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Piazza Affari è l’unica Borsa d’Europa in rialzo

Generali, Telecom Italia, Leonardo, Bper e Unipol trascinano al rialzo la Borsa di Milano (+0,23%) malgrado le prese di beneficio su Bpm dopo il via libera alla fusione con il Banco Popolare e i realizzi su Campari, Recordati, Ferragamo e Azimut.

Piazza Affari è l’unica Borsa d’Europa in rialzo

L’apertura di settimana si tinge di rosso su tutte le borse europee (Londra è la peggiore: -0,94% il Ftse 100) e anche Wall Street apre debole, frenata dal possibile aumento dei tassi d’interesse Usa entro dicembre. Milano viaggia però controcorrente e si afferma come migliore piazza del continente. Il Ftse Mib chiude a +0,23%, sostenuto dai titoli assicurativi e bancari.

Bene Unicredit (+2,3%), dopo la conferma di aver in corso trattative con Pzu e Polski Fundusz Rozwoju per la possibile cessione di Pekao. In giornata la banca ha lanciato anche una nuova emissione obbligazionaria senior unsecured, dell’importo di un miliardo di euro, raccogliendo ordini per oltre 1,8, soprattutto da parte di investitori esteri.

Positiva Mps (+1,17%). Segno più anche per Mediobanca: +1,29%, Intesa San Paolo (+0,96%). Eccellenti le perfomance degli assicurativi: Unipol (+1,76%) Unipolsai (+2,29%) Generali (+2,37%), quest’ultimo promosso da Kepler a titolo su cui puntare. Recupera anche Banco Popolare (+0,78%) dopo il sì alle nozze con Bpm.

In ambito popolari è in netto rialzo, ancora una volta, il titolo Bper (+2,11%) che ha sottoscritto nei giorni scorsi il programma di affiliazione di Amazon, leader mondiale delle vendite online. “È una delle prime alleanze che il colosso americano dell’e-commerce stringe con un istituto di credito nazionale – sostiene la banca modenese in una nota – per promuovere e incentivare la vendita dei propri prodotti”.

Di segno opposto l’andamento di Popolare di Milano (-3,02%), dopo il sì alle nozze, pronunciato dalla rispettive assemblee sabato scorso. La banca, che il primo gennaio 2017 darà con la fusione vita al terzo gruppo bancario italiano dopo Intesa Sanpaolo e Unicredit, con asset complessivi di oltre 170 miliardi e una capitalizzazione di mercato di circa 4 miliardi, scende dopo le euforiche sedute della settimana scorsa e i valori tornano vicini a quelli fissati per il concambio.

Telecom guadagna, +2,30%, anche grazie a una valutazione positiva di Barclays per le prospettive sul mercato brasiliano. Secondo il broker lo scenario macroeconomico e il contesto di settore per le telecomunicazioni nel paese sudamericano sostengono un outlook in miglioramento. Balzo in avanti per Leonardo-Finmeccanica (+2,33%).

Soffrono Salvatore Ferragamo (-1,61%), Azimut (-1,94%); Recordati (-2,11%), Campari (-2,32%). Territorio negativo aper Yoox Net-A-Porter Group e i petroliferi, Eni, Saipem e Tenaris. 

Il prezzo dell’oro nero è in calo in apertura a New York,  dove le quotazioni perdono lo 0,10% a 50,31 dollari al barile. I prezzi oscillano, penalizzati dalla crescita del conteggio delle trivelle negli Stati Uniti e dal dollaro forte, ma le attese di un intervento dell’Opec il prossimo mese per tagliare la produzione stanno fornendo una base ai futures.

L’Iran intanto ha annunciato che aumenterà la sua capacità fino a 4 milioni di barili al giorno da ora a marzo prossimo; dovrebbero diventare 4,6 milioni di barili al giorno in cinque anni. Iran, Libia e Nigeria sono stati d’altra parte autorizzati a produrre livelli più elevati, a prescindere dal fatto che a fine settembre l’Opec abbia deciso di ridurre la produzione.

Scambi poco mossi a Wall Street, anche se Bank of America mostra conti migliori delle previsioni, con utili a 4,45 miliardi nel terzo trimestre, in crescita del 6,6%. L’euro, nel corso della giornata, recupera terreno e torna a cavallo uno per 1,10 dollari, dopo la pubblicazione dell’indice manifatturiero Empire State elaborato dalla Fed di New York, sceso a ottobre a -6,8 da -2,0 del mese precedente.

C’è attesa non solo per le decisioni della Federal Reserve, ma anche per quelle della Bce, che si riunisce giovedì. L’istituto di Francoforte dovrebbe annunciare un’estensione del Qe oltre marzo 2017, ma alcuni analisti si chiedono se la banca centrale europea comincerà prima o poi a valutare anche altri scenari per il futuro. 

I dati sull’inflazione della zona euro non autorizzano grandi voli di fantasia: a settembre è confermata a 0,4% su anno, + 0,4% l’indice mensile.

Infine, nel primo giorno di collocamento del nuovo Btp Italia risulta che, intorno alle 16, gli ordini degli investitori al dettaglio avevano raggiunto un miliardo di euro. Le richieste, che andranno interamente soddisfatte, sono partite stamane alle 9 e, salvo chiusura anticipata, proseguiranno nella seduta di domani e dopodomani. Giovedì toccherà agli investitori istituzionali. Nell’ultima emissione, lo scorso, aprile, ai risparmiatori furono assegnati titoli per 4,2 miliardi, mentre agli istituzionali andarono 3,8 miliardi.

Da Londra giunge notizia che il rendimento dei bond britannici di debito sovrano a dieci anni è salito questo lunedì al livello più alto post Brexit,

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