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Spagna: la spirale dei prestiti in sofferenza tocca il record

I mutui-spazzatura pesano sui bilanci delle banche spagnole: i crediti in sofferenza raggiungono i 143,815 miliardi a febbraio, pari all’8,15% dei prestiti totali – Il quadro economico generale e l’alta disoccupazione rischiano di generare un ulteriore calo dei prezzi delle case e un aggravamento della spirale recessiva.

Spagna: la spirale dei prestiti in sofferenza tocca il record

Il mercato immobiliare continua a minacciare Madrid e le sue banche. L’ammontare dei prestiti in sofferenza ha toccato, a febbraio, il record di143,815 miliardi di euro salendo all’8,15% sul totale. A gennaio l’ammontare dei mutui in sofferenza, che rappresentano gran parte del totale, era salito al 7,91%, il livello più alto dal 1994 e nettamente superiore al 2007 (nell’anno pre-crisi si attestava all’1%). Lo ha reso noto oggi la Banca di Spagna.

I default degli istituti di credito sono sempre più frequenti e l’erogazione di fondi è in costante contrazione, mentre la disoccupazione al 24% corrode la qualità dei prestiti emessi durante il boom economico e fa arretrare la propensione delle banche a concederne di nuovi. Il clima di insicurezza e i forti dubbi sui bilanci degli istituti danneggiano i corsi azionari e fanno impennare i costi di rifinanziamento del Governo.

Secondo gli analisti, il quadro potrebbe peggiorare ulteriormente: “La nostra principale preoccupazione”, riferisce Andrew Bosomworth, responsabile del portafoglio della Pacific Investment Management CO, “è fino a che punto l’esposizione rischierà di trasferirsi sulle casse del governo centrale. I mutui in sofferenza aumenteranno quando si terrà conto del tasso di disoccupazione e della situazione generale dell’economia“.

In questo contesto, secondo gli esperti, i prezzi delle abitazioni potrebbero crollare ancora del 20%, innescando una spirale quasi inarrestabile di crack finanziari.

Rajoy le sta tentando tutte per convincere gli investitori che le finanze spagnole sono sotto controllo, dopo essersi rifiutato di rispettare gli obiettivi per il deficit impostati dalla Commissione Europea. Il premier ha anche imposto alle banche di riconoscere le perdite sui mutui immobiliari e partecipare ad un piano di ricapitalizzazione da 54 miliardi.

Non sono solo i mutui real estate a destare preoccupazione: è dubbia anche la restituzione di circa 60 miliardi di prestiti direttamente collegati al settore. Inoltre, l’ammontare dei crediti in sofferenza concessi all’industria, con l’esclusione del settore immobiliare, è cresciuto del 5,4% dall’1% del 2007, secondo i dati della Banca Centrale.

Alcuni analisti iniziano a suggerire di usare l’Efsf per ricapitalizzare le banche. Un piano rischioso: potrebbe segnalare agli investitori che il Paese ha perso l’accesso al mercato, causando più problemi di quanti ne risolverebbe.

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