Giornata di dati macro negli Stati Uniti. A febbraio l’inflazione Usa è salita al 2% su base annua, dall’1,6% di gennaio: si tratta del balzo in avanti è il più ampio negli ultimi 4 anni. L’incremento è arrivato in scia al +9,1% dei prezzi del carburante (che ha rappresentato quasi tre quarti del rialzo totale). Gli analisti attendevano un aumento dello 0,6%.
Il dato “core”, ovvero quello depurato dalla componente dei prezzi dei beni alimentari ed energetici, è cresciuto dello 0,2%, in linea con quanto atteso dagli esperti. Su base annuale il dato generale e la componente “core” sono entrambi saliti del 2%, in linea con il livello considerato l’obiettivo annuale dalla Federal Reserve.
I prezzi dell’energia, dopo i ribassi dei precedenti tre mesi, sono cresciuti del 5,4%, dopo che la benzina ha toccato il picco di quattro mesi a 3,784 dollari al gallone, aumentando del 15% dall’inizio dell’anno. In rialzo anche i prezzi dei generi alimentari (+0,1%) e dei servizi medici, fatto che ha annullato i ribassi di veicoli, abbigliamento e tariffe aeree.
Quanto alla produzione industriale, sempre a febbraio è cresciuta a un passo più rapido rispetto alle attese grazie al buon andamento del settore manifatturiero. Secondo quanto reso noto dalla Federal Reserve, la produzione industriale è aumentata dello 0,7%, mentre gli analisti attendevano un rialzo dello 0,4%.
L’utilizzo della capacità degli impianti è cresciuto dello 0,4% al 79,6%, il massimo da marzo 2008, mentre gli esperti avevano previsto un dato al 79,4%.
