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Primarie centrosinistra, la politica ritrovata alla prova ballottaggio

Domenica oltre 3 milioni di persone hanno votato per le primarie del centro-sinistra: la sfida finale tra Bersani e Renzi può essere un nuovo passo avanti verso la partecipazione democratica, a patto che ci sia un confronto anche aspro e non una sterile disputa sui regolamenti – Il segretario che parte da più 9 è il favorito, ma il risultato è contendibile.

Primarie centrosinistra, la politica ritrovata alla prova ballottaggio

Il fatto che oltre tre milioni di italiani abbiano partecipato al primo turno delle primarie del centro-sinistra è un fatto di indiscutibile rilevanza politica, che ha già cominciato a far sentire i suoi effetti anche oltre le frontiere dei partiti che le hanno organizzate. Non è un caso che ieri si siano svolte manifestazioni di cittadini che reclamavano le primarie attorno alle sedi del Pdl e, persino, sotto la residenza di Silvio Berlusconi a Roma. Certo in occasioni precedenti (indicazione di Prodi e Veltroni) si è andati anche oltre la partecipazione di domenica scorsa. Ma in un paese, che è dovuto ricorrere ad un governo tecnico dopo i disastri del berlusconismo, e dopo che molti sondaggi continuavano a  segnalare la disaffezione dalla politica, con forti tentazioni astensionistiche e grillistiche, quanto avvenuto due giorni or sono segnala un’indubbia e positiva inversione di tendenza. Di questo non si può che dare merito al Pd, che quelle primarie ha voluto con determinazione cocciuta, e a Bersani e Renzi, che domenica prossima si contenderanno l’indicazione a candidato a palazzo Chigi, nel ballottaggio.

Naturalmente tutti i meccanismi politici, quindi anche e soprattutto le primarie, hanno una loro intrinseca fragilità. Possono cioè rompersi facilmente. E sarebbe davvero un peccato se questi ultimi giorni di campagna elettorale, fossero contrassegnati da una disputa regolamentare, piuttosto che da un franco e anche ruvido confronto politico. Certo, non deve destare particolare meraviglia che Matteo Renzi, che per vincere deve recuperare oltre 9 punti in percentuale, cerchi di allargare, con nuove regole, il numero partecipanti alla partita, mentre i sostenitori di Bersani replicano che non si possono cambiare le regole di gioco nei e per i tempi supplementari. Resta il fatto che la questione va risolta e subito, perchè un braccio di ferro sulle regole del gioco, rischia di deludere gli elettori, compromettendo quanto di positivo è accaduto domenica scorsa.

Resta il fatti che, così come avvenuto nel primo turno, l’esito del ballottaggio è tutt’altro che scontato. E’ vero Bersani ha quasi 10 punti di vantaggio e sulla carta dovrebbe poter acquisire con maggiore facilità del suo competitore accesso a quel serbatoio del 15%, rappresentato dai voti di Vendola al primo turno. Ma già al primo turno Renzi ha dimostrato di saper prendere voti anche a sinistra. Ha vinto nelle regioni rosse, Emilia Romagna esclusa, e, nelle sue prime uscite del dopo primo turno, si è rivolto con parole di sinistra agli elettori di Sel. Certo il governatore della Puglia ha detto che considera il sindaco di Firenze un liberista e di non gradire, quindi, una sua affermazione, ma ha anche aggiunto che il sostegno degli elettori di Sel Bersani dovrà conquistarselo, facendo sentire “profumo di sinistra”.

Inoltre proprio il primo turno ha dimostrato che nelle primarie è più forte il peso dell’opinione pubblica, di quello degli apparati dei partiti e dei candidati. Insomma Bersani è favorito, ma il ballottaggio è ampiamente contendibile dal sindaco di Firenze, il quale ha sinora dato l’impressione di non trovarsi affatto a disagio nel popolo della sinistra. Già perchè durante la campagna elettorale Renzi (elogio della rottamazione a parte) è stato quanto mai attento a non uscire dal perimetro del Pd e, più in generale della sinistra. Per esempio ha escluso alleanze al centro con Casini, sull’eventualità delle quali Bersani è stato molto più prudente.

Vedremo domenica i risultati e nei giorni successivi gli effetti che questi provocheranno in un quadro politico sempre più proiettato verso la scadenza elettorale. Per ora Pd e centro-sinistra hanno segnato un bel successo di partecipazione democratica, riuscendo a riportare la politica al centro del dibattito pubblico  tra i cittadini, e aiutando così la crescita democratica, dopo un ventennio. Il ballottaggio di domenica prossima può essere un ulteriore passo avanti verso la democrazia e la politica ritrovate.

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