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Salva-Berlusconi, il Governo vuole dimezzare il 3%

Per escludere dal salvacondotto i reati di frode fiscale come quello per il quale è stato condannato Silvio Berlusconi, l’esecutivo starebbe pensando di abbassare il limite della non punibilità – Si fa strada l’ipotesi di rinviare la scadenza della delega – Ieri bagarre in Aula fra Pd e M5S.

Salva-Berlusconi, il Governo vuole dimezzare il 3%

L’asticella potrebbe calare dal 3 fino all’1,5%, o forse qualcosa di più, ma comunque non oltre l’1,8%. Questo il nuovo limite che il Governo vorrebbe inserire nel famigerato articolo 19 del decreto legislativo in materia di evasione fiscale, ormai noto come nuovo provvedimento salva-Berlusconi. Ad oggi la norma prevede l’esclusione della punibilità “quando l’importo delle imposte sui redditi evaso non è superiore al 3% del reddito imponibile dichiarato” e, così formulata, potrebbe cancellare il reato per cui l’ex Premier è stato condannato in via definitiva a quattro anni, consentendogli di ricandidarsi immediatamente. 

La norma, pensata per alleggerire gli oneri penali sulle dichiarazioni infedeli, sarebbe però applicabile anche ai reati più gravi come la frode fiscale. Da qui lo stop imposto dal premier Matteo Renzi e la nuova valutazione sull’intero provvedimento che tornerà in consiglio dei ministri. In un primo momento, lo staff di Renzi Renzi aveva pensato di escludere esplicitamente i reati più gravi (come la frode fiscale per la quale è stato condannato il leader di Forza Italia), ma di non modificare la soglia del 3%. Questa alternativa, però, sembra ormai scartata. Per evitare dissapori con Fi, soprattutto in vista dell’avvicinarsi dell’elezione del nuovo presidente della Repubblica, l’esecutivo sembrerebbe orientato ad estendere l’orizzonte temporale della delega, in scadenza a marzo. In sostanza, più tempo per rivedere il testo del provvedimento.

Intanto, ieri sull’articolo 19 è scoppiata una bagarre in Aula fra Partito Democratico e Movimento 5 Stelle. “Renzi ha appena ammesso di averla fatta inserire lui l’oscena norma salva Berlusconi – ha detto il grillino Alessandro Di Battista -. Sta proteggendo qualcuno. E chi sta proteggendo è Verdini. E’ lui che ha fatto inserire la norma. E’ Berlusconi che governa, non Renzi, e Berlusconi chiede risultati a Verdini. Siamo nel 2015, ci auguriamo ultimo anno in cui ci tocca denunciare queste schifezze in Aula”.

Per il Pd ha replicato Walter Verini: “Il decreto è stato fatto per combattere l’evasione, non per favorire qualcuno, e credo che sia malafede chi insiste su questo punto. Altra cosa è discutere sul merito del decreto, e le commissioni avranno tutte le possibilità di farlo”.

In ogni caso, è ancora “giallo” su chi ha materialmente scritto e inserito le quattro righe contestate dell’articolo 19 all’interno del decreto. 

Il Tesoro, infine, smentisce “una presunta notizia” del sito Dagospia.com secondo cui Franco Coppi, avvocato di Silvio Berlusconi, “avrebbe partecipato a una riunione al ministero dell’Economia relativa alla riforma fiscale”. Questa notizia, sottolinea il Tesoro, “è destituita di qualsiasi fondamento e frutto esclusivo di fantasia o di volontà di diffamazione, per la quale sarà valutata la sussistenza degli estremi per un’azione legale”.

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