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Venerdì nero per Mps e banche che travolgono la Borsa

Mps lascia sul campo il 9,3% – Perdite superiori al 5% per Unicredit, Azimut, Mediobanca e Mediolanum – Piazza Affari per de il 2,4% e diventa la peggior Borsa europea della giornata – In rosso anche gli altri listini europei e americani

Venerdì nero per Mps e banche che travolgono la Borsa

Travolte dal caso Deutsche bank, tracollano le banche a Piazza Affari e trascinano con loro l’indice delle blue chip. Il Ftse Mib cede il 2,43%, peggiore in Europa. Male anche gli altri indici: Parigi -0,93%, Londra -0,30% e naturalmente Francoforte -1,49%. La banca tedesca Deutsch bank rischia di dover pagare una multa di 14 miliardi alle autorità Usa per la vendita di titoli legati a mutui immobiliari, della stagione dei subprime. L’istituto tedesco ha affermato di non avere alcuna intenzione di pagare una cifra simile, aggiungendo che “i negoziati sono appena iniziati”.

A Piazza Affari peggior titolo è Mps -9,34%, colpito nella seduta da sospensioni per eccesso di ribasso. L’aumento di capitale dovrebbe essere eseguito senza il diritto d’opzione a favore degli attuali azionisti, i quali non sembrano tanto propensi ad aderire alla terza ricapitalizzazione in tre anni. Si profila così l’ipotesi del collocamento privato, oltre alla conversione di una parte dei bond. Diverse le sospensioni anche tra gli altri titoli bancari. Sempre in fondo al Ftse Mib troviamo Azimut -6,35%, mediobanca -5,8%, Unicredit -5,79% e Banca Mediolanum -5,54%.

Lo spread Btp-bund chiude in aumento a 134,4 punti base e rendimento all’1,35%.

Le vendite colpiscono oggi anche Wall Street con il Dow Jones che cede lo 0,37% e l’S&P500 lo 0,42%. Per la prima volta dall’era dot.com, l’S&P 500 ha un nuovo settore, l’undicesimo. Dopo la chiusura della seduta odierna, S&P Dow Jones Indices scorporerà le aziende attive nel real estate dal settore finanziario creando un nuovo comparto che equivarrà a circa il 3% della capitalizzazione dell’S&P 500. Occhi su Intel che ha alzato le stime dei ricavi del terzo trimestre.

Oggi è stato pubblicato il dato sull’inflazione che è risultato in rialzo dello 0,2%, più alto delle attese. La ripresa dell’inflazione fa temere per un rialzo dei tassi da parte della Fed. La fiducia dei consumatori è risultata stabile a settembre a 89,8 punti. Il dollaro si rafforza sull’euro con il cambio che si porta a 1,115845 (-0,77%).

Il greggio perde oltre l’1%, sui timori per un eccesso di offerta dopo l’aumento delle esportazioni dall’Iran e dopo che Libia e Nigeria sono tornate sul mercato. Il Brent perde l’1% a 46,14 dollari e il Wti l’1,4% a 43,28. Eni segna un calo del 2,27%. In territorio positivo sul Ftse Mib solo Italcementi +0,09%. Poste italiane scivola dello 0,9%, dopo aver resistito nella seduta in territorio positivo,  nel giorno dell’annuncio dell’acquisto di un quota di Sia, società che si occupa di monetica e pagamenti. Fca -2,06% dopo l’annuncio del richiamo di 1,9 milioni di veicoli.

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