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Telecom Italia, no alla conversione delle risparmio ma sì all’ingresso di Vivendi nel cda

L’assemblea di Telecom Italia boccia la conversione delle azioni di risparmio in azioni ordinarie ma approva l’ingresso di quattro rappresentanti di Vivendi, che è il primo azionista, nel consiglio d’amministrazione, senza esoneri però dal divieto di concorrenza: c’è anche il Ceo francese Arnaud Roy de Puyfontaine

Telecom Italia, no alla conversione delle risparmio ma sì all’ingresso di Vivendi nel cda

Non sono mancate le sorprese nell’assemblea di Telecom Italia che si è svolta ieri a Rozzano, alle porte di Milano, con la partecipazione del 55,67% del capitale.

La conversione delle azioni di risparmio in azioni ordinarie, che avrebbe diluito i soci ma che era molto attesa dal mercato, non è passata perché Vivendi, che è il primo socio della compagnia telefonica, ha esercitato i suoi poteri di minoranza di blocco e, impedendo il raggiungimento dei 2/3 dei consensi, ha di fatto bocciato la proposta di conversione: il 62,5% ha votato a favore della proposta ma è stata decisiva l’astensione del 36,1% che ha pesato come un voto contrario.

E’ stato invece approvato con il 52,9% dei consensi l’ingresso di quattro rappresentanti di Vivendi nel Cda che da 13 sale a 17 membri. Tra i nuovi consiglieri c’è il ceo della compagnia francese, Arnaud Roy de Puyfontaine.

L’assemblea ha invece rigettato l’altra proposta di Vivendi di escludere i nuovi consiglieri dal divieto di concorrenza: la proposta ha raccolta il 49,7% dei voti e non è passata.

Con l’ingresso di Vivendi cambiano gli equilibri nel Cda, che in larga parte è ancora espressione della ex Telco (Mediobanca, Generali, Intesa), e il nuovo corso di Telecom, specie sulla banda ultralarga, è tutto da scrivere.

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