglio che si facciano un trattato tra di loro”.

LE DECISIONI. Ecco le decisioni punto per punto:

UNIONE FISCALE: I 17 paesi dell’area euro più gli altri membri dell’Unione disposti ad accodarsi hanno deciso che dovranno sottostare (per ora solo in 7, ma Svezia e Rep. Ceca devono interpellare i Parlamenti, mentre Gran Bretagna dice no) a un regime di sanzioni automatiche per chi violi gli accordi a meno che tre quarti dei paesi votino contro. Le nuove regole sui budget dovranno essere scritte nelle costituzioni nazionali, e starà alla Corte di Giustizia europea vigilare su questo. Il cosiddetto “deficit strutturale” viene limitato allo 0,5% del Pil. Regole più severe, con la corte di giustizia europea chiamata a verificare il loro rispetto. Sanzioni automatiche per quei paesi che sforano il limite del deficit/pil del 3%, salvo voto contrario di una maggioranza qualificata.

EUROPEAN STABILITY MECHANISM: Il fondo salva-Stati sarà gestito direttamente dalla Bce e non si chiamerà più Efsf ma a partire dalla sua entrata in vigore, prevista per luglio 2012, sarà sostituito dall’Esm (European Stability Mechanism), al quale sono poi state accettate altre importanti modifiche allo statuto.

In particolare, come richiesto da Berlino, l’eliminazione delle disposizioni sulla partecipazione di banche e fondi d’investimento privati (il cosiddetto Psi – ‘Private sector involvement’) ai costi di eventuali futuri interventi di salvataggio dei paesi dell’Eurozona; e l’adozione di procedure di voto mutuate dai meccanismi decisionali dell’Fmi, che in certi casi prevedeno una maggioranza dell’85% delle quote di finanziamento assegnate ai diversi paesi che ne fanno parte, mentre il nuovo Trattato che stabilisce l’Esm entrerà in vigore quando sarà stato ratificato da un numero di Stati membri che rappresenti il 90% delle quote.

FONDO MONETARIO INTERNAZIONALE: I leader europei si sono impegnati a esplorare la possibilità che le rispettive banche centrali possano impegnarsi in prestiti bilaterali al Fondo monetario internazionale per 150 miliardi di euro a cui si potrebbero aggiungere altri 50 miliardi provenienti dai paesi europei non appartenenti all’Eurozona, allo scopo di rafforzare la potenza di fuoco del Fondo salva-Stati per eventuali interventi destinati a fronteggiare la crisi dei debiti sovrani Ue.

TUTELE PER I PRIVATI: Escluso nel futuro un coinvolgimento del settore privato. I leader hanno riconosciuto che la politica precedente durante la crisi in Grecia, di costringere gli investitori privati ad accettare le perdite delle loro disponibilità in debito greco, ha fallito e non sarà ripetuta.

REAZIONI. Soddisfatta la Merkel: “Creeremo un’unione fiscale – ha detto la cancelliera tedesca – che è un’unione di stabilità, che garantirà un freno del debito per tutti i paesi dell’euro e gli altri che vorranno partecipare. Un buon risultato, con il quale il l’euro recupererà la sua credibilità”.

Parzialmente soddisfatto anche il premier italiano Mario Monti, che però insieme a Sarkozy ha rilanciato la sua proposta (della quale si discuterà, secondo Van Rompuy, solo a giugno) sugli eurobond. Il professore avrebbe preferito una soluzione a 27, ma incassa comunque una nuova promozione dai leader per i ’compiti a casa’: “Abbiamo accolto con favore le misure prese dall’Italia nella manovra, che rappresentano un grande sforzo”, ha dichiarato Van Rompuy. “L’Italia ha fatto la sua parte – ha detto Monti – dando il suo contributo a superare una crisi dell’Eurozona che non era certamente responsabilità solo italiana. Le decisioni di giovedì e venerdì in Europa sono di vasta portata: ci sarà un quadro di finanza pubblica e viene aumentato il potere di fuoco in possesso delle istituzioni per prevenire l’allargamento del contagio della crisi n Europa”.

Commenta così Mario Draghi, particolarmente soddisfatto: “I risultati del vertice Ue sono molto buoni per la zona Euro: saranno la base per una maggiore disciplina nelle politiche economiche dei Paesi membri”.

Intanto da Washington emerge tutta la preoccupazione del presidente americano Barack Obama sul vertice che prsegue oggi: ”Ovviamente sono molto preoccupato per quello che sta accadendo in Europa. Servono scelte coraggiose perchè è in ballo c’è il futuro non solo dell’Europa ma dell’economia mondiale”.

Anche l’ex premier belga e capogruppo dei liberali al Parlamento europeo Guy Verhofstadt ha commentato il vertice con i giornalisti: “I leader dell’Ue hanno fatto alcuni passi positivi verso il rafforzamento della disciplina – spiega Verhofstadt -. Credo però che questo non sia sufficiente per affrontare la crisi di oggi“.

L’ex premier belga è poi polemico con il primo ministro britannico David Cameron: “Mi dispiace della sua decisione di impedire un accordo a ventisette”.

Positivo invece il comunicato stampa del direttore del Fondo monetario internazionale Christine Lagarde, che ha salutato con favore le intese sul rafforzamento della disciplina di bilancio e di sistemi anti crisi appena strette tra leader europei. “Sono un importante contributo a risolvere la crisi sui debiti nell’area euro e a rafforzare l’economia globale. L’Europa ha dato una dimostrazione di leadership con l’accordo appena raggiunto e ora spero che anche altri facciano la loro parte“.

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